Un’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza ha portato alla luce un vasto sistema fraudolento finalizzato al rilascio di titoli di studio e attestati professionali falsi. L’operazione, avviata dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Potenza, ha portato agli arresti domiciliari sette persone e coinvolto oltre cento indagati su scala nazionale. Le indagini hanno interessato diverse regioni, tra cui Campania, Basilicata, Sicilia, Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia, con particolare attenzione alla provincia di Napoli.
Un sistema illecito diffuso su più regioni
L’attività investigativa ha permesso di smantellare una rete organizzata che garantiva il conseguimento fraudolento di lauree e attestati professionali.
Ben sei le regioni coinvolte: Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Basilicata e Sicilia.
Secondo le ricostruzioni, i membri dell’organizzazione avrebbero manipolato gli esiti degli esami online e falsificato attestazioni di frequenza, consentendo ai candidati di ottenere certificazioni senza aver realmente seguito i percorsi formativi richiesti.
Gli inquirenti hanno rilevato che, attraverso software di accesso remoto come Iperius Remote, gli indagati riuscivano a sostituirsi ai candidati nelle prove d’esame, alterando i risultati e ottenendo qualifiche indebite.
Tra le certificazioni false spiccano quelle per Operatori Socio Sanitari (OSS), utilizzate per l’accesso a graduatorie pubbliche e per ottenere punteggi aggiuntivi nei concorsi.
Sequestrati titoli e abilitazioni professionali
Le indagini hanno portato al sequestro di oltre cento titoli di studio e abilitazioni professionali rilasciati illecitamente.
Tra gli arrestati figurano nomi noti in ambito accademico e professionale, inclusi dirigenti di istituti privati e funzionari pubblici.
Gli inquirenti ipotizzano l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione di documenti, con lo scopo di favorire l’accesso a concorsi pubblici e incarichi lavorativi senza il possesso dei requisiti necessari.
La frode ha avuto un impatto significativo anche sul settore della formazione, alterando il regolare accesso alle professioni regolamentate.
Gli istituti coinvolti, situati in Basilicata e Campania, sono ora sotto stretta sorveglianza da parte delle autorità competenti.
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Gli indagati
Sono finiti agli arresti domiciliari, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione dei documenti:
- Ilaria Galotta, classe 1993 (Potenza);
- Stefano Dragonetti, classe 1992 (Potenza);
- Nicola Amabile, classe 1976 (San Pietro al Tanagro, SA);
- Ersilia Grassi, classe 1982 (Polla, SA);
- Vincenzo Macera, classe 1979 (Pompei, NA);
- Anna Macera, classe 1999 (Pompei, NA);
- Francesca Fortunata Infante, classe 1984 (Terzigno, NA).
In particolare, Ilaria Galotta, è l’ex commissario di Fratelli d’Italia di Potenza nonché titolare dell’omonimo istituto di formazione.
Conseguenze nel mondo della scuola e della formazione
L’inchiesta ha sollevato preoccupazioni anche nel settore scolastico e universitario, dove il fenomeno delle lauree facili e falsi titoli di studio rappresenta un grave problema per la credibilità delle istituzioni formative.
Le eventuali certificazioni rilasciate illecitamente avrebbero, infatti, generato disparità nei concorsi pubblici, penalizzando chi ha conseguito i titoli in modo regolare.
In risposta all’indagine, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato un’intensificazione dei controlli sulle piattaforme online e sulle procedure di verifica degli esami.
L’obiettivo è impedire il ripetersi di episodi simili, garantendo equità nei percorsi di selezione per il personale scolastico e universitario.
Le autorità proseguiranno con gli accertamenti per verificare eventuali ulteriori responsabilità e sanzionare chi ha beneficiato di titoli falsi per ottenere incarichi o avanzamenti di carriera.
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