La Federazione Russa denuncia la “cultura della cancellazione”

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Pubblicato il Febbraio 7th, 2025 |
Da Redazione Russia News

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Il 5 febbraio, il Ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergey Lavrov ha preso parte alla tavola rotonda: The Ukraine Crisis: Failed Cancel Culture. L’evento, organizzato dalla Accademia Diplomatica con il supporto del Ministero degli Esteri, ha riunito 95 ambasciatori e rappresentanti delle missioni diplomatiche accreditate a Mosca, nonché associazioni internazionali che hanno dato vita ad un animato dibattito.

Nelle sue osservazioni, Sergey Lavrov ha condannato fermamente i tentativi dell’Amministrazione Biden e dei suoi satelliti europei di cancellare tutto ciò che è russo: discriminare i media russi, vietare l’uso della lingua e della cultura russa e falsificare i fatti storici. Ha sottolineato l’aggressiva russofobia del regime di Kiev che ha lanciato una campagna per sradicare ogni traccia di presenza culturale russa.

Il Ministro ha dichiarato che il percorso per isolare la Russia è fallito completamente, il che è confermato dalle attività internazionali su larga scala sia del Paese che della sua leadership a livello globale, regionale e bilaterale. Le posizioni di leadership della Russia possono essere riaffermate anche da un gran numero di eventi scientifici, culturali, sportivi e giovanili internazionali che si tengono regolarmente sul suo territorio, nonché da scambi di studenti e progetti per promuovere la lingua russa e l’istruzione russa. Sergey Lavrov ha anche evidenziato le celebrazioni che si terranno nel 2025 in onore dell’80° anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, che la Russia si sta preparando a celebrare ampiamente insieme ai suoi partner.

Cominciando dalla crisi ucraina, Lavrov rivolgendo subito l’attenzione al concetto di cultura della cancellazione ha evidenziato come si tratti di un argomento omnicomprensivo che si è tradotto, da molto prima della crisi ucraina, in una agenda di cancellazione di tutto ciò che l’Occidente ritiene inadatto, affermando che “ogni volta che i sostenitori dal cuore tenero della democrazia e dello stato di diritto si imbattevano in qualcosa che non gli piaceva, semplicemente lo cancellavano e usavano le proprie regole, sostenendo che queste regole avrebbero dovuto essere alla base dell’ordine internazionale. È così che è stato cancellato il diritto internazionale. In effetti, lo hanno sacrificato a quelle stesse regole che, come abbiamo ripetutamente chiarito, nessuno ha mai visto, letto o presentato alla comunità internazionale”.

Il tentativo di annullare il diritto internazionale è particolarmente evidente, spiega Lavrov, nel modo in cui l’Occidente, gli Stati Uniti e i loro alleati trattano la Carta delle Nazioni Unite. Ogni volta che ne hanno bisogno, scelgono il principio di autodeterminazione dei popoli, come hanno fatto nel caso del Kosovo. Quando hanno bisogno di sostenere Governi loro subordinati e complici come il regime in Ucraina, si aggrappano al principio di integrità territoriale e ignorano tutto ciò che hanno fatto i residenti di Crimea, Novorossiya e Donbass quando si sono rifiutati di riconoscere gli esiti del sanguinoso colpo di stato incostituzionale e hanno scelto di non vivere sotto un governo che mirava a sradicare tutto ciò che era russo. La storia, le tradizioni, l’ortodossia, la lingua e la cultura russe hanno fatto parte della vita dei residenti di Crimea, Donbass e Novorossiya per lunghi secoli. Ora, tutto ciò di cui hanno bisogno in Ucraina è l’integrità territoriale.

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In questo quadro il Segretariato delle Nazioni Unite, incluso il Segretario Generale, sta fortemente sostenendo l’Occidente nelle sue politiche pro Ucraina, nonostante l’articolo 100 della Carta delle Nazioni Unite affermi che il Segretariato deve essere imparziale e astenersi dal prendere posizione o dal ricevere direttive da governi stranieri. Antonio Guterres e i suoi vice di alto rango che rappresentano gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Canada e altri Paesi della NATO nel Segretariato delle Nazioni Unite, stanno dicendo cose che l’Occidente ha bisogno che dicano. “Cancellare la verità è un modo di mantenere l’egemonia”, afferma Lavrov.

