La nuova struttura di viale Belfiore © Social Hub
Grande festa nei giorni scorsi fra sorrisi, cottillons e amministratori pubblici a tagliare il nastro per l’inaugurazione (finta) del secondo Social Hub fiorentino.
Dopo la trasformazione dell’ex “palazzo del sonno” di viale Lavagnini il gruppo che fa capo a fondi d’investimento olandesi si è preso anche l’ex area Fiat Belfiore che dopo le annose e lunghissime avventure e disavventure anche giudiziarie ha trasformato per sempre l’area con quattro parallelepipedi di cemento fronte strada e senz’anima che potrebbero stare bene in qualsiasi periferia di qualsiasi metropoli.
In realtà nonostante l’apparenza l’area è finita solo sulla facciata, dietro è ancora tutto un cantiere che permetterà ai “fortunati” che affittano una stanza di usufruire di uno sconto per convivere con polvere e trapani.
Il gruppo si definisce con un neologismo davvero accattivante “specializzato in ospitalità ibrida” che tradotto in parole povere vuol dire offrire soggiorni sia per studenti (ricchi) che per turisti.
Opzione questa che ha garantito al gruppo non pochi vantaggi e agevolazioni soprattutto al cospetto delle burocrazia italiana e per l’ottenimento di permessi, con buona pace dei gruppi alberghieri.
Charlie MacGregor ceo e fondatore di Tsh è felice di aver trasformato “un grande buco” in un luogo “d’innovazione aperto a tutta la città”.
Se lo dice per gratitudine verso un’amministrazione (quella di Nardella) che l’ha molto facilitato o per reale convinzione non è dato sapere, ma certo è che la visione di bello di un uomo nato fra le piogge, le nebbie e le acque basse dell’Olanda sia diversa da quella di chi è nato all’ombra di Santa Maria del Fiore.
L’opera che lui definisce di rigenerazione urbana è composta come accennato da quattro brutti e anonimi parallelepipedi grigi all’interno dei quali è un formicaio di 550 piccole camere (circa 16 mq.) i cui prezzi partono per una standard da 1.256,29 euro al mese, ai 1.344,13 euro per una queen per arrivare fino ai 1.400.000 circa per una executive.
Per una notte il prezzo è invece circa di 160 euro, ma dato che adesso ci sono ancora i lavori potete ottenere sconti enormi e affittare una stanza a 120 euro al giorno!
Non voglio soffermarmi, ognuno tragga le proprie conclusioni, sui costi e su quanto questi siano davvero sostenibili per qualsiasi studente.
Nemmeno voglio soffermarmi sull’affermazione dell’assessore allo sviluppo economico del comune di Firenze Jacopo Vicini che nell’entusiasmo ha detto che la struttura oltre a colmare un vuoto urbano “ha portato occupazione”, non dicendo però che trattasi di sole circa 50 persone per lo più occupate indirettamente e “a chiamata” con contratti che andrebbero analizzati nei dettagli.
Non voglio nemmeno soffermarmi su quanto ritorni alla città degli investimenti di questi fondi che a sentire Massimo Torelli leader del gruppo di contestazione “salviamo Firenze per viverci” non è certo molto e non solo. “Questa apertura – a suo dire – incentiverà ancora di più i fondi speculativi che dopo Milano stanno prendendo Firenze come Eldorado per i propri affari, dove costruire è facile e poco costoso con regole urbanistiche allentate, per agevolare questi interventi.”
Voglio soffermarmi invece solo sull’aspetto sostenibile e green di questo e degli altri progetti in divenire a Firenze.
Lo faccio perché anche in questo caso si è detto degli 80.000 metri quadri totali di cemento, delle 550 camere, della piscina lunga 50 metri sul tetto, del più grande spazio di coworking della Toscana con oltre 500 postazioni, dei ristoranti, dei bar, delle aree per riunioni ed eventi, e della palestra e si è molto detto e sottolineato soprattutto del grande giardino pensile da 7.000 metri quadri con 60 specie diverse di vegetazione.
