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Per evitare di ricorrere ai «gettonisti». Lunedì le visite per i 13 ammessi, poi i contratti. L’emergenza del San Giovanni Bosco ad oggi non è attiva
L’ultima salvezza sono i medici in pensione, gli unici che, se vorranno tornare al lavoro, possono permettere la riapertura dei servizi di Pronto soccorso in aree cruciali della città, come la periferia occidentale che è rimasta orfana del servizio di emergenza sanitaria chiuso nel San Giovanni Bosco all’epoca del Covid. Ospedale che «serve» zone popolatissime come Secondigliano, Miano, Casoria (solo per fare alcuni esempi).
Dopo innumerevoli tentativi di reclutare nuove leve — andati quasi sempre a vuoto, come ormai accade in tutta Italia — il Pronto soccorso del San Giovanni Bosco potrebbe riaprire presto i battenti grazie al desiderio dei medici in pensione di continuare a fare la propria parte sul campo. In 16 hanno risposto al bando che la direzione strategica dell’Asl Napoli 1 Centro ha realizzato per evitare il ricorso ai medici “gettonisti” come accade in molti presidi sanitari del Nord Italia.
Dei 16 medici pensionati che hanno risposto al bando, ne sono stati ammessi 13; un numero tutt’altro che esiguo se si considera che negli ultimi anni i concorsi per l’area dell’emergenza sono quasi sempre andati deserti. Basti pensare al recente concorso unico regionale per i Pronto soccorso. Il maxi-bando che la Regione aveva realizzato proprio per coprire le carenze drammatiche nell’area dell’emergenza era infatti finito con un nulla di fatto, o quasi: ben 363 i posti a tempo pieno e indeterminato di dirigente medico in medicina d’emergenza urgenza; solo 19 gli specialisti ammessi e 43 gli specializzandi, per un totale di 62 medici. Ma 11 rinunciarono subito e accettarono l’incarico solo 51 medici, tra specializzandi e specialisti.
Se in altre regioni si è ricorso a “gettonisti” o medici stranieri (celebre il caso dei camici bianchi cubani in Calabria) alla Asl Napoli 1 Centro si è preferito puntare sull’esperienza di chi per una vita ha prestato servizio nell’area dell’emergenza e ora può ancora offrire un contributo determinate, oltre a svolgere un importante compito di formazione e tutoraggio per i più giovani. Serrati i tempi imposti dalla direzione generale: il concorso dell’Asl Napoli 1 Centro è stato bandito a inizio gennaio, in questi giorni è partita la convocazione ai 13 medici «senior» ammessi che, già lunedì, saranno sottoposti alle necessarie visite mediche presso la Medicina Legale dell’Azienda guidata da Ciro Verdoliva. Se tutto andrà come si spera, si passerà poi alla firma del contratto e la pattuglia dei medici in quiescenza andrà ad integrare il personale già in servizio al San Giovanni Bosco, consentendo la riapertura del Pronto soccorso.
Sul conferimento dell’incarico il bando precisa: «L’inserimento dei professionisti nell’elenco non determina alcun diritto al conferimento dell’incarico. Il conferimento dell’incarico non instaura alcun rapporto di lavoro dipendente, bensì un rapporto di lavoro autonomo libero-professionale a partita Iva. L’attività sarà svolta personalmente dagli incaricati, senza vincoli di subordinazione, ma sempre nell’ambito dell’unità operativa di assegnazione. Gli incaricati concorderanno con il direttore dell’unità stessa l’orario di lavoro, tenendo conto delle esigenze di servizio.
«Non abbiamo mai smesso di lavorare per riuscire a riaprire il pronto soccorso del San Giovanni Bosco — commenta Verdoliva — grazie alla disponibilità del nostro personale e dei medici in pensione siamo un po’ più vicini all’obiettivo. Benché siano sotto gli occhi di tutti le difficoltà che si riscontrano nel lavoro in pronto soccorso, non c’è dubbio che questa risposta forte al nostro bando è anche un esempio per molti medici più giovani».
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