L’ex sottosegretario ed ex dg dell’Arpal Puglia potrebbe occupare la poltrona di dg lasciata libera di recente da Matteo Colamussi alle Fal, completamente controllate dal ministero di Matteo Salvini. Ma lui smentisce
Politica e ferrovia. Dalla prima alla seconda repubblica il binomio non è mai tramontato. E se 40 anni fa era celebre la «sinistra ferroviaria», con allusione a una corrente del Partito socialista, ora i binari in Puglia piegano a destra, in direzione Lega, che con Salvini guida il ministero dei Trasporti.
La poltrona vuota alle Fal
Ferrovia e politica tornano ad intrecciarsi assieme ai percorsi umani. Pare che per attrarre il sempre utile (in termini di voti) ex sottosegretario Massimo Cassano nell’orbita della Lega, a qualcuno sia venuto in mente di prospettargli una poltrona niente male: quella di direttore generale delle Fal (Ferrovie apulo lucane) società al 100% controllata dal ministero dei Trasporti.
L’incarico è stato lasciato libero da qualche settimana da Matteo Colamussi, manager ed esponente di FdI di rito fittiano, dirigente interno dopo il superamento del concorso nel 2022, ma pure dal 2008 direttore generale per nomina del consiglio di amministrazione. Un cda presieduto da Vittorio Zizza (ex senatore Lega) e composto da Gioacchino Allegretti (esponente di FdI, ramo Gemmato) e da Rosella Di Tullio (nominata dalla Regione Basilicata).
L’ex dg Colamussi è stato nominato amministratore delegato di Sistemi Urbani, società del gruppo Fs. E finché resta lì, rimarrà scoperto l’incarico di dg alle Fal.
Da qui l’idea che il posto potesse essere offerto a Cassano: con un passato da manager all’Arpal di Puglia oltre che sottosegretario al Lavoro: prima centrodestra, poi emilianista e vicino al centrosinistra pugliese, ora di nuovo centrodestra dopo il defenestramento dall’Arpal.
Cassano nell’orbita delle società di trasporti (e del Carroccio)
Si era detto che Cassano, dopo aver schierato il suo gruppo con la Lega alle Europee, potesse andare a Busitalia (gruppo Fs) ma l’operazione è sfumata. Ma che siano bus o treni, l’intento era attrarre Cassano nell’orbita della Lega e consentire al Carroccio di rafforzarsi in vista delle prossime Regionali, considerato il diminuito appeal leghista dopo i fasti del 30% degli anni passati.
«Io non sono interessato a nulla e nessuno mi ha proposto nulla», chiude il discorso Cassano. E quanto alla federazione della sua Puglia popolare con altre forze politiche, «presto faremo sapere».
Nel centrodestra pugliese si dice che se non fosse Cassano, all’incarico in Fal potrebbero interessarsi esponenti leghisti, interni al Carroccio. Per esempio l’ex deputato Nuccio Altieri, ben accasato nel cda di Leonardo, oppure il consigliere regionale Fabio Romito.
Ma il primo non rinuncerebbe a Leonardo per andare alle Fal. Caso mai, da manager pubblico, potrebbe unire le due cose. E il secondo, dopo essersi candidato a sindaco di Bari, pensa a spendere il consenso accumulato per le prossime Regionali.
L’opzione Forza Italia, se fallisse quella della Lega
E Cassano? Ieri mattina si sono riuniti i parlamentari di Forza Italia con i consiglieri regionali. Tutti presenti, tranne il consigliere Napoleone Cera (anche lui segnalato per le trattative intrattenute con la Lega, ma qui si parla della presidenza del parco del Gargano). Sembrava che si dovesse parlare dell’ipotetico rientro di Cassano sotto le insegne azzurre (da dove l’ex sottosegretario ha preso le mosse, da consigliere regionale).
«Non si è parlato di questo – taglia corto il coordinatore regionale di FI, Mauro D’Attis – ma delle prossime nostre iniziative e della prossima costituzione della segreteria regionale». Chiuso il tesseramento 2024 con 12 mila iscritti, Forza Italia ha ripreso con vigore l’iniziativa politica. D’Attis esclude che del caso Cassano si sia parlato. Ed è così.
Ma che l’approdo di Cassano possa essere Forza Italia, se fallisse l’aggancio con la Lega, è tutt’altro che escluso. Cassano non solo ha cominciato la propria esperienza politica con FI. Ha poi seguito Angelino Alfano e Renato Schifani nel Ncd (Nuovo centro destra). E ora che Schifani, governatore della Sicilia, è tornato nelle fila degli Azzurri, potrebbe seguirlo nuovamente per ritornare lì dove era partito.
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