Il 27 gennaio, rivolgendosi all’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel Giorno della Memoria dell’Olocausto, il Segretario generale Guterres ha seguito le orme degli oratori occidentali, anche durante gli eventi tenutisi in Europa, e non ha detto chi ha liberato Auschwitz. Non ha detto una sola parola sull’Armata Rossa.

Durante quell’evento commemorativo dell’Olocausto, un funzionario dell’UE ha evitato di usare la parola “nazismo” e non ha pronunciato del tutto la parola “fascismo“. Invece, ha definito la Germania nazista uno “stato autoritario“, proprio come si riferiscono alla Russia, alla Repubblica Popolare Cinese e a diversi altri Paesi. Questo tentativo di erodere e cancellare la verità storica è uno sforzo calcolato per unire l’Occidente attorno a questa narrazione. “Non permetteremo che ciò accada”, assicura Lavrov.

Ci sono molti esempi in cui le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite e delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza, che, secondo la Carta, sono vincolanti per tutti i Paesi, vengono annullate. Così, ad esempio, la risoluzione del Consiglio di sicurezza che ha approvato all’unanimità gli accordi di Minsk è stata annullata. Un anno dopo il colpo di stato, nel febbraio 2015, questi accordi hanno contribuito a fermare la guerra che il regime di Kiev ha condotto nel Donbass usando le sue forze armate contro il suo stesso popolo. Gli accordi di Minsk, con il coinvolgimento attivo della Federazione Russa, hanno contribuito a fermare quella guerra. La risoluzione del Consiglio di Sicurezza li ha approvati. Tuttavia, è diventato presto chiaro che nessuno stava pianificando di attuarli. Non stava accadendo nulla sul campo. Il regime di Kiev stava violando ogni impegno assunto in base a quegli accordi e anche Germania e Francia, che hanno agito come mediatori e garanti di quel documento, non hanno fatto nulla. Nel dicembre 2022, l’ex Cancelliere della Germania Angela Merkel e l’ex Presidente della Francia Francois Hollande, che avevano firmato quell’ importante documento, hanno dichiarato con orgoglio che non avevano intenzione di agire in base ad esso. “Avevano bisogno di tempo per inondare Kiev di armi moderne da utilizzare ulteriormente nella guerra contro la Federazione Russa”, precisa Lavrov.

L’annullamento delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza, del resto, fa anche parte della politica di cancellazione del diritto internazionale che assume diverse forme. Esiste, ad esempio, un diritto internazionale sulle minoranze etniche e un gran numero di convenzioni, tra cui le convenzioni del Consiglio d’Europa, all’interno dell’ONU. Esiste un quadro giuridico internazionale per proteggere i diritti delle minoranze. Ciò è stato menzionato molte volte ed è anche imposto dalla Costituzione dell’Ucraina. Tuttavia, tutto è concesso negli sforzi del Governo ucraino per cancellare, spazzare via e vietare tutto ciò che è russo, e le argomentazioni della Federazione Russa vengono respinte categoricamente.

Il fenomeno della cultura della cancellazione che si è manifestato nell’annullamento della risoluzione del Consiglio di sicurezza che ha approvato gli accordi di Minsk non è stato di certo un fatto isolato.

La cultura della cancellazione, inclusa la cancellazione del diritto internazionale, è ora particolarmente evidente per quanto riguarda la situazione in Medio Oriente.

