“Serie A da salvaguardare a tutti i costi, ecco come ho riorganizzato l’Area Tecnica”

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È il giorno di Federico Cherubini. Il nuovo amministratore delegato del Parma è arrivato da poco in città ma ha avuto modo di prendere in mano la situazione. In conferenza stampa ha parlato di tutto: del presente e del futuro. “Seguo da anni il progetto Parma – spiega – conosco il presidente Krause prima che acquisisse il Parma. Quello che mi ha colpito di lui, di questo progetto, è che anni fa il presidente mi aveva illustrato una visione e questa visione io la vedo realmente. Il suo impegno, non solo economico ha dato ampia dimostrazione di aver scelto un progetto con grande determinazione. Raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo prefissati”. 

Il momento però è molto delicato. C’è la pratica Cagliari che va risolta con una certa urgenza. “C’è una situazione da affrontare che riguarda il mantenimento della categoria: gli sforzi dell’area sportiva sono rivolti tutti li. Ma questo non deve interrompere la visione del lungo periodo. Pensare che la squadra più giovane del campionato debba necessariamente andargli male, anche no. Non è così. Nel 90% dei casi la squadra più giovane del campionato raggiunge gli obiettivi. Se non raggiungeremo l’obiettivo alla fine del campionato significa che non siamo stati capaci di raggiungerlo, non certamente perché siamo i più giovani. Sto parlando molto con le persone che hanno condiviso il percorso negli ultimi mesi. Ci sono delle cose che dobbiamo riuscire a fare meglio. Serve interpretare le gare dimostrando voglia e spirito di poter mantenere la categoria. È fondamentale mantenere la categoria. Mi aspetto qualcosa di importante a livello di atteggiamento, Cagliari è molto importante in questo senso. Sono nella fase di conoscenza di tutte quelle che sono le realtà sia interne che esterne.

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I giovani? Non solo, serve equilibrio anche qui. Un giusto mix tra giovani e punti di riferimento per questi giovani. Sicuramente con i giovani c’è più lavoro da fare, ma sono fiducioso e voglio immaginare in futuro anche squadre che abbiano tanti giovani. Per quanto riguarda gli stranieri: è più difficile comprare in Italia, per degli aspetti legati anche al meccanismo dei trasferimenti, c’è più concorrenza nel mercato interno. 

Le ambizioni e gli obiettivi del Club sono di tutta la città. Deve esserci il legame con la gente. Spero di riportare il Parma, insieme a chi c’è già, dove merita di stare. Il mio ruolo sarà quello di coniugare interessi economici e sportivi”. Il battesimo di fuoco con il Lecce è stato per Cherubini la prima occasione di calarsi nella nuova parte: “I tifosi? Ho compreso la rabbia e la voglia dei tifosi che hanno assistito a una sconfitta quando invece, in molti, pensavano fosse la gara del riscatto. L’impegno è doveroso, fa parte dell’essere professionisti e di rappresentare una squadra come il Parma. Metterci qualcosa in più che va al di là però deve essere fondamentale”. Nel corso della lunga chiacchierata si è parlato anche di mercato: “Negli ultimi giorni ho vissuto quelle che sono le riunioni dei deputati del Club a prendere decisioni in chiave mercato. Non ho dato indicazioni particolari, mi sembrava abbastanza inopportuno. Sono stati conclusi sei nuovi acquisti, la società ha dato segnali forti nel tentativo di mantenere la categoria.

Il mio arrivo ha comportato anche una riorganizzazione dell’Area Tecnica. Mauro Pederzoli si occuperà di altre cose all’interno del Club. Poi ci sono Alessandro Pettinà e Mathieu Lacome, con Notari che resterà capo dell’Area Scouting. Mauro resterà nell’ambito dell’Area Tecnica. Progetti specifici o seguire un prospetto futuro. Con la sua esperienza può fare tutto. 

Paratici? ConFabio ho vissuto nove anni dei miei dodici. Grazie a lui sono arrivato alla Juventus. Con lui ho un rapporto molto forte. Abbiamo vissuto questa vicenda molto dura, umanamente e sportivamente. Mi auguro che Fabio torni. Per me è il miglior dirigente sportivo, uno dei pochi che ha avuto la capacità di proporsi all’estero e gli auguro quanto prima di tornare. A giugno ho lasciato la Juventus dopo 12 anni, non ho avuto neanche l’opportunità di chiudere anche solo con un ringraziamento quel ciclo. Lo faccio oggi, ringraziando e abbracciando il presidente Andrea Agnelli. Sperando che possa tornare. Quello che abbiamo vissuto in quei dieci anni è stato un grande ciclo. Lavori su infrastrutture e progetti, femminile e quant’altro. Non solo sul campo. 

Nel calcio gli obiettivi settimanali rischiano di farti perdere la bussola sul lungo periodo. Serve gente focalizzata sull’obiettivo settimanale, con gente che invece non persa il focus sul lungo. Nel 2025 non si possa prescindere dall’utilizzo della tecnologia anche nello scouting. Ma, siccome sono della vecchia scuola, possiamo fare delle analisi, ma se non andiamo a parlare con il ragazzo, conoscere la sua storia, sapere chi è, cosa fa la sua famiglia… questi sono aspetti determinanti. Credo che come in tutte le cose, l’equilibrio tra le due strade sia la cosa migliore”. Chiusura su Pecchia che domani non parlerà in conferenza stampa per la gara pre-Cagliari: “Ho avuto già la fortuna di vivere un’esperienza insieme. Una grande esperienza, quella della seconda squadra della Juventus. Questo rapporto già c’è, anche con alcune persone del suo staff che c’erano con lui. Non è tutto nuovo per me. Il progetto stadio? Ho avuto nei giorni scorsi un incontro con il sindaco. L’ho incontrato in Comune, mi ha raccontato tante cose della città di Parma e dei progetti che stanno portando avanti. Si è parlato anche della possibilità di sviluppare eventi insieme. Ho percepito quanto lavoro c’è stato alle spalle, in questi anni. L’amministrazione ha fatto un lavoro importante. A breve arriverà anche il presidente Krause, sarà una delle tematiche da affrontare al più presto”. 



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