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Città del Vaticano


04 feb 2025 07:36


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Papa Francesco ha aperto in Vaticano il Summit internazionale sui diritti dei bambini stigmatizzando tutte le forme di oppressione che subiscono nei Paesi poveri e in quelli più industrializzati

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“Ancora oggi, la vita di milioni di bambini è segnata dalla povertà, dalla guerra, dalla privazione della scuola, dall’ingiustizia e dallo sfruttamento”. Lo ha detto Papa Francesco, nel discorso con cui ieri ha aperto il Summit internazionale sui diritti dei bambini dal titolo “Amiamoli e proteggiamoli”, organizzato dal Pontificio Comitato per la Giornata mondiale dei bambini. Alla fine, l’annuncio di un documento – “un’esortazione apostolica, una lettera, non so” – dedicato ai bambini e la firma di un documento poi sottoscritto da tutti i presenti. “I bambini e gli adolescenti dei Paesi più poveri, o lacerati da tragici conflitti, sono costretti ad affrontare prove terribili”, ma “anche il mondo più ricco non è immune da ingiustizie”: “Là dove, grazie a Dio, non si soffre per la guerra o la fame, esistono tuttavia le periferie difficili, nelle quali i piccoli sono spesso vittime di fragilità e problemi che non possiamo sottovalutare”. “In misura assai più rilevante che in passato, le scuole e i servizi sanitari devono fare i conti con bambini già provati da tante difficoltà, con giovani ansiosi o depressi, con adolescenti che imboccano le strade dell’aggressività o dell’autolesionismo”, il grido d’allarme di Francesco: “Secondo la cultura efficientista, l’infanzia stessa, come la vecchiaia, è una periferia dell’esistenza”.

“Non è accettabile ciò che purtroppo negli ultimi tempi abbiamo visto quasi ogni giorno, cioè bambini che muoiono sotto le bombe, sacrificati agli idoli del potere, dell’ideologia, degli interessi nazionalistici”, ha tuonato il Papa: “Nulla vale la vita di un bambino”, perché “uccidere i piccoli significa negare il futuro”. “In alcuni casi i minori stessi sono costretti a combattere sotto l’effetto di droghe”: “Anche nei Paesi dove non c’è la guerra, la violenza tra bande criminali diventa altrettanto micidiale per i ragazzi e spesso li lascia orfani ed emarginati”. Senza contare l’individualismo esasperato dei Paesi sviluppati, altrettanto deleterio per i più piccoli, a volte “maltrattati o addirittura soppressi da chi li dovrebbe proteggere e nutrire, sono vittime di liti, del disagio sociale o mentale e delle dipendenze dei genitori”.

“Molti bambini muoiono da migranti nel mare, nel deserto o nelle tante rotte dei viaggi di disperata speranza”, il monito di Francesco: “Molti altri soccombono per mancanza di cure o per diversi tipi di sfruttamento. Sono situazioni differenti, ma di fronte alle quali ci poniamo la stessa domanda: come è possibile che la vita di un bambino debba finire così? No. Non è accettabile e dobbiamo resistere all’assuefazione”.

“L’infanzia negata è un grido silenzioso che denuncia l’iniquità del sistema economico, la criminalità delle guerre, la mancanza di cure mediche e di educazione scolastica”, le parole dedicate a quella che le organizzazioni internazionali chiamano “crisi morale globale”. “Non vogliamo che tutto questo diventi una nuova normalità. Non possiamo accettare di abituarci”, ha assicurato il Papa, stigmatizzando alcune dinamiche mediatiche che “tendono a rendere l’umanità insensibile”, a scapito di ciò che c’è di più nobile nel cuore umano: la pietà, la misericordia.

 “Oggi più di quaranta milioni di bambini sono sfollati a causa dei conflitti e circa cento milioni sono senza fissa dimora”, ha reso noto il Papa: “C’è il dramma della schiavitù infantile”, l’elenco di Francesco: “circa centosessanta milioni di bambini sono vittime del lavoro forzato, della tratta, di abusi e sfruttamenti di ogni tipo, inclusi i matrimoni obbligati. Ci sono milioni di bambini migranti, talvolta con le famiglie ma spesso soli: il fenomeno dei minori non accompagnati è sempre più frequente e grave. Molti altri minori vivono in un limbo per non essere stati registrati alla nascita”.

“Si stima che circa centocinquanta milioni di bambini invisibili non abbiano esistenza legale”, l’altra denuncia: “Questo è un ostacolo per accedere all’istruzione o all’assistenza sanitaria, ma soprattutto per loro non c’è protezione della legge e possono essere facilmente maltrattati o venduti come schiavi. E questo succede. Ricordiamo i piccoli Rohinghya, che spesso fanno fatica a farsi registrare, i bambini indocumentados al confine con gli Stati Uniti, prime vittime di quell’esodo della disperazione e della speranza di migliaia che salgono dal Sud verso gli Usa, e tanti altri”. La storia dell’oppressione dei bambini si ripete: “Io sono cresciuto con i racconti della Prima Guerra mondiale, fatti da mio nonno, e questo mi ha aperto gli occhi e il cuore sull’orrore delle guerre”. Per Bergoglio, “guardare con gli occhi di chi ha vissuto la guerra è il modo migliore per capire l’inestimabile valore della vita”:

“Ascoltare i bambini che oggi vivono nella violenza, nello sfruttamento o nell’ingiustizia serve a rafforzare il nostro ‘no’ alla guerra, alla cultura dello scarto e del profitto, in cui tutto si compra e si vende senza rispetto né cura per la vita, soprattutto quella piccola e indifesa”.

“In nome di questa logica dello scarto, in cui l’essere umano si fa onnipotente, la vita nascente è sacrificata mediante la pratica omicida dell’aborto”, la denuncia di Francesco: “L’aborto sopprime la vita dei bambini e recide la fonte della speranza di tutta la società”. “È importante ascoltare: dobbiamo renderci conto che i bambini piccoli osservano, capiscono e ricordano”, l’indicazione di rotta per i partecipanti al Summit: “E con i loro sguardi e i loro silenzi ci parlano. Ascoltiamoli!”.

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