Biogas a La Martella: quando l’energia verde diventa un bubbone urbano

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Il Biogas e la sua “magnifica” promessa Il biogas, energia rinnovabile ottenuta dalla fermentazione di biomasse e rifiuti organici, è spesso presentato come una soluzione innovativa per combattere il cambiamento climatico. Tuttavia, come diceva Seneca, “Non tutto ciò che splende è oro” . E se quel bagliore fosse solo un riflesso ingannevole? Se il prezzo da pagare per questa magia verde fosse troppo alto per chi vive nei dintorni?
In qualità di responsabile regionale dell’A.I.A. Italia e imprenditore locale, ritengo doveroso analizzare criticamente il progetto di realizzazione di un impianto di biogas nel borgo La Martella, a Matera. Un luogo che sembra essere stato scelto non tanto per la sua idoneità, quanto per la sua vulnerabilità.

Il contesto: quando il progresso si scontra con la tradizione La Martella, un borgo storico immerso nelle colline materane, è un gioiello di architettura rurale e paesaggio mediterraneo. Un posto dove il tempo sembra essersi fermato, dove le case in pietra raccontano storie di contadini e pastori, e dove l’aria profuma ancora di terra e di storia. Ma ora, questo angolo di paradiso rischia di essere invaso da un mostro industriale: un impianto di biogas. Il progetto, presentato con toni trionfalistici dalle autorità locali, promette di ridurre le emissioni di CO₂ e di produrre energia rinnovabile. Tuttavia, come ogni moneta ha due facce, anche questo progetto nasconde un rovescio oscuro, un lato che potrebbe trasformare La Martella in un inferno olfattivo e ambientale.

Le motivazioni contro: perché il biogas non deve insediarsi a La Martella

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Prossimità ai centri abitati. L’impianto proposto si trova a pochi chilometri dal centro abitato di La Martella, una distanza ridicola per un’infrastruttura che, per sua natura, produce odori nauseabondi e rumori incessanti. I residenti temono che gli effluvi maleodoranti, derivanti dalla fermentazione dei rifiuti organici, possano invadere le loro case, rendendo impossibile vivere serenamente. Immaginate di aprire la finestra e respirare aria fresca… ma invece, ecco arrivare una zaffata di letame fermentato. Non esattamente il profumo della primavera! Come dicevamo nell’A.I.A., “Primum non nocere”: prima di tutto, non nuocere. E qui, il danno è evidente.
Impatto sul turismo. Matera, patrimonio UNESCO e capitale europea della cultura nel 2019, vive in gran parte del turismo. La Martella, con il suo fascino rustico e autentico, è una delle mete preferite dai visitatori che cercano un’esperienza genuina. Ma cosa accadrà quando i turisti, anziché ammirare paesaggi mozzafiato, si ritroveranno a coprirsi il naso per l’odore insopportabile di un impianto industriale? Continuare a insistere su La Martella sarebbe, appunto, una follia.
Rischio ambientale. Gli impianti di biogas, sebbene considerati “verdi”, non sono privi di rischi. Le fughe di metano, un gas serra 25 volte più potente della CO₂, possono avere conseguenze devastanti per l’ambiente. Inoltre, la gestione impropria dei rifiuti organici può contaminare le falde acquifere, compromettendo una delle risorse più preziose della regione.
Spostare l’impianto in aree designate, lontane dai centri abitati e dai siti di interesse culturale, sarebbe una soluzione più responsabile e sostenibile.
Scelta politica miope. La decisione di collocare l’impianto a La Martella appare come un atto di opportunismo politico, piuttosto che una scelta ponderata. È evidente che il sito sia stato scelto per la sua accessibilità e basso costo, ignorando completamente le implicazioni sociali e ambientali. Ma, come ammoniva Machiavelli, chi vuol essere obbedito deve sapere comandare. E qui, le autorità locali sembrano aver perso il controllo della situazione, sacrificando il benessere dei cittadini sull’altare del profitto.

Proposta costruttiva: verso un futuro migliore
Se vogliamo davvero abbracciare l’energia verde, dobbiamo farlo con intelligenza e lungimiranza. Ecco alcune proposte concrete: individuare aree industriali designate: esistono zone già predisposte per attività industriali, lontane dai centri abitati e dai siti di interesse culturale. Spostare l’impianto in queste aree sarebbe una scelta più logica e responsabile; promuovere il coinvolgimento della comunità: organizzare tavoli di discussione con i residenti, gli esperti e le associazioni ambientaliste per trovare soluzioni condivise;  investire in tecnologie avanzate: adottare sistemi di filtraggio dell’aria e trattamento dei rifiuti all’avanguardia, per minimizzare l’impatto ambientale e olfattivo; creare sinergie con il settore agricolo: utilizzare il digestato, un sottoprodotto del processo di produzione del biogas, come fertilizzante naturale per le coltivazioni locali. Così facendo, si creerebbe un ciclo virtuoso tra energia e agricoltura.

Il tempo scorre inesorabile, ma la memoria resta. E la memoria di Matera, città millenaria e simbolo di resilienza, non merita di essere macchiata da scelte politiche avventate. Il biogas è certamente una risorsa preziosa, ma non a ogni costo. Prendetevi il tempo necessario per riflettere, perché le decisioni che prenderete oggi plasmeranno il destino di Matera domani. E ricordate: affrettati lentamente. *Nicola Mario Fraccalvieri, geometra responsabile regionale A.I.A Italia



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