quando TikTok promuove l’overtourism, devasta l’ambiente e se ne vanta pure

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Nell’ultima settimana, due notizie hanno monopolizzato parte del dibattito pubblico nostrano. Due vicende che ci riguardano molto più di quanto si possa immaginare. Parliamo, neanche a dirlo, dell’affaire Ferragnez e della “presa” di Roccaraso. In questo articolo ci concentreremo sull’assalto alla località montana abruzzese, ma sappiate che, almeno per una parte della riflessione, il discorso potrebbe valere per entrambe le vicende.

L’assedio di Roccaraso

Se tra chi legge c’è qualcuno che non ha idea di cosa sia accaduto a Roccaraso negli ultimi giorni, ecco un breve recap: la rinomata località sciistica è stata letteralmente invasa da turisti giornalieri arrivati con decine di autobus da Napoli. Un fiume di persone giunto fin lì perché follower di Rita De Crescenzo, tiktoker di professione, che – a suo dire ingenuamente – aveva postato sui social foto e video della sua vacanza sulla neve con la famiglia. Stando alla sua versione, i seguaci, colpiti da cotanto benessere, si sono auto-organizzati e, la scorsa domenica, hanno raggiunto la destinazione turistica in massa. 

Tralasciando le ipotesi secondo cui dietro l’assalto ci sia un’organizzazione che, in cambio di 20 euro a persona, ha gestito trasporto e vitto, la vicenda non è passata inosservata alle forze dell’ordine, che per la domenica successiva, si sono attrezzate per provare a contenere la situazione.

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Comunità devastata

Nel frattempo, a Roccaraso è sceso il panico. In una sola giornata, migliaia di turisti hanno letteralmente devastato una comunità che, fuori stagione, ospita appena 1.491 abitanti. Il piccolo Comune è stato sottoposto a una pressione antropica mai vista, mandando in tilt i servizi essenziali: bagni pubblici, accoglienza, gestione dei rifiuti. Pare addirittura che gli avventori non si siano limitati a frequentare le piste, ma abbiano abbandonato rifiuti ovunque e trasformato angoli della località in toilette a cielo aperto. Tutto nel giro di poche ore, giusto il tempo di risalire sugli autobus e tornare a casa. Preoccupato, il sindaco ha cercato di limitare i danni e, tutto sommato, pare esserci riuscito. Oggi, gli autobus arrivati a Roccaraso sono stati solo – si fa per dire – una quarantina.

La piccola località abruzzese non era pronta all’afflusso di turisti (Ansa/Emanuele Valeri)

De Crescenzo e Antony Sansone

Questa volta, a promuovere la trasferta non è stata Rita De Crescenzo, ma un altro influencer, Antony Sansone, che con piglio sicuro ha persino affrontato a viso aperto un parlamentare campano giunto sul posto. Tra le sue argomentazioni contro chi ha accusato quel tipo di turismo di essere uno sfregio, Sansone ha sostenuto che si tratta di economia e che bloccarla significherebbe arrecare un danno alla comunità.

Il punto, però, è che sia Sansone che De Crescenzo sbagliano a pensare – e a dire – che “tanto è giusto”. È ormai arcinoto che il turismo di massa e i numeri da capogiro concentrati in pochissimi giorni dell’anno siano un danno per le località turistiche. Non a caso, molte destinazioni nel mondo stanno cercando strategie per affrontare il fenomeno dell’overtourism, che, oltre a generare danni ambientali e sociali, non porta nemmeno reale economia. Magari fa cassa nell’immediato, ma di certo non garantisce guadagni né a medio né a lungo termine.

I tiktoker non sono il verbo

E qui sorge il primo problema: se è vero che i De Crescenzo e i Sansone del caso non hanno questa consapevolezza, come possiamo comunicarlo alle migliaia di persone che li seguono sui social? Su quegli autobus c’erano persone in carne e ossa, esattamente come voi lettori. Persone che, non potendosi permettere una settimana bianca, hanno accolto con entusiasmo l’idea di portare i propri figli sulla neve con soli 20 euro. Persone che si fidano di De Crescenzo e Sansone. Forse, allora, la domanda che dovremmo porci è proprio questa: come facciamo a far capire a queste persone che i tiktoker non sono il verbo?

C’è poi un altro punto: chi pensa che TikTok sia un social solo per giovanissimi sbaglia di grosso e Roccaraso ne è la prova lampante. A raggiungere la località non sono stati adolescenti, ma famiglie con bambini, adulti, persone che a prima vista non assoceremmo ai classici fruitori della piattaforma. Questo suggerisce che TikTok non sia tanto un fenomeno generazionale, quanto piuttosto una dinamica strettamente connessa al gradimento del contenuto. Anche chi non è adolescente, ma ha un’architettura culturale non solidissima, può trovare certi contenuti irresistibili.

A questo punto vi starete chiedendo: e i Ferragnez cosa c’entrano? C’entrano eccome. Sono la versione “pro” della presa di Roccaraso. Loro sono usciti da TikTok, occupano i telegiornali, sono diventati la notizia di cui parlano tutti. Sono, in sostanza, i De Crescenzo e i Sansone che ce l’hanno fatta.

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Serve un turismo lento ed ecosostenibile

Quindi, non stupitevi se migliaia di persone non si sono neanche poste il problema di quanto Roccaraso abbia bisogno di un turismo sostenibile. E smettetela di puntare il dito contro gli influencer: contribuirete solo a renderli più famosi. Parlate, piuttosto, di perché un Paese fragile come il nostro abbia bisogno di turismo lento, ecosostenibile, realmente vantaggioso per l’economia. Parlate dei fatti, non fate da amplificatori agli errori. Di gossip – e Ferragnez – si muore. Di buona informazione, no.  



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