Caso Fanpage, cosa ha fatto la società israeliana Paragon e cosa dice il governo italiano

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


La vicenda Paragon scuote anche l’Italia.

Tutto ha inizio il 31 gennaio quando WhatsApp, l’app di messaggistica istantanea di Meta, ha dichiarato che Paragon Solutions, un produttore israeliano di software di hacking, ha preso di mira circa 90 utenti, tra cui giornalisti ed esponenti della società civile,“in oltre due dozzine di paesi, in particolare in Europa”.

Tra gli spiati anche il giornalista italiano Francesco Cancellato, direttore di Fanpage (nella foto), e Luca Casarini, fondatore di Mediterranea Saving Humans.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Nel frattempo, Paragon Solution ha dichiarato di aver fornito il software spyware “al governo degli Stati Uniti e ad altre agenzie governative di intelligence di paesi alleati”.

Ieri la ong di Mediterranea ha chiesto tramite un comunicato: “il Governo italiano ha autorizzato una simile operazione? I Servizi Segreti italiani si avvalgono del software Paragon?”. Anche Cancellato ha incalzato il governo dal suo profilo X, con i seguenti quesiti: “L’Italia è cliente dell’azienda Paragon Solutions? Il governo può ufficialmente smentire di aver spiato il direttore di un giornale?”

Immediata la replica della Presidenza del Consiglio. Con una nota Palazzo Chigi ha escluso l’attività di controllo “da parte dell’intelligence” e quindi “del governo”.

Tutto a posto? Non proprio. Prima il quotidiano britannico The Guardian, poi l’israeliano Haaretz riportano oggi che Paragon Solutions ha terminato la sua collaborazione con l’Italia. Una fonte ha spiegato come la decisione di annullare il contratto con il nostro paese giunga dopo che WhatsApp ha rivelato che un software di Paragon sia stato usato per attaccare decine di persone, tra cui il giornalista investigativo italiano.

Intanto sulla vicenda Paragon si è pronunciata anche Bruxelles: un portavoce della Commissione europea ha bollato l’accesso illegale a dati cittadini come “inaccettabile”. Le opposizioni sugli scudi: depositate oggi interrogazioni parlamentari da parte di Pd e Italia Viva per richiedere al governo di riferire alla Camera.

Tutti i dettagli.

GRAPHITE, LO SPYWARE DI PARAGONE AI LIVELLI DI PEGASUS DI NSO GROUP

La startup di cyber intelligence Paragon Solutions è lo sviluppatore del software noto come Graphite, uno strumento spyware regolamentato che consente agli utenti, compresi gli enti governativi, di accedere, raccogliere ed estrarre dati sottoposti a backup dallo smartphone di un individuo sul cloud. (Qui l’approfondimento di Startmag su Paragon, la società israeliana dietro il nuovo spyware denunciato da WhatsApp).

Lo spyware di Paragon ha capacità paragonabili allo spyware Pegasus di Nso Group, secondo il Guardian. Una volta che un telefono è infettato da Graphite, l’operatore dello spyware ha accesso totale al telefono, inclusa la possibilità di leggere i messaggi inviati tramite applicazioni crittografate come Signal e WhatsApp appunto.

Microcredito

per le aziende

 

Ynetnews ha riferito lunedì che l’Italia è un cliente Paragon. Ma finora non c’è stata alcuna altra conferma di tale affermazione.

LE DICHIARAZIONI DI PARAGON SOLUTIONS

Il presidente esecutivo di Paragon, John Fleming, ha affermato in una dichiarazione a TechCrunch martedì che “Paragon concede in licenza la sua tecnologia a un gruppo selezionato di democrazie globali, principalmente gli Stati Uniti e i suoi alleati”.

Fleming non ha risposto alla domanda se l’Italia fosse un cliente Paragon.

Tuttavia, il rappresentante di Paragon ha aggiunto che la società “richiede che tutti gli utenti accettino termini e condizioni che proibiscono esplicitamente l’illecita persecuzione di giornalisti e altre figure della società civile. Abbiamo una politica di tolleranza zero contro tali persecuzioni e interromperemo il nostro rapporto con qualsiasi cliente che violi i nostri termini di servizio”.

Ed è qui che si innesta il corto circuito.

LA POSIZIONE DI PALAZZO CHIGI

La presidenza del Consiglio mette nero su bianco che “esclude che siano stati sottoposti a controllo da parte dell’intelligence e quindi del governo, i soggetti tutelati dalla legge 3 agosto 2007, n. 124, compresi i giornalisti. Trattandosi di una questione che il governo considera di particolare gravità, – si aggiunge – è stata attivata l’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale. Acn ha interloquito con lo studio legale Advant, incaricato dalla società WhatsApp Ireland Limited: emerge che le utenze italiane interessate finora appaiono essere 7″.

Dopodiché, prosegue la nota, “non è stata comunicata ad Acn l’identità dei titolari di tali utenze. Le utenze finora coinvolte appartengono a numeri con prefissi telefonici riconducibili, oltre all’Italia, a Belgio, Grecia, Lettonia, Lituania, Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia”. Infine: “Per ogni altra questione di competenza dell’intelligence, relativa all’uso degli strumenti in questione” il governo riferirà al Copasir.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

COSA SCRIVONO GUARDIAN E HAARETZ

Quindi il governo si dichiara estraneo all’attività di spionaggio ai danni dei 7 utenti italiani.

Eppure, oggi il Guardian e Haaretz riportano che la società di spyware israeliana Paragon ha interrotto il contratto con l’Italia dopo che è emerso che i giornalisti siano stati presi di mira.

