Gelo storico a marzo su Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia. Ma prima c’è febbraio

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Gli ultimi aggiornamenti dei modelli numerici lanciano segnali decisamente invernali per le regioni del centro-sud, con particolare attenzione a Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia. Dopo un febbraio che si prospetta ancora molto dinamico, la seconda parte dell’inverno potrebbe riservare un colpo di scena storico. Infatti, le ultime tendenze a lungo termine fanno emergere la possibilità di un’ondata di gelo eccezionale a marzo, simile a quella che si verificò nel lontano 1987, quando la neve coprì interamente coste e pianure dal centro fino al sud dell’Italia.




Ma prima di concentrarci su marzo, bisogna tenere d’occhio le prossime settimane di febbraio, perché l’inverno potrebbe non aver ancora espresso tutta la sua potenza.

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Febbraio ancora protagonista: occhio al Burian dopo metà mese


Se fino ad ora febbraio si è mostrato freddo e instabile ma senza eventi eccezionali, i prossimi giorni potrebbero ribaltare tutto. Alcuni modelli, infatti, evidenziano una possibile incursione del Burian dopo la metà del mese. Questo fenomeno, caratterizzato da correnti gelide di origine siberiana, potrebbe scatenare nevicate a bassissima quota su molte regioni italiane, comprese quelle adriatiche.


Se ciò dovesse avvenire, Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia potrebbero assistere a nuovi episodi di neve fino in pianura, con temperature ben al di sotto della media. Già negli ultimi anni abbiamo visto episodi simili, ma il richiamo al febbraio del 1956 è sempre dietro l’angolo.


La seconda metà di febbraio, dunque, si annuncia molto interessante per l’Italia, ma lo sguardo è già proiettato a marzo, perché le configurazioni atmosferiche lasciano intendere qualcosa di ancora più intenso.

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Marzo 1987: il precedente che fa paura


Tutti gli appassionati di meteorologia ricordano il marzo del 1987, un mese che rimase nella storia per le ondate di gelo e neve che colpirono il sud Italia. In quell’anno, un’enorme massa d’aria siberiana si spinse fino al Mediterraneo, trovando le condizioni ideali per scatenare una nevicata storica.


Le temperature precipitarono ben al di sotto dello zero, con accumuli abbondanti fino alle coste. Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia furono tra le regioni più colpite, con nevicate che raggiunsero livelli record. Le immagini di Bari e Pescara imbiancate, con la neve che si posava persino sulle spiagge, restano tra le più iconiche della storia meteorologica italiana.


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Ecco perché il confronto con il marzo 2025 preoccupa molti esperti: le attuali proiezioni mostrano similitudini preoccupanti con la dinamica di quell’anno, e il rischio di una replica storica non è da sottovalutare.


Cosa dicono i modelli per marzo 2025?


Le proiezioni a lungo termine indicano un’anomalia fredda persistente sull’Europa centro-orientale, che potrebbe spingersi fino al Mediterraneo nella seconda metà di marzo. In particolare, le simulazioni suggeriscono che l’aria fredda russa potrebbe invadere l’Italia, con effetti più marcati sulle regioni adriatiche e meridionali.


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Se questo scenario dovesse avverarsi, Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia potrebbero ritrovarsi sotto un’ondata di freddo eccezionale, con nevicate diffuse anche a quote bassissime, se non direttamente sulle coste.


Quanto potrebbe durare il gelo?


Se la dinamica attuale dovesse confermarsi, marzo potrebbe rivelarsi uno dei mesi più freddi e nevosi degli ultimi decenni. Il rischio di un inverno che si protragga ben oltre i suoi limiti stagionali è concreto, e non sarebbe la prima volta che ciò accade. Anche nel marzo 2018, con il famigerato Burian, abbiamo assistito a nevicate tardive su molte regioni d’Italia.


Tuttavia, è ancora presto per avere certezze assolute: la distanza temporale impone cautela, ma il fatto che più modelli inizino a convergere su questa tendenza è un segnale che non può essere ignorato.

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In sintesi: cosa aspettarsi nei prossimi giorni?

    1.    Febbraio resta protagonista: la possibilità di un’ondata di freddo dopo metà mese è concreta. Il Burian potrebbe portare nevicate in pianura, soprattutto su Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia.

    2.    Marzo potrebbe riservare il vero colpo di scena: le proiezioni a lungo termine indicano una possibile irruzione di aria siberiana, con temperature ben al di sotto della media e nevicate fino alle coste, come accadde nel 1987.

    3.    Occhi puntati sulle prossime settimane: il rischio di un marzo gelido e nevoso è in crescita, e la conferma di questa tendenza potrebbe arrivare già nei prossimi aggiornamenti.


Conclusione: l’inverno non è finito, e forse il peggio deve ancora arrivare


Se qualcuno pensava che l’inverno fosse ormai agli sgoccioli, potrebbe doversi ricredere molto presto. Febbraio e marzo potrebbero riservare sorprese incredibili, con scenari da pieno inverno fino a primavera inoltrata.


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Le possibilità di un gelo storico a marzo su Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia stanno aumentando, e il confronto con il 1987 è sempre più attuale. Se le proiezioni venissero confermate, potremmo assistere a uno degli episodi invernali più intensi degli ultimi decenni.


Non resta che attendere i prossimi aggiornamenti, ma una cosa è certa: l’inverno ha ancora molto da dire, e potrebbe farlo in grande stile.


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