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Le decisioni del Consiglio di sicurezza, che solo un mese e mezzo fa erano riconosciute da tutti senza eccezioni come fondamento necessario per le azioni volte a stabilire uno Stato Palestinese, sono state semplicemente cancellate. Il Presidente Donald Trump ha annunciato che tutti i residenti dovrebbero essere rimossi dalla Striscia di Gaza. Ha lasciato intendere che la Giordania e l’Egitto hanno molta terra e ha suggerito di insediare lì quelle persone, da un milione e mezzo a due milioni, mentre gli Stati Uniti trasformerebbero la Striscia di Gaza in un “resort“. Ciò segue altre decisioni prese dal Presidente Trump durante il suo primo mandato, come il riconoscimento delle alture del Golan come territorio israeliano. Nel frattempo, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e il Consiglio di sicurezza avevano adottato risoluzioni diverse. Quelle risoluzioni, tuttavia, sono state annullate.

Ci sono molti esempi del genere, compresi quelli relativi al Sahara Occidentale. Nella valutazione di Lavrov, questa tendenza non farà che aumentare.

Un’altra manifestazione della cultura della cancellazione è l’annullamento della giustizia. Questo aspetto del processo è diventato particolarmente pronunciato in relazione all’Ucraina.

Così, non sono state condotte indagini sulle cause del colpo di stato, che ha annullato l’accordo di conciliazione, garantito dall’Unione Europea, solo per far sì che l’opposizione sequestrasse gli edifici governativi la mattina successiva. Nessuno ha indagato sulle circostanze di quel colpo di stato, nonostante ci siano ampie prove di una provocazione attentamente preparata con l’omicidio di ufficiali di polizia disarmati a Maidan.

Ci sono anche ampie prove di come gli stessi rappresentanti della giunta, che hanno preso illegalmente il potere, abbiano bruciato vive circa cinquanta persone a Odessa il 2 maggio 2014. Ci sono video su Internet che mostrano come è successo, chi lo ha fatto, chi ha appiccato gli incendi, chi ha sparato. Non sono in corso procedimenti o indagini. Il Consiglio d’Europa ha timidamente tentato di offrire i suoi servizi, adottando persino una qualche risoluzione, ma i golpisti ucraini hanno ignorato questa organizzazione, che all’epoca aveva ancora una possibilità di essere rispettata.

Uno di coloro che hanno bruciato le persone a Odessa nel 2014 è ora un deputato della Verkhovna Rada, che viaggia per l’Europa, chiedendo che la Russia venga punita. Una realtà distorta fa parte di questa cultura della cancellazione, dove i fatti vengono cancellati e ignorati.

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Chiarisce Lavrov: “Un esempio scandaloso della stessa categoria è l’incidente di Bucha. Due giorni dopo il ritiro delle truppe russe da Kiev, nel sobborgo noto come Bucha, decine di corpi sono stati scoperti all’improvviso, ordinatamente disposti su entrambi i lati della strada. Un gruppo di giornalisti della BBC si trovava lì per caso e hanno opportunamente preparato un rapporto che in seguito ha causato isteria in Occidente. La Russia è stata nuovamente accusata di tutti i peccati mortali. Bucha è diventata il pretesto per un’altra ondata di sanzioni con cui l’Occidente cerca di “strangolare” la Russia. Abbiamo quindi iniziato a indagare, avendo i nostri fatti che dimostravano che le truppe russe non erano lì in quel momento. Nessuno vuole ascoltare.

Per il secondo anno, abbiamo cercato di ottenere i nomi delle persone i cui corpi sono stati mostrati dai giornalisti della BBC. Solo i nomi. Non è forse un passaggio naturale in qualsiasi indagine su un crimine? Ci troviamo di fronte a un muro di pietra. Mi sono personalmente rivolto al Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. Ha detto che si sentiva “a disagio” nell’affrontare questa questione. Ho risposto che non c’era bisogno di “affrontarla”, ma di usare la sua autorità per richiedere la pubblicazione dell’elenco pertinente”.

