Consiglio di Stato, il dibattito fra Greco e Maruotti all’inaugurazione dell’anno giudiziario

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Nel biennio dell’emergenza covid, la giustizia amministrativa ha vissuto una fase di visibilità forse irripetibile, seppure in una cornice drammatica: è davanti ai Tar, e poi al Consiglio di Stato, che si sono consumate alcune delle principali “battaglie” condotte dai cittadini contro alcuni dei limiti alla libertà imposti per contrastare la pandemia.

In quel biennio terribile, la giustizia amministrativa ha conosciuto anche una meno vistosa, meno socialmente percepita ma altrettanto importante svolta: l’uso decisamente più ampio della tecnologia nel processo. Tra il 2020 e il 2022 la materia capace di suscitare accesi dibattiti fra magistrati e avvocati, cosi come all’interno di ciascuna delle due categorie, è stata il ricorso alle cosiddette “videoudienze”

Palazzo Spada, il presidente del Consiglio di Stato Luigi Maruotti ha aperto l’anno giudiziario della giustizia amministrativa con la presentazione della propria Relazione annuale, al cospetto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di altre fra le più alte cariche dello Stato. Con Maruotti sono intervenuti anche l’avvocato generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli e il presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Greco.

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Nei tre discorsi inaugurali sono stati affrontati diversi argomenti, ma non sarebbe assolutamente potuto mancare il riferimento a quel tratto dell’innovazione digitale che ha già distinto nel recente passato il processo amministrativo. È stato innanzitutto il presidente del Consiglio di Stato Luigi Maruotti a rivendicare, legittimamente, il successo conseguito, dalla giurisdizione di cui è il vertice, con il «premio Agenda Digitale 2024», in virtù del «miglior progetto innovativo “Piattaforma di business intelligence e intelligenza artificiale”, nella sezione dedicata alle amministrazioni centrali». In particolare, ha ricordato il numero uno di Palazzo Spada, la giustizia amministrativa ha ottenuto «il Premio dall’osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico nel corso della cerimonia finale a Milano».

E il successo, ha aggiunto, «testimonia la continuità di un impegno che già nel 2017 aveva portato la Giustizia amministrativa a ricevere lo stesso prestigioso riconoscimento. Si conferma una visione lungimirante e il costante impegno della magistratura amministrativa a partecipare attivamente ai processi di innovazione tecnologica, governandone gli sviluppi con l’ausilio di tecnici competenti. Il premio è un riconoscimento per gli sforzi congiunti di magistrati, personale amministrativo e partner esterni, che hanno dimostrato come l’integrazione delle competenze produca risultati di rilievo e permetta un continuo miglioramento».
È una puntualizzazione giusta, naturalmente, ma rispetto alla quale il presidente del Cnf Greco ha rivolto il garbato invito a non eccedere con le aspettative negli strumenti digitali, che vanno sempre e comunque governati: «La collaborazione tra avvocatura e magistratura amministrativa risulta ancor più rilevante laddove si tenga conto delle sfide della transizione digitale, alla luce del doveroso rispetto dei principi costituzionali e, in primo luogo, delle garanzie del giusto processo e del diritto di difesa», ha premesso il vertice dell’istituzione forense. Che ha avvertito: «Sebbene la trasformazione digitale e il potenziamento del processo amministrativo telematico rappresentino obiettivi senza dubbio auspicabili, perseguiti con efficacia dalla giustizia amministrativa, che si conferma così un’avanguardia in questo ambito, è fondamentale ricordare l’importanza di agire con prudenza in settori delicati. Solo il confronto preventivo e costante tra gli attori del processo, infatti, può evitare ogni rischio di diffidenza rispetto alle innovazioni».

Greco ha ricordato dunque che «il 15 gennaio ha preso avvio la sperimentazione del nuovo Portale della giustizia amministrativa, attualmente utilizzabile in affiancamento al precedente sistema» e come tale nuova piattaforma «dal 1° giugno 2025 sarà l’unica a regime: il Portale non ha fatto registrare disfunzioni particolari o inefficienze rilevanti, ma credo che, prima di procedere a dare corso a ulteriori nuovi sistemi, occorra soffermarsi per consentire una verifica veramente approfondita, nella consapevolezza che, nell’esercizio della giurisdizione, la stabilità delle regole deve andare di pari passo con la stabilità delle modalità tecniche di accesso, che insieme rappresentano veri e propri valori». Il presidente del Cnf ha avvertito che «l’eccesso di riforme, e di riforme delle riforme, non giova, come registrato in passato, alla certezza del diritto e alla tutela dell’affidamento degli avvocati e in generale degli operatori qualificati».

Nello specifico, Greco ha auspicato, «nel clima di collaborazione» ricordato fin dal principio del proprio intervento, «che sia consentito un maggior tempo di assuefazione al nuovo sistema di accesso al portale telematico tramite Spid e Cie, con un tempo di transizione più ampio, nel corso del quale venga mantenuta la possibilità di accesso anche con il precedente sistema di credenziali».
C’è insomma un delicato equilibrio fra tecnologia e diritti, del quale la giustizia amministrativa è forse occasione di verifica più efficace rispetto alle giurisdizioni ordinarie, in particolare rispetto al processo civile, sia per il carico più gestibile, sia per la specificità delle materie trattate. Dal dibattito fra avvocatura e magistratura amministrative arriva dunque un monito a credere sì nell’innovazione digitale ma senza mai perdere di vista, nel contempo, le garanzie e le tutele per i difensori e, soprattutto, per i loro assistiti, ossia per gli “utenti” del servizio giustizia.



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