‘I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer’, a Sassari la mostra sul politico sardo, leader del PCI, a 40 anni dalla sua morte

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“Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile e intricato mondo di oggi, possa essere conosciuto, interpretato e trasformato, messo al servizio dell’uomo, del suo benessere e della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita”. Enrico Berlinguer

Si intitola “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer”, la mostra che la Fondazione Enrico Berlinguer insieme al Comune di Sassari ha allestito nel padiglione dell’artigianato Eugenio Tavolara di Sassari, per rendere omaggio all’uomo e politico sardo, segretario del Partito comunista italiano, nel quarantennale dalla sua morte.

Inaugurata il 1 febbraio nella città che gli ha dato i natali, alla presenza dei figli e delle autorità, l’esposizione temporanea sul dirigente politico divenuto un’icona del Novecento sarà visitabile gratuitamente fino al 19 marzo, per poi essere trasferita a Cagliari in primavera.

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 “Questa mostra è una sintesi della storia italiana. Racconta soprattutto come l’azione politica di Berlinguer, pur senza mai governare, abbia cambiato questo Paese. Dalle leggi su divorzio e aborto, a quelle per i diritti dei lavoratori e la nascita dello stato sociale”, spiega Alessandro D’Onofrio, progettista e tra i curatori dell’allestimento durante l’intervista rilasciata al giornalista Davide Pinna per il quotidiano La Nuova Sardegna.

Gli anni da studente universitario, le prime mobilitazioni e l’attivismo politico che lo ha caratterizzato fin dalla più giovane età. La capacità di anticipare i grandi temi sociali, la sua attenzione per le questioni legate all’immigrazione, per quello che è passato alla storia come “terzomondismo” e per l’ambiente.

Un’immersione a tutto tondo nell’uomo che descrivono timido e introverso, “spigoloso, forse, ma non triste!” come sottolineerà lui stesso di sé in una celebre intervista dell’epoca, e poi un’analisi del Berlinguer politico. L’autore del “compromesso storico”, il teorico della “questione morale”, che per primo puntò il dito contro gli abusi e gli eccessi della classe politica.

Tutto questo e molto altro in un’esposizione non tradizionale che vanta un tour fisico e virtuale in cui è possibile fruire di documenti d’archivio inediti, appunti presi di pugno e dattiloscritti, verbali di incontri con comunisti d’Oltralpe, materiale audiovisivo che ripropone i suoi comizi, e fotografico, attraverso cui ripercorrere il suo percorso umano e politico fino a quel 7 giugno del 1984 a Padova.

Di Enrico Berlinguer, della sua caratura morale e professionale, della sua storia, dei suoi progetti si è tanto parlato e si continua a parlare. “Forse abbiamo scoperto davvero solo dopo, quando lui se n’è andato, quanto era rimasto nel cuore di questo Paese e non solo nel cuore di quella parte che era stata comunista”, commenterà la figlia Bianca riflettendo sull’affetto ricevuto quando è mancato.

Le raccolte, già esposte a Roma e Bologna dove hanno registrato un grande riscontro di pubblico, con la visita di oltre 100 mila spettatori, sono organizzate in cinque sezioni: gli affetti, la politica, la crisi italiana, la dimensione globale della sua leadership con le relazioni internazionali intessute in quegli anni, e poi ancora l’attualità e il futuro. L’allestimento sardo prevede invece un’altra sezione dal titolo “Berlinguer e la Sardegna”, dedicata al rapporto viscerale tra il leader politico e la sua terra d’origine. Non mancano inoltre focus specifici sullo stragismo e il periodo di grande violenza politica, sul contributo che il Partito comunista diede alle riforme adottate in Italia tra il 1968 al 1984.

Inserita tra gli eventi commemorativi per i 40 anni dalla morte, la mostra va a braccetto con altre iniziative: editoriali, come “Dolcissimo Enrico. Berlinguer, 40 anni dopo”, di Luca Telese, edito da Piemme (Carlo Argiolas ha intervistato Telese sul monologo teatrale poche settimane fa in scena a Cagliari) e cinematografiche, come il film del regista Andrea SegreBerlinguer – La grande ambizione” (Francesca Arcadu lo ha raccontato qui), che ha visto il talentuoso Elio Germano vestire i panni dello statista amante delle vacanze a Stintino e grande tifoso del Cagliari Calcio.

La mostra, ideata dall’Associazione Enrico Berlinguer assieme alla Fondazione Gramsci, ha ricevuto il contributo della Regione Sardegna, della Fondazione di Sardegna, e ottenuto il patrocinio dell’Università di Sassari.

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La Fondazione Nivola, inoltre, offre il suo supporto nella cura dei rapporti con le scuole, garantendone la partecipazione, dal momento che uno degli obiettivi principali della mostra è proprio quello di recuperare e valorizzare la memoria storica da tramandare alle nuove generazioni, affinché studenti e studentesse colgano il lascito di una delle figure più importanti del panorama storico e politico della seconda metà del Novecento italiano.



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