Bologna metropolitana – Alluvione, il Commissario Fabrizio Curcio incontra i sindaci dell’area metropolitana

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Il punto della situazione sulla ricostruzione in un incontro a Palazzo Malvezzi con il Presidente Michele de Pascale e il sindaco Matteo Lepore

Approvazione immediata di un primo stralcio di opere dei Piani speciali già validati, con gli interventi più urgenti, bacino per bacino, da finanziare con la legge di bilancio all’esame del Parlamento. Adeguato finanziamento degli stati di emergenza in corso, per assicurare la copertura dei costi già sostenuti, e ricomposizione unitaria della gestione della ricostruzione, pubblica e privata, per le emergenze di settembre e ottobre 2024, rispetto a quella del maggio 2023.

Queste le richieste che il Sindaco Matteo Lepore, a nome del territorio bolognese, ha fatto al Commissario di Governo Fabrizio Curcio, questa mattina a Palazzo Malvezzi per fare il punto sulla ricostruzione e messa in sicurezza del territorio con i Sindaci dell’area metropolitana e il Presidente della Regione Michele de Pascale.

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“Voglio ringraziare il Commissario Curcio il Presidente de Pascale perché inizia una stagione importante di collaborazione per mettere in sicurezza il territorio e dotarlo di quelle strategie e interventi che servono per il futuro – ha commentato il sindaco Lepore – Abbiamo fatto il punto con i sindaci dell’area metropolitana sulle priorità e anche sui 18 mesi passati. È stato un confronto molto importante. Abbiamo dato conto anche dell’Accordo quadro che con la Regione, la Città metropolitana e il Comune di Bologna stanno stilando, perché vogliamo parlare con una voce unica sia verso i cittadini sia verso il Governo, e siamo anche pronti a mettere in campo le nostre strutture. Il commissario ci ha dato ampia disponibilità a lavorare assieme”.  

 

“Il primo tema è indiscutibilmente quello di portare il post alluvione 2023 e 2024 dentro un’unica gestione commissariale, aspetto che dovrà essere presente nella norma che andrà definita – ha commentato il Presidente de Pascale – Questo vale per tutto il territorio regionale, ma vale in modo peculiare per la Città metropolitana di Bologna dove gli eventi più gravi, a differenza della Romagna, sono quelli del 2024. Sul versante degli indennizzi ci sono modifiche oggettive che vanno affrontate: alcune riguardano la rendicontazione, altre l’ambito agricolo, altre ancora il tema dello stato di fatto degli immobili. E poi serve una grande accelerazione sui lavori. Quando dico che ognuno deve fare la propria parte, non è un titolo, ma un fatto concreto. Sul tema della manutenzione del territorio, nel bilancio di previsione che presenteremo tra qualche settimana, raddoppiamo le risorse investite dalla Regione”.

 

Le alluvioni del maggio 2023 hanno colpito duramente gran parte del territorio bolognese: 31 Comuni su 55 dell’area metropolitana sono stati direttamente coinvolti. I danni stimati per le sole strade provinciali ammontano a oltre 140 milioni di euro. Fra gli eventi principali ricordiamo il crollo del Ponte della Motta sulla SP 6 fra Budrio e Molinella, che richiede 37 milioni di euro per la ricostruzione: chiediamo alla struttura commissariale che venga dato corso al Piano speciale già definito con il Commissario Figliuolo, che vede il finanziamento dell’opera con il residuo di fondi già a disposizione. Sulle strade provinciali, sono stati attuati o in corso di attuazione 109 interventi per un investimento di più di 100 milioni di euro.

 

Nel 2024 il nostro territorio è stato colpito altre 5 volte da calamità naturali di tipo alluvionale. Ogni volta, decine di tecnici ed operai della Città metropolitana di Bologna sono intervenuti per giorni in condizioni di emergenza, trovandosi a ricostruire quello che già era stato ricostruito e abbandonando ogni altra attività, compresa quella di ricostruzione del 2023.

Ad oggi, per i soli danni 2024, Città metropolitana ha investito circa 12 milioni di euro, senza alcun rimborso, spesso con interventi temporanei, perché non c’è tempo e risorse per quelli definitivi. In assenza di ulteriori fenomeni meteorologici estremi, l’Ente stima un fabbisogno aggiuntivo, oltre a quanto già previsto per il 2023 e a quello speso nel 2024, pari a circa 60 milioni di euro per la sola strada della Val di Zena (SP 36), che deve essere quasi completamente ricostruita.

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A fronte di questo impegno straordinario, la struttura della Città metropolitana è in sovraccarico. “Incontriamo grosse difficoltà – ha spiegato ancora Lepore – a reclutare personale tecnico, la cui competenza è necessaria per l’attività di ripristino delle infrastrutture. Nonostante sia stata autorizzata l’assunzione di 40 unità di personale per l’area metropolitana di Bologna al momento abbiamo individuato una disponibilità di 18 persone, meno della metà di quanto assegnato. Nel senso che le persone non accettano l’incarico”.  Scontiamo l’effetto di due vincoli a oggi invalicabili: la tipologia di assunzione, individuata esclusivamente nei rapporti di lavoro a tempo determinato, e la possibilità di utilizzare solo le graduatorie di concorso già aperte. Ovviamente accanto a questo, “rimane la forte preoccupazione per le famiglie e le imprese, che faticano a ricevere i rimborsi dovuti di cui hanno bisogno anche per fare ripartire l’economia del nostro territorio”, ha aggiunto Lepore.

 

“Abbiamo davanti sfide difficili – ha concluso il sindaco – ripensare alcune scelte di pianificazione territoriale e di regolamentazione urbanistica del nostro territorio per fare in modo che eventi come quello del maggio 2023, per quanto in sé eccezionali, non abbiano l’impatto a cui abbiamo dovuto far fronte”. E ancora, “individuare i criteri per una nuova ricostruzione della rete stradale, conseguire una nuova consapevolezza nella gestione delle acque e delle reti idriche, studiare la mappatura delle frane e le differenze rispetto alle previsioni di rischio, prestare attenzione alle connessioni fra agricoltura, frane e fabbisogno idrico”.



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