Una persona a conoscenza della vicenda ha dichiarato al quotidiano che Paragon aveva “per precauzione” sospeso inizialmente il contratto con l’Italia quando è emersa la prima accusa di potenziale abuso nell’uso del software spia, lo scorso venerdì. Come scrive il Guardian, la decisione di terminare definitivamente il contratto è stata presa ieri, dopo che Paragon ha determinato che l’Italia aveva violato i termini di servizio e il quadro etico concordato nel contratto.

LA RIVELAZIONE DEL FATTO QUOTIDIANO

Oggi il Fatto Quotidiano segnala che i servizi segreti italiani hanno utilizzato il software di Paragon Solutions.

“Il Fatto ha ricostruito che quel software è stato usato dagli 007 di Aisi (secondo alcuni, anche di Aise). Non è la piattaforma principale alla quale s’appoggia l’intelligence (non ci sono contratti strutturati con la società), ma quel software è stato utilizzato in passato solo per casi specifici e limitati nel tempo. Tre o quattro anni fa era tra i software più forti al mondo, tra i primi a introdurre lo “zero click”, ossia la possibilità di iniettare virus nei dispositivi senza che la “vittima” faccia nulla, neanche cliccare su un link ricevuto”.

LA POSIZIONE DI BRUXELLES

Le indagini sull’uso del software di spionaggio israeliano “sono questione che spetta alle autorità nazionali e non alla Commissione europea e ci aspettiamo che verifichino tali accuse. Quello che posso dire, in generale, è che qualsiasi tentativo di accedere illegalmente ai dati dei cittadini, compresi giornalisti e oppositori politici, è inaccettabile, se provato naturalmente”, ha detto il portavoce della Commissione europea, Markus Lammert, durante il briefing quotidiano con la stampa a Bruxelles in risposta a una domanda sullo spyware di Paragon.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

“Lo European Media Freedom Act prevede garanzie specifiche per i giornalisti”, ha sottolineato il portavoce.

L’INTERVENTO DI CITIZEN LAB

Infine, sulla vicenda si è espresso anche John Scott Railton, senior researcher di Citizen Lab. Quest’ultimo è un laboratorio di ricerca sulla sicurezza informatica con sede presso la Munk School of Global Affairs dell’Università di Toronto che contribuito con WhatsApp a tracciare la campagna di spyware.

“La notizia diffusa dal Guardian mette il governo italiano in una posizione scomoda visto che ha negato di essere a conoscenza di questa vicenda” ha commentato su X Railton. “È chiaro che gli italiani meritano un’indagine approfondita su quello che è accaduto. Noi ricercatori andiamo avanti nel nostro lavoro. Non è insolito che i governi inizino negando quando emergono scandali che riguardano lo spyware. Sono molto curioso di sapere quale sarà il loro prossimo passo” ha concluso l’esperto.

LE REAZIONI POLITICHE

Il caso ha suscitato l’attenzione anche delle opposizioni politiche: da Pd a Avs fino a Italia Viva tutte chiedono a gran voce che il governo riferisca al più presto in aula per chiarire questa vicenda. Sia il Pd sia Italia Viva hanno depositato interrogazioni parlamentari alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Come si legge nell’interrogazione dem “alla richiesta di confronto sulla vicenda, i media non hanno ricevuto risposte da palazzo Chigi. Eppure la presenza dell’Italia tra i clienti di Paragon è centrale, proprio perché tra i circa novanta giornalisti e attivisti spiati c’è il direttore di una testata che si è resa protagonista di inchieste come quella sulla sezione giovani di Fratelli d’Italia, oltre ad attivisti della società civile che hanno espresso posizioni fortemente critiche nei confronti delle politiche del governo”.

IL CONTESTO

D’altronde, come ricorda la testata statunitense TechCrunch, “Cancellato è il direttore del sito web di notizie Fanpage, che ha pubblicato un’inchiesta l’anno scorso sulla “Gioventù Meloniana”, l’ala giovanile del partito Fratelli d’Italia, guidata dall’attuale primo ministro Giorgia Meloni, a capo del governo italiano dal 2022. Grazie a registrazioni video sotto copertura di membri della “Gioventù Meloniana”, Fanpage ha dimostrato che alcuni di loro hanno fatto commenti razzisti e antisemiti, hanno usato la parola con la N e hanno scandito slogan nazisti e filo-italiani del dittatore Benito Mussolini”.

Le altre due persone prese di mira dalla campagna spyware, Husam El Gomati, un attivista libico residente in Svezia, e Luca Casarini, fondatore della ONG Mediterranea Saving Humans, hanno entrambi criticato apertamente la presunta complicità dell’Italia negli abusi subiti dai migranti in Libia, ricorda il Guardian.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Sebbene El Gomati viva in Svezia e sia libico, ha criticato la relazione tra il governo italiano e quello libico, in particolare la loro collaborazione per impedire agli immigrati libici di attraversare il Mar Mediterraneo e raggiungere il paese europeo, sottolinea TechCrunch.

In attesa di ascoltare le repliche del governo alle interrogazioni parlamentari, resta l’ipotesi fornita da Haaretz. Ovvero l’Italia è cliente di Paragon e la società ha rescisso il contratto dopo la notizia dello spionaggio ai danni del giornalista. “Potrebbe essere che Paragon creda che gli italiani stiano mentendo, poiché l’azienda può esaminare l’utilizzo del suo sistema da parte dei clienti quando ci sono credibili preoccupazioni di uso improprio o violazioni del suo cosiddetto “contratto con l’utente finale”.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta