Camini e stufe a “5 stelle” per l’ambiente (e il risparmio). Gli incentivi regionali

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Ne parla Davide Giudizi della Edilblock di Bagnacavallo: «Grande spinta al mercato grazie agli eco-incentivi. Con i focolari di ultima generazione, in bolletta si può spendere in media il 38 percento in meno»

Un intervento di Edilblock

Camini e stufe sono sempre più orientati verso la sostenibilità energetica e ambientale: per accendere un impianto a legna o a pellet all’interno delle proprie case oggi è necessario che sia completamente a norma, ovvero senza fiamme libere, dotato di canna fumaria in acciaio inox certificata e installato da un professionista abilitato. A darci ulteriori dettagli è Davide Giudizi, titolare dell’azienda Edilblock di Bagnacavallo, specializzata nella vendita e installazione di stufe, camini caldaie, forni e barbecue. «Gli eco-incentivi che hanno preso il via nel 2021 stanno dando una grande spinta al mercato, tanto che negli ultimi anni la nostra squadra interna di montatori è passata da uno, massimo due, a quattro operai».

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Grazie ai fondi del Conto Termico e al bando regionale dell’Emilia-Romagna per la sostituzione di impianti di riscaldamento civile a biomassa, chi sceglie di installare un generatore di calore a 5 stelle (il massimo livello di certificazione ambientale) può godere di una detrazione fiscale al 50 percento in dieci anni, mentre chi decide di sostituire il suo camino, stufa o caldaia con un impianto di ultima generazione avrà diritto negli 8 mesi successivi a un rimborso pari a un massimo del 65 percento del suo valore e un ulteriore rimborso (fino a 3mila euro per le stufe, fino 4mila per i camini e fino a 8mila per le caldaie) nel periodo successivo.

Le case dotate di caminetto tradizionale potranno anche adeguarsi alle normative installando appositi inserti con vetro protettivo e ventilazione integrata. «Attenzione però al rispetto delle corrette procedure – ricorda Giudizi – la certificazione del lavoro è fondamentale per garantire la sicurezza dell’impianto e accedere agli incentivi. In caso di sostituzione di un impianto esistente, il vecchio dispositivo deve essere rottamato e un operatore qualificato deve scattare foto dimostrative riconducibili alla casa interessata dalla sostituzione. Il settore si sta professionalizzando, e questo è un bene, soprattutto nell’ambito del pellet, che richiede un’assistenza preparata e competente. Gli installatori devono essere certificati e dotati di “lettera C”, un’abilitazione che si acquisisce con gli anni di esperienza».

I focolari di ultima generazione rappresentano una fonte di calore più sostenibile se confrontata al tradizionale riscaldamento a gas, sia a livello economico che ambientale: «Dopo l’impennata di legna e pellet del 2022 i valori sono rientrati nella norma e il risparmio in bolletta si può attestare su una media del 38 percento in meno – spiega l’esperto – la casa potrà godere inoltre di un caldo secco e asciutto, in grado di tenere lontano muffe e umidità. L’aspetto ambientale non è da trascurare: i bruciatori moderni sono sottoposti a rigidi standard qualitativi, soprattutto per quanto riguarda il pellet: da sempre noto per il basso impatto ambientale, è diventato senza dubbio il più richiesto dai consumatori, che oggi acquistano per il 70 percento impianti a biomassa compressa. I modelli più avanzati sono privi di braciere e possono stare accesi anche per 30 giorni di seguito senza essere puliti, un notevole passo avanti per avvicinare praticità, sostenibilità e risparmio. Per quanto riguarda la legna invece, la scelta più sostenibile può ricadere sul legname di qualità, come le querce dei nostri territori o sul faggio dell’est Europa, due combustibili dalle emissioni di Co2 contenute».

Riaperto dal 27 gennaio il bando per accedere ai contributi

Ha riaperto lunedì 27 gennaio il bando regionale che consente di accedere ai contributi per la sostituzione di caldaie, camini e stufe a legna o pellet con nuovi generatori a 5 stelle o pompe di calore. Dopo il successo dei due bandi precedenti, quello del 2023 che ha sovvenzionato quasi 2.400 impianti e quello del 2024 (che si è concluso il 31 dicembrescorso), la Regione finanzia la riapertura per il 2025 grazie a circa 10 milioni di euro del Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica). Nel 2024 sono state più di 5.700 le domande presentate, per quasi 18,5 milioni di euro di contributi.

Il provvedimento è rivolto ai cittadini residenti nei comuni delle zone di pianura dell’Emilia-Romagna già assegnatari, dal 1^ gennaio 2023, del contributo ‘Conto termico’. Per accedere alla richiesta di contributo è necessario disporre delle credenziali di autenticazione Spid, Carta di identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns): le domande devono essere effettuate esclusivamente per via telematica dall’apposito applicativo informatico raggiungibile da questa pagina e potranno essere presentate alla Regione dalle ore 14 del giorno 27 gennaio alle ore 16 del 31 dicembre 2025, salvo esaurimento dei fondi prima del termine stabilito.

Il contributo regionale sarà concesso a fondo perduto a integrazione del contributo riconosciuto dal Conto termico (Gse) per lo stesso intervento.

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