Tasse, aliquote e detrazioni, tutte le novità del 2025: i conti da fare per capire se si pagherà di più o di meno

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di
Stefano Poggi Longostrevi

Confermate le integrazioni in busta paga per i redditi più bassi, nessun incentivo, invece, per il ceto medio. Introdotto un tetto alle detrazioni per chi dichiara più di 75.000 euro: servirà molta attenzione

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Confermata l’Irpef a tre aliquote e la riduzione del cuneo fiscale per i redditi più bassi, nessuno sgravio, invece, per il ceto medio. Giro di vite sulle detrazioni. Sono le novità più significative che riguardano l’l’Irpef introdotte dalla legge di Bilancio e con le norme di attuazione della riforma fiscale. 

Le tra aliquote Irpef e gli interventi sulle spese detraibili

Dal 2025 diventa strutturale la riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3 introdotta per il 2024. Non è previsto, invece, nessun intervento a favore di coloro che guadagnano più di 50.000 euro. La curva dell’Irpef, a cui vanno aggiunte le addizionali locali, è ora è strutturata in tre scaglioni: fino a 28 mila euro l’aliquota è del 23%; oltre 28 mila e fino a 50 mila euro, l’aliquota sale al 35%; oltre 50 mila euro si paga il 43%. 
Tra le novità negative della manovra c’è l’introduzione dal 2025 di un limite alle spese detraibili per chi dichiara un reddito complessivo lordo superiore a 75.000 euro, una tagliola che rischia di colpire spese molto diffuse come le tasse per chi frequenta l’università, le spese funebri, le spese pagate dal 2025 per la ristrutturazione della casa e altri bonus edilizi. L’entità dei possibili tagli dipende sia dal reddito che dalla composizione del nucleo familiare in base a una serie di coefficienti. Il meccanismo è piuttosto complesso, ma nella tabella sono già indicate le varie soglie, così ognuno può fare i propri conti.




















































Le strette sulle detrazioni: chi ci rimette

Ad esempio un contribuente con un figlio a carico potrà portare in detrazione oneri pagati nel 2025 per una somma non superiore a 9.800 euro se dichiara tra 75.000 e 100.000 euro, quindi con un risparmio Irpef massimo di 1.274 (aliquota del 19%). Senza figli a carico, invece, il tetto scende a 7.000 euro, con un risparmio massimo di 1.330 euro. I limiti si applicano per singolo contribuente. 
Sono escluse dalla norma le spese sanitarie, le somme investite nelle start-up e Pmi innovative, gli interessi su mutui ipotecari prima casa stipulati entro il 2024, le quote annue delle spese per bonus edilizi e risparmio energetico sostenute fino al 2024, i premi di assicurazione per contratti stipulati entro il 2024. 
Per le spese sostenute dal 2025 ma detraibili a rate in più anni, come i bonus edilizi, si considera l’importo della quota annua. 
Chi ristrutturerà casa da quest’anno rischia di esaurire facilmente il plafond, dato che la spesa è di solito consistente. Potrà essere conveniente ripartire queste spese tra i coniugi cointestatari o anche solo conviventi, se entrambi hanno un reddito conveniente. 
Rivisto anche il meccanismo della detrazione per i figli a carico: dal 2025 si applica solo a quelli di età inferiore a 30 anni, salvo che nel caso di disabilità accertata
Stretta sulle detrazioni per gli altri familiari a carico, come i genitori, che ora devono essere conviventi. Sale da 800 a 1.000 euro il limite massimo di spesa detraibile per alunno o studente per la frequenza di scuole dell’infanzia, del primo ciclo d’istruzione e della scuola secondaria di secondo grado.