La Federazione Russa si è rivolta formalmente all’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. A settembre 2024, il Comitato investigativo e l’ufficio del Procuratore generale hanno contattato quell’Ufficio e il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, presentando le proprie argomentazioni, “indicando inequivocabilmente che si trattava di una fabbricazione di eventi. A oggi, non siamo riusciti a ottenere l’elenco dei nomi, per non parlare di una risposta. Secondo le informazioni che riceviamo da coloro che comprendono la correttezza del nostro approccio, l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani non vuole condividere i dati che la Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina da essa controllata ha utilizzato per concludere e annunciare pubblicamente che questo crimine è stato commesso dall’esercito russo. Non hanno nemmeno fornito alcun nome. Questa è di nuovo la cultura della cancellazione, dove giustizia e verità vengono annullate. Parlando dei giornalisti occidentali e dell’elenco delle vittime di Bucha, ho fatto appello all’orgoglio professionale dei lavoratori dei media occidentali due volte in una conferenza stampa a New York. Ho chiesto loro perché, in quanto rappresentanti dei media statunitensi, britannici, europei e canadesi che non esitano mai a chiedere spiegazioni alle autorità con o senza motivo, all’improvviso non possono richiedere l’elenco dei nomi delle vittime. Sono passati quasi tre anni da questa tragedia.

Non ho dubbi che cancellare il giornalismo e l’informazione sia un’altra tattica degna del moderno manuale dei nostri colleghi occidentali, per non parlare del fatto che anche i media russi vengono cancellati, solo per aver espresso un punto di vista alternativo. L’Occidente combatte da tempo il dissenso. Questa repressione ha raggiunto il culmine sotto l’amministrazione Biden, che ha convocato “forum per la democrazia contro l’autocrazia”, ​​e l’ex Segretario di Stato americano Antony Blinken ha avvertito che chiunque si fosse “opposto alla democrazia” e si fosse rifiutato di stare al tavolo democratico con gli americani, si sarebbe ritrovato “nel menu”. Non l’ho inventato io. Non devo nemmeno menzionare l’osservazione dell’ex Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell sull’Europa come un “giardino” fiorito circondato da una “giungla” selvaggia. Quel riferimento alla giungla ovviamente includeva noi”.

Lo stesso fenomeno della cultura della cancellazione ha trovato applicazione sulla informazione relativa agli attacchi terroristici contro i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2. “Nessuno ci dice nulla”. Afferma Lavrov. Quando abbiamo chiesto ai Paesi che avevano annunciato ufficialmente di aver indagato sugli incidenti (Svezia e Danimarca), hanno detto che non avevano trovato nulla, quindi hanno abbandonato l’inchiesta e non avevano nulla da dirci. Hanno detto che la Germania stava indagando ulteriormente. Tuttavia, nonostante i nostri molteplici solleciti e richieste, anche al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, anche quel paese si è rifiutato di annunciare alcun risultato. Tutto ciò che abbiamo a disposizione sono notizie che ogni tanto saltano fuori, che citano resoconti secondo cui “una donna ucraina e due uomini ucraini stavano facendo una crociera su uno yacht bevendo vino e all’improvviso hanno deciso di far saltare in aria il gasdotto”. Questo tipo di storie vengono in realtà pubblicate da giornali affidabili”.

Gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Europa sono sordi e ciechi quando si tratta della serie di leggi ucraine che cancellano tutto ciò che è russo: istruzione, media e cultura, e la canonica Chiesa ortodossa ucraina. Anche la decisione dell’OSCE di costruire una sicurezza indivisibile è stata annullata, tramite misure pratiche per espandere la NATO. Gli accordi che hanno preceduto il colpo di stato del 2014 sono stati annullati, così come gli accordi di Minsk e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, inclusa quella sulla risoluzione del Medio Oriente. “Questa è una tendenza. L’Occidente non sta solo perfezionando i suoi metodi esclusivamente per l’Ucraina”, puntualizza il Ministro russo.

Osserviamo un palese desiderio di cancellare completamente il nostro Paese, “proprio come accadde nel 1945, quando la Seconda guerra mondiale non era ancora finita. I vertici di Yalta e Potsdam ebbero luogo allora, e gli Alleati celebrarono la Vittoria. Ora sono stati pubblicati documenti che rivelano che l’Occidente stava preparando piani per un attacco all’URSS e la sua spartizione anche prima che la guerra nel Pacifico fosse finita. E questi piani sono ora tornati in vita.

