Lusso in crisi, taglia pure Gucci. L’azienda Sud Salento licenzia 120 operai

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Langue il lusso. La ripresa per il sistema moda del Salento ancora non c’è, non almeno per tutti i reparti. Gli ammortizzatori sociali non bastano più. E la crisi adesso comincia a far male davvero. Ieri sera il calzaturificio Sud Salento srl ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per 120 dei suoi 335 dipendenti distribuiti tra gli stabilimenti di Gagliano del Capo, Corsano e Alessano

Un duro colpo per tutto il territorio che, sul tessile, abbigliamento e calzaturiero vuole, continuare a costruire futuro. Stiamo parlando di una delle più performanti aziende di settore dell’ultimo decennio, condotta dalla famiglia Abaterusso che l’ha posizionata nel cuore del mosaico produttivo regionale. Solo 4 anni fa, l’apertura del terzo stabilimento e 130 assunzioni. Orfana dal novembre 2022 della sua guida, Ernesto Abaterusso, Sud Salento è, però, pure una realtà imprenditoriale che oggi ammette di ritrovarsi costretta a pagare quello che probabilmente è sempre stato, allo stesso tempo, il suo punto di forza e debolezza, ovvero: l’essere il contoterzista esclusivo di Gucci, al punto di operare in regime di mono-committenza, nonostante la recente diversificazione del parco clienti. È tutto nero su bianco nella comunicazione trasmessa anche ai sindacati. Premesso di aver esaurito la cassa ordinaria e straordinaria disponibile, l’amministratore Vito Abaterusso riferisce: «La crisi aziendale è dovuta, in particolare, alla circostanza che l’azienda opera nel calzaturiero in regime di conto terzi ed in esclusiva per il gruppo Kering (marchio Gucci). Sicché, a partire dallo scorso dicembre 2023, ha subito un drastico calo delle commesse da parte dell’unico committente. In particolare, il Kering (Gucci), per effetto della crisi, ha ulteriormente ridimensionato i propri ordinativi e quindi le commesse di produzione assegnate alla Sud Salento, con particolare riferimento ai reparti di montaggio e finissaggio», di cui è infatti disposta la chiusura negli stabilimenti di Gagliano e Corsano, con il conseguente esubero e licenziamento dei rispettivi 120 addetti. 

Il riscontro è nei numeri. L’azienda illustra il crollo del fatturato e il parallelo aumento dell’incidenza del costo del personale: «Difatti il fatturato prodotto dai reparti di montaggio e finissaggio nel 2022 è stato pari a 10 milioni di euro, con un’incidenza del costo del lavoro del 82% (8.250.000 euro). Nel 2023 il fatturato degli stessi reparti è sceso a 8.880.000 euro, con un rialzo dell’incidenza della spesa di personale al 84%». Nel 2024, la situazione si è aggravata. Con il crollo degli ordinativi il fatturato è sceso a 4,2 milioni, mentre la spesa del personale si è attestata sul medesimo importo, con un’incidenza del 100%, dovuta anche all’ingente ricorso agli ammortizzatori sociali». 
La ricerca di nuovi committenti ha fruttato nello stesso 2024 anche l’acquisizione di nuovi rapporti in esclusiva per i reparti di giunteria. Per il montaggio e il finissaggio, invece, è stato il vuoto. «L’azienda non ha potuto, finora, assumere nuovi ordinativi a causa della riduzione delle commesse che sta interessando ormai da tempo tutti i distretti e i grandi player delle calzature di lusso». A conti fatti, Sud Salento spiega dunque di aver deciso di licenziare quasi 1/3 del personale per non compromettere la stabilità finanziaria dell’intera impresa e dopo aver ricercato ogni possibile soluzione per evitarla.

L’analisi di Abaterusso

Lo spiega anche il responsabile amministrativo, Gabriele Abaterusso, sindaco di Patù: «Siamo costretti ad avviare un’operazione di ristrutturazione aziendale, che riguarderà i reparti montaggio e finissaggio. Il taglio e l’orlatura stanno invece riprendendo il ritmo ordinario. Con le organizzazioni sindacali cercheremo, come sempre, di trovare la migliore soluzione per venire incontro alle esigenze dei lavoratori, per attenuare l’impatto di questa crisi. Nel frattempo – assicura il manager, interpellato – continueremo a lavorare per acquisire nuove commesse e per farci trovare pronti a cogliere le opportunità che si presenteranno in futuro». Sono 2mila i lavoratori del Tac in “cassa”. E 100 i licenziamenti che nel 2024 hanno preceduto quelli appena deliberati. La Task force regionale ha aperto un tavolo di crisi pugliese. Si attendono risposte concrete.

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