Il settore turistico della Romagna nel 2024: recupero parziale e criticità persistenti
La CISL Romagna esprime preoccupazione per l’andamento del settore turistico nelle tre province del territorio romagnolo, come evidenziato dai dati provvisori diffusi dalla Regione Emilia-Romagna e recentemente elaborati dal suo osservatorio.
Francesco Marinelli CISL Romagna: “Sebbene nel 2024 ci siano segnali di ripresa dopo gli anni più critici della pandemia, le difficoltà restano evidenti. Il settore, pur registrando una crescita in alcune aree, continua a soffrire per la disomogeneità dei risultati e per il continuo impoverimento delle condizioni di lavoro, con un mercato sempre più frammentato e meno attrattivo”.
Rimini: il cuore del turismo, ma con segnali di crisi nelle strutture alberghiere
Rimini, la provincia più turistica della Romagna, ha registrato nel 2024 un incremento complessivo dei pernottamenti (+0,8%), ma con una netta separazione tra la crescita delle presenze internazionali (+6,5%) e la flessione delle presenze italiane (-0,9%). Nonostante il ritorno dei turisti stranieri, la domanda di turismo domestico nelle strutture alberghiere non ha recuperato i livelli pre-pandemia, con una riduzione delle presenze italiane pari al -6,6% rispetto al 2019.
Questa situazione evidenzia una difficoltà strutturale per le strutture alberghiere, che continuano a rappresentare un pilastro fondamentale dell’economia turistica di Rimini. Le strutture alberghiere, infatti, sono non solo generatori di occupazione diretta, ma creano anche un ampio indotto che coinvolge servizi locali, piccole imprese e la comunità. È quindi essenziale che le istituzioni locali e regionali supportino concretamente le strutture alberghiere, che stanno affrontando una crescente concorrenza da parte del settore extra-alberghiero.
Ravenna: un turismo in crescita, ma ancora lontano dai livelli pre-pandemia
Anche a Ravenna, pur registrando un incremento dei pernottamenti (+2,8%), la crescita è più moderata e il recupero è ancora lontano dai livelli pre-pandemia. Le strutture alberghiere hanno visto un incremento contenuto per i turisti italiani (+0,6%) e una buona performance per i turisti esteri (+7,7%), ma il dato complessivo è ancora in calo rispetto al 2019 (-4,1%). La mancanza di una domanda stabile da parte del mercato italiano continua a pesare sul settore, che fatica a rispondere alle nuove esigenze di un turismo sempre più internazionale.
Nel settore extra-alberghiero, Ravenna ha registrato una crescita significativa, in particolare tra i turisti esteri (+12,1%) e un miglioramento anche per i turisti italiani (+3,7%). Il comparto extra-alberghiero sta rispondendo alla crescente domanda di soggiorni più autonomi e flessibili, una tendenza che sta rivoluzionando le dinamiche turistiche in molte destinazioni. Tuttavia, è importante che questo segmento cresca in modo equilibrato, con regolamentazioni adeguate che tutelino i diritti dei lavoratori e la qualità dell’offerta turistica.
Forlì-Cesena: un settore in equilibrio, ma con sfide strutturali persistenti
Nel 2024, anche Forlì-Cesena ha visto una crescita del +2,6% nei pernottamenti, con una buona ripresa del turismo internazionale (+7,6%) e una crescita stabile anche tra i turisti italiani (+0,9%). Tuttavia, rispetto ai livelli pre-pandemia, la provincia segna ancora una lieve flessione (-1,4% rispetto al 2019), segnale che il mercato non è completamente tornato ai livelli precedenti alla crisi sanitaria.
Le strutture alberghiere, sebbene abbiano registrato un segno positivo, non sono riuscite a recuperare appieno la domanda italiana, che continua a essere instabile. Le strutture extra-alberghiere, invece, hanno visto un aumento forte di presenze, in particolare tra i turisti stranieri (+12,1%). In un panorama sempre più competitivo, il settore turistico di Forlì-Cesena dovrà trovare un equilibrio tra le diverse tipologie di offerta, in modo da garantire sia la qualità dell’esperienza turistica che la sostenibilità per i lavoratori.
“Le strutture alberghiere continuano a essere un motore di occupazione e di indotto economico per la Romagna”, afferma Marinelli. “Oltre a generare posti di lavoro diretti, come reception, ristorazione e pulizie, esse alimentano un ampio indotto che coinvolge piccole imprese locali, fornitori di beni e servizi, e altre attività legate al turismo. Queste strutture sono un elemento chiave per l’economia locale e la sostenibilità del turismo in Romagna.”
“Il crescente dinamismo del settore extra-alberghiero, pur rispondendo a esigenze di flessibilità dei turisti, porta con sé nuove sfide legate alla regolamentazione e alla tutela dei lavoratori. Per garantire una crescita equilibrata e sostenibile del settore turistico, è necessario che le politiche nazionali, regionali e locali si adattino alle nuove esigenze del mercato, tutelando al contempo i diritti dei lavoratori e promuovendo la qualità dell’offerta turistica. In particolare, è urgente che le istituzioni intervengano per garantire una concorrenza leale tra le diverse tipologie di strutture ricettive e per assicurare che la crescita del settore extra-alberghiero avvenga in un quadro normativo chiaro, valorizzando il territorio romagnolo e promuovendo uno sviluppo equilibrato del settore turistico, che sappia rispondere alle nuove esigenze di turisti e lavoratori. Solo con politiche adeguate e il coinvolgimento di tutte le parti sociali”, chiosa il segretario, “possiamo garantire un futuro prospero e sostenibile per il turismo della Romagna.”
“In questo percorso verso la rinascita del turismo romagnolo, – conclude Marinelli – emerge chiaramente l’importanza di creare un modello turistico innovativo, sostenibile e durevole, capace di allungare la stagione estiva e valorizzare le bellezze della Romagna in ogni periodo dell’anno.
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