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C’è stata un’altra epoca storica. Nel 1991, quando l’Unione Sovietica si è dissolta, l’Occidente credeva che le nuove autorità russe dell’epoca sarebbero state “nelle loro tasche”. Ciò non è accaduto. Oggi, alcuni elementi marginali – chiaramente su sollecitazione dell’Occidente – organizzazioni non governative, ex cittadini russi fuggiti in Europa e negli Stati Uniti, stanno creando strutture volte alla “decolonizzazione” della Russia. Parlano di sette o otto parti in cui il nostro Paese deve essere diviso. Esiste una mentalità di cancellazione di tutto ciò che non gli piace, tutto ciò che compete con loro”.

La concorrenza leale è stata da tempo annullata dai nostri colleghi occidentali, anche attraverso l’imposizione di sanzioni. Ora messicani, panamensi, danesi e rappresentanti di numerosi altri Paesi sperimenteranno cosa comporta questa cancellazione della concorrenza. I nostri amici cinesi hanno risposto con fermezza. Coloro che desiderano dominare non capiscono nessun’altra lingua”.

Nella spiegazione di Lavrov si tratta nel complesso di un fenomeno dalla portata ben più ampia: l’architettura dell’ordine mondiale, il destino del sistema di globalizzazione che gli Stati Uniti hanno costruito solo per poi annullarlo quando si sono resi conto che non serviva più ai loro interessi. Ne beneficiano coloro che hanno accettato di lavorare secondo le regole di questo sistema: libera concorrenza, rispetto della proprietà, presunzione di innocenza, tra molti altri. “Tutto ciò che è stato propagandato ora è in procinto di essere cancellato, perché non serve gli interessi degli Stati Uniti.

Oltre al desiderio di cancellare fisicamente la Russia, di smembrarla, l’Occidente ha aderito a una campagna per sradicare l’influenza russa sulla scena internazionale. L’Ucraina è esaltata come un faro di diritti umani e valori europei. “Lasciatemi ricordare che tra i valori promossi dall’Ucraina ci sono quelli del nazismo, quando i collaborazionisti condannati dai processi di Norimberga vengono elevati allo status di eroi nazionali. Anche questo è un valore europeo. Non lo trovo sorprendente. Non possiamo ignorare il fatto che il neonazismo sta alzando la testa in Occidente”, afferma Lavrov.

Per quanto riguarda la spinta ad annullare tutto ciò che è russo, gli artisti russi stanno vedendo annullati impegni precedentemente concordati con importanti istituzioni culturali, la Russia nello sport sta venendo cancellata: tutto questo è destinato al fallimento.

Nella illustrazione di Lavrov, purtroppo, proprio come il Segretariato delle Nazioni Unite, che segue ciecamente il programma occidentale di cancellazione dei fatti scomodi e si rifiuta di partecipare alle indagini sui crimini, il Segretariato dell’UNESCO, un tempo rispettato, sta agendo sulla stessa linea. 

Il capo di questa organizzazione, Audrey Azoulay, cittadina francese, promuove gli sforzi per rendere l’Ucraina il punto numero uno all’ordine del giorno, politicizzando questa organizzazione e rifiutandosi di assolvere ai suoi doveri diretti, inclusa la protezione dei diritti dei giornalisti. Rimane indifferente ai numerosi omicidi di giornalisti russi nella zona speciale delle operazioni militari, o alla demolizione di monumenti storici in Ucraina, inclusa Odessa, dove il monumento all’imperatrice Caterina la Grande, che fondò la città, fu abbattuto, insieme al monumento a Grigory Potemkin e a tutti gli altri che erano coinvolti in quel progetto e costruirono la città, crearono i suoi porti, gli impianti, le fabbriche e svilupparono quelle terre per cento anni. La loro memoria viene semplicemente cancellata. 

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Davide Della Penna

Il video dell’intervento integrale del Ministro degli Esteri Russo, Sergej Lavrov



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