Fondi Ue alle Ong verdi: la Commissione fa quadrato

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Oggi i leader europei si incontreranno a Bruxelles per iniziare a elaborare una strategia comune per rafforzare la difesa europea e per definire le modalità del suo finanziamento, tuttavia si attendono le iniziative di Trump per avvicinarci alla pace in Ucraina e, sperabilmente, riprendere il cammino della riduzione delle armi nucleari. Si dovrà attendere quantomeno il Consiglio europeo dei prossimi 20 e 21 marzo perché si possano discutere e sciogliere i nodi gordiani del passato e sul futuro di cui soffriamo le conseguenze. 


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Eppure, dopo lo scandalo sulla gestione del Green Deal europeo da parte dell’allora commissario Franz Timmermans, da noi descritto, e le maldestre giustificazioni presentate in una intervista dalla socialista e commissaria Teresa Ribera, succedutagli ora nello stesso ruolo, è necessario dare ai cittadini europei risposte chiare e certe sulla gestione dei fondi e gettare luce sulla commistione insana tra singoli commissari e ONG internazionali ed europee. Il silenzio è inaccettabile almeno quanto la complicità. 


Tra essi, ne abbiamo evidenziato sulla Bussola i tratti preoccupanti e truffaldini, quelli che riguardano l’ex Vice presidente esecutivo della Commissione Von der Leyen 1  e leader Socialista Franz Timmermans, oltrechè gestore e promotore accanito del Green Deal europeo. Proprio in quella veste, Timmermans è stato accusato di influire, direttamente e indirettamente, per far assegnare centinaia di migliaia di euro dei cittadini europei ad organizzazioni e associazioni ambientaliste, con il preciso scopo di intraprendere azioni di lobbying verso parlamentari e governi a favore delle iniziative del commissario Timmermans e del Green Deal. 


In poche parole, noi tutti abbiamo pagato gruppi di pressione per consentire all’allora commissario socialista al Green Deal di inseguire i propri sogni di gloria e, allo stesso tempo penalizzare la nostra economia e produttività, aumentare la disocuupazione, ridurre il valore delle nostre abitazioni, far crescere la povertà materiale ed energetica, aumentare le bollette energetiche. Ovviamente tutto ciò è stato, come abbiamo descritto giorni orsono, ben confermato dall’attuale commissario al Bilancio Piotr Serafin davanti al Parlamento europeo. La prima responsabile e Presidente della Commissione europea, dal 2019 ad oggi, rimane in un inquietante e pavido silenzio. 


Non così l’erede del ruolo di Timmermans nella attuale Commissione, la socialista spagnola Teresa Ribera che ha avuto l’ardire di giustificare, in una lunga intervista dei giorni scorsi, al portale di notizie europee Euractiv, le prebende alle ONG ambientaliste a sostegno delle azioni di lobby per il Green Deal. La Ribera, vicepresidente esecutiva della Commissione Europea per la competitività e il clima, ha liquidato lo scandalo e le approfondite inchieste giornalistiche sull’influenza retribuita alle ONG, come una «perversione». In pieno spirito socialcomunista di un tempo, il compagno che sbaglia non ha commesso alcun errore, sono gli altri a darne una malevola ed erronea interpretazione dei comportamenti. Secondo la Ribera i finanziamenti svelati alle organizzazioni ambientaliste in realtà non sarebbero stati attribuiti per «fare lobby», ma per «aumentare la consapevolezza pubblica e cercare di identificare dove potrebbero essere le difficoltà e le sfide. E penso che abbiamo bisogno di quello spirito critico». 


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Persino l’obbligo che le ONG avevano di fornire report sulle azioni e gli obiettivi raggiunti nella loro opera di sensibilizzazione verso deputati e governi, per la commissaria socialista era solo «un modo molto democratico e sano di identificare i problemi» eventualmente incontrati. Ovviamente per Teresa Ribera anche lo scandalo su Timmermans e la richiesta di trasparenza sono strumentali polemiche per «negare le conseguenze del cambiamento climatico e..per andare contro il popolo stesso».

Sulla stessa lunghezza d’onda il Partito dei Socialisti e Democratici europei che ha ovviamente sostenuto la difesa di Ribera verso l’operato di Franz Timmermams.


Negare l’evidenza e, laddove non è possibile, imbavagliare la realtà e distorcerne la narrazione è un antico sistema di potere tipico del socialismo e comunismo. Rimangono tutti i fatti, contro i quali urgono risposte chiare e soluzioni definitive. I fondi per le attività di lobbyi sono stati utilizzati, in parte, per spingere il dibattito agricolo continentale verso una direzione più green-friendly, insieme alla richiesta di sostenere le misure proposte dall’ex commissario e leader socialista Timmermans. In alcuni casi, alle ONG sono stati persino forniti parametri specifici per dimostrare i loro risultati in termini di lobbyi o, come direbbe Ribera, di virtuosa sensibilizzazione. 


Urgono misure concrete di trasparenza e un chiaro resoconto pubblico sulle complicità reciproche e remunerate con danaro privato e pubblico tra i commissari europei (in carica dal 2019 al 2024) e ONG internazionali ed europee, nell’imporre ideologie e obblighi nei confronti di Stati, governi nazionali, imprese e cittadini europei. 




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