Caso Almasri, informativa Nordio e Piantedosi alla Camera: “Mandato d’arresto della Cpi era irrazionale e contraddittorio, il generale espulso per la sicurezza dello Stato” – DIRETTA

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I ministri della Giustizia e dell’Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, sono oggi alla Camera per un informare il Parlamento in merito alla liberazione del generale libico Almasri. Assente la premier Giorgia Meloni. Dopo la Camera toccherà al Senato, alle ore 15.30.

Caso Almasri, l’informativa di Nordio e Piantedosi

I ministri Nordio e Piantedosi questa mattina sono oggi in Parlamento per un’informativa sul caso Almasri. Alle 12.30 gli esponenti del governo parleranno alla Camera, mentre alle 15.30 saranno in Senato. Presenti in aula diversi esponenti dell’esecutivo, tra cui Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, che aveva risposto alla critiche dell’opposizione sull’assenza della premier Meloni dichiarando che “il governo non scappa, c’è la volontà di rispondere al Parlamento“. Assenti invece, oltre alla Meloni, anche i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. Tra le fila dell’opposizioni sono in aula la segretaria del Pd Elly Schlein, il leader pentastellato Giuseppe Conte e i coportavoce di Alleanza Verdi Sinistra Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli

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I ministri Nordio e Piantedosi riferiranno al Parlamento sul caso Almasri, per il quale sono stati iscritti al registro degli indagati insieme a Giorgia Meloni e al sottosegretario Alfredo Mantovano. L’informativa arriva dopo circa una settimana di richieste di chiarimenti sulla vicenda del generale libico.

Le parole del ministro Nordio 

Il ministro Nordio in aula ha dichiarato di essere stato avvertito “quando Almasri era già stato arrestato“. “Il 20 gennaio il procuratore della Corte d’appello di Roma trasmetteva il complesso carteggio”, sull’arresto di Almasri, “al ministero della Giustizia alle11.40. Alle 13.57 il nostro ambasciatore all’Aja trasmetteva al ministero la richiesta dell’arresto provvisorio. La comunicazione della questura al ministero è avvenuta ad arresto già fatto“. Ha affermato inoltre che l’atto della Corte penale internazionale “manca di coerenza ed era nullo“. “La Corte si riunisce 5 giorni dopo per dire che il primo mandato di arresto era completamente sballato perchè aveva sbagliato niente meno che la data del commesso reato e noi ce ne eravamo accorti. Se non ce ne fossimo accorti e l’avessimo inviata alla corte d’appello italiana ce l’avrebbe mandata indietro dicendo che quel mandato di arresto era completamente contraddittorio. E questo ce lo dice la stessa corte che ha fatto una riunione apposta per cambiare la data dei delitti dal 2011 al 2015. Quattro anni di resto continuato non sono cosa da poco“. Il ministro si rivolge poi alla magistratura: “Quello che mi ha un po’ deluso, anche se non è arrivato inaspettato, è stato l’atteggiamento di una certa parte della magistratura. Parte della magistratura che si è permessa di sindacare l’operato del ministro senza aver letto le carte. Cosa che può anche essere perdonata ai politici, ma non può essere perdonata a chi per mestiere per prudenza le carte le dovrebbe leggere“.

Le parole del ministro Piantedosi

Il ministro ha smentito “nella maniera più categorica” una “forma di pressione indebita assimilabile a minaccia o ricatto da parte di chiunque, come è stato adombrato in alcuni momenti del dibattito pubblico sviluppatosi in questi giorni. Al contrario, ogni decisione è stata assunta, come sempre, solo in base a valutazioni compiute su fatti e situazioni, nell’esclusiva prospettiva della tutela di interessi del nostro Paese“. Ha affermato  poi che Almasri non è mai stato un “interlocutore del governo per vicende che attengono alla gestione del complesso fenomeno migratorio“. Secondo quanto riferice Piantedosi, “L’espulsione di Almasri è da inquadrare nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell’ordine pubblico“. 

Durante la seduta diversi applausi della maggioranza, contrapposti a momenti di forte protesta dell’opposizione, in particolar modo quando il ministro Nordio si è rivolto alla magistratura.

Le parole dell’opposizione

Elly Schlein è stata la prima, dopo Giovanni Donzelli di FdI, a rispondere alle parole dei ministri. La segretaria del Pd ha criticato nuovamente la decisione del governo di far informare il Parlamento dai ministri Nordio e Piantedosi piuttosto che dalla premier Meloni: “la premier ha mandato in aula i suoi ministri, un atteggiamento non da presidnete del Consiglio“. Esprimendosi poi sulla liberazione del libico, ha affermato: “Se Almasri rappresenta una minaccia per l’Italia perchè lasciarlo libero?“. In merito alle parole di Nordio, la Schlein ha detto che il ministro della Giustizia “non ha parlato da ministro ma da avvocato difensore di Almasri“.

A farle eco anche Nicola Fratoianni e Giuseppe Conte. Fratoianni ha mostrato una foto di una presunta vittima di Almasri, accusando il ministro Nordio di non essersi assunto “la responsabilità di fare il suo dovere“. Conte ha definito invece Nordio come “il giudice assolutore di Almasri“.





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