Cuneo fiscale: tagli e nuova «no tax area»

Anche per il 2025 la legge di Bilancio conferma l’erogazione di una somma a titolo di trattamento integrativo, di 1.200 euro, ai contribuenti con reddito complessivo non superiore a 15.000 euro, ma solo se l’imposta lorda sui redditi di lavoro dipendente è superiore alla detrazione per lavoro diminuita di 75 euro rapportato al periodo di lavoro nell’anno. Mentre ai dipendenti con reddito complessivo fino a 20.000 euro spetta un’integrazione esente da Irpef, determinata applicando al reddito di lavoro dipendente una determinata percentuale. Se il reddito: 
• non supera euro 8.500, si applica la percentuale del 7,1%. Quindi l’integrazione può arrivare al massimo a 603 euro; 
• è compreso tra 8.501 e 15.000 euro, si applica il 5,3% (da 450 a 795 euro); 
• è tra 15.001 e 20.000 euro, si applica il 4,8% (720-960 euro). 
Per i dipendenti con reddito tra 20.000 e 32.000 euro, c’è una detrazione fissa di 1.000 euro; oltre i 32.000 euro diminuisce gradualmente e si azzera a 40.000 euro. Dal 2025 la detrazione base prevista per i redditi di lavoro dipendente non superiori a 15.000 euro sale da 1.880 a 1.995 euro. Si allarga così fino a 8.500 euro la «no tax area» , cosi come già previsto per i pensionati

Fringe benefit e premi: sgravi per altri tre anni

Anche per il triennio dal 2025 al 2027 si conferma, come già nel 2024, l’aumento a 1.000 euro del limite di esenzione per i seguenti fringe benefit: valore dei beni ceduti e servizi prestati al lavoratore; somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamento di: utenze domestiche di energia elettrica, acqua e gas; spese per l’affitto della prima casa; interessi sul mutuo prima casa. L’esenzione, oltre che ai fini fiscali (Irpef o sostitutive), ha valore anche ai fini contributivi. Il limite di esenzione è incrementato a 2.000 euro per i dipendenti con almeno un figlio fiscalmente a carico. 

Viene confermata la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività (cosiddetti premi di risultato), che era stata già prevista per il 2024, estendendola ai premi corrisposti negli anni 2025, 2026 e 2027. La tassazione agevolata consiste in una riduzione dell’aliquota dell’imposta sostitutiva di Irpef e relative addizionali regionali e comunali, che sarà pari al 5% in luogo del 10% ordinariamente previsto. La tassazione al 5% si applica sui premi di produttività pagati ai dipendenti del settore privato, che possono essere costituiti da premi di risultato o da forme di partecipazione agli utili d’impresa.

Dichiarazioni: il calendario aggiornato

Dopo i vari cambiamenti avvenuti lo scorso anno, per il 2025 il calendario fiscale dovrebbe essere stabile. In particolare:

Modello 730. Per chi si avvale della dichiarazione semplificata la scadenza rimane al 30 settembre e interessa sia chi invia in proprio il modello precompilato, sia chi ricorre all’assistenza del Caf o di un professionista abilitato. 

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Modello redditi PF. Il termine ultimo per l’invio della dichiarazione fiscale annuale è fissato a regime al 31 ottobre di ogni anno, scadenza che vale anche per le società aventi esercizio coincidente con l’anno solare. Per il pagamento del saldo delle imposte 2024 e primo acconto 2025 (o della prima rata per chi si avvale della rateazione), la scadenza è il 30 giugno 2025 o il 30 luglio con la maggiorazione dello 0,4%, salvo proroghe per l’arrivo di novità fiscali come avvenuto gli anni scorsi per i soggetti interessati agli Indici sintetici di affidabilità o, nel 2024, al concordato preventivo biennale. Per il secondo acconto il termine nel 2025 slitta al 1° dicembre, dato che la scadenza ordinaria del 30 novembre cade di domenica.

Imu. Confermate le scadenze del 16 giugno per l’acconto e il 16 dicembre per il saldo.


5 febbraio 2025 ( modifica il 5 febbraio 2025 | 07:59)

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