Come se questo bastasse per essere green…
Vi siete mai chiesti quanto sia contraddittorio l’aspetto green di un’amministrazione che ha nella sua maggioranza i verdi; che con la “cura del ferro” prospetta un futuro green pur la città pur tagliando migliaia di alberi e che col famigerato scudo verde vuole lasciare fuori le mura gli inquinatori ma che ignora quanto impatta sull’ambiente e sulle risorse naturali ogni albergo e che festeggia la nascita di una struttura con 550 camere?
Pensate solo ai boccettini di plastica di shampoo monodose che troviamo nei bagni e agli asciugamani usati una volta e appallottolati sul pavimento…
Si calcola che un hotel a quattro stelle di 500 camere può utilizzare quasi 825.000 pezzi di plastica monouso in un mese (a piena capacità). Ci diranno che la nuova struttura non usa i monouso, bene. Ma andiamo avanti.
Secondo “Consumption and Environment 2012”, il documento dell’Unione Europea che monitora i consumi in Europa e le loro conseguenze sull’ambiente, il turismo è la quarta causa di inquinamento ambientale e di produzione di CO2 e dopo la voce trasporti è il ruolo più rilevante d’inquinamento lo hanno proprio le strutture ricettive, responsabili del 21% circa delle emissioni di CO2 legate all’intero sistema turistico (Fonte: UNWTO-UNEP report 2008, Climate Change and Tourism).
Basta leggere i dati delle due principali risorse: energia e acqua.
Energia
Una stanza d’albergo consuma mediamente 21 kW di energia a singola presenza al giorno.
Una famiglia tipo di quattro persone che utilizza nel suo appartamento anche gli elettrodomestici più comuni consuma invece tra gli 8 kWh e i 10 kWh al giorno, quindi ogni singolo membro consuma dai 2 ai 2,5 kW al giorno.
Praticamente un singolo ospite consuma più del doppio di quanto consuma in casa una famiglia di quattro persone e dieci volte più di un singolo componente di quella famiglia!
Acqua
Il consumo medio giornaliero di acqua è pari a circa 220 litri per persona e quindi il calcolo per una famiglia è presto fatto moltiplicando il valore per il numero di componenti di una famiglia.
Per cui prendendo ad esempio sempre la famiglia media di quattro persone si consumano ogni giorno circa 880 litri al giorno.
Le strutture ricettive invece consumano ogni giorno un’elevata quantità di acqua e non sono certo le piscine o le spa come si potrebbe credere a fare la parte del leone (consumano circa il 4% del totale) ma le singole stanze.
Ogni singola presenza in stanza (incide il 39% del totale) può arrivare a consumare 645 litri di acqua al giorno.
In questo caso una singola persona consuma quasi l’equivalente di litri d’acqua di una famiglia di quattro persone.
La Firenze green quindi festeggia la nascita di una struttura che (a pieno regime) consumerà in un solo giorno più energia di quella che consuma un supermercato in un anno (11.550 kW ) e tanta acqua quanta ne serve per riempire ogni giorno una piscina di circa 3 metri per 6 metri!
Purtroppo non è finita qui e il futuro sarà ancora più fosco. Facendo un conto approssimativo e fermo restando le strutture alberghiere esistenti e le ormai 550 camere di Tsh a breve Firenze avrà:
103 stanze Majestic
22 stanze Milu
161 stanze The Hoxoton
118 stanze Ruby
81 stanze nell’ex ospedale San Gallo
82 stanze nell’ex convento La Querce
86 stanze Tivoli, Palazzo Gaddi
115 stanze Anglo American (catena Hilton)
120 stanze W hotel 5 floren luxury hotel
Per un totale di 888 camere in più a Firenze a cui si devono aggiungere alcune “guesthouse” delle grandi compagnie che vogliono competere “ad armi pari” con gli airbnb … e poi dobbiamo anche aggiungere le varie acquisizioni / ristrutturazioni ancora non note.
Firenze verde? Sì ma di rabbia
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