Il sud est asiatico prossimo fulcro di sviluppo economico? Il caso delle Filippine

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


Il sud est asiatico è una delle zone verso cui gli analisti guardano con fiducia per un prossimo boom economico. Anche in virtù della presenza rassicurante di una Cina che a sua volta rappresenta un partner importante. Tra i tanti paesi che compongono il mosaico di questa parte del mondo, le Filippine rappresentano un caso emblematico. A spiegare i motivi è Gabriel Debach, market analyst di eToro.

Il PIL delle Filippine viaggia a tassi di crescita sostenuti (5,6% nel 2023). Ma le tensioni con Pechino nel Mar Cinese Meridionale creano instabilità soprattutto perché la Cina è il primo partner commerciale di Manila. Qual è attualmente la situazione tra le due nazioni e quali sono i motivi di queste tensioni?

«Le tensioni tra Manila e Pechino derivano principalmente dalle rispettive rivendicazioni territoriali sul Mar Cinese Meridionale, un’area di enorme valore strategico. Questo spazio, ricco di risorse naturali, sia zone di pesca che giacimenti di petrolio e gas, è cruciale per il commercio globale: oltre il 30% degli scambi mondiali passa attraverso queste rotte, con un traffico marittimo annuo superiore ai 3,37 trilioni di dollari. Più della metà delle petroliere mondiali vi transita ogni anno, rendendola un punto nevralgico per l’approvvigionamento energetico. La Cina ne rivendica la quasi totalità (senza una base giuridica riconosciuta), mentre le Filippine sostengono che alcune di queste zone rientrino nella loro zona economica esclusiva (ZEE), come stabilito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS). La disputa si è tradotta in crescenti frizioni militari, con scontri tra imbarcazioni e l’uso di cannoni ad acqua da parte della Guardia Costiera cinese contro navi filippine, alimentando il rischio di escalation. Oltre agli scontri diretti, la questione si inserisce in una più ampia competizione geopolitica tra Cina e Stati Uniti, con Washington che vede Manila come alleato chiave nella strategia di contenimento dell’influenza cinese nella regione Indo-Pacifica: così, gli Stati Uniti hanno rafforzato il proprio supporto militare al Paese, in parallelo alla crescente collaborazione delle Filippine con il Giappone. Per Pechino, il Mar Cinese Meridionale è cruciale non solo per il commercio, ma anche per la sicurezza nazionale, specie in ottica di eventuali operazioni militari legate a Taiwan. Nonostante le tensioni, la Cina resta il primo partner commerciale delle Filippine, principale fonte di importazioni e secondo mercato di sbocco per l’export. Questa interdipendenza economica aggiunge complessità alle relazioni già delicate tra i due Paesi, vincolando entrambe le nazioni alla ricerca di un equilibrio tra rivalità geopolitica e necessità di cooperazione. Di recente si è concluso il decimo ciclo di colloqui bilaterali per affrontare le dispute nel Mar Cinese Meridionale ma, nonostante gli sforzi in senso diplomatico, le tensioni persistono, alimentate da interessi contrapposti e rivalità storiche, e tali colloqui non hanno comunque portato a soluzioni concrete. In questo scenario, la nuova Presidenza USA potrebbe giocare un ruolo determinante: l’ex Presidente Biden aveva espresso ottimismo sul fatto che il suo successore avrebbe continuato a sostenere l’impegno congiunto nella regione Indo-Pacifica. Tuttavia, resta da vedere se questa cooperazione sarà sufficiente a bilanciare i rapporti tra le due potenze e a prevenire un’ulteriore escalation delle tensioni».

Microcredito

per le aziende

 

L’economia delle Filippine è fortemente legata al settore primario che, oltre a rappresentare il motore dell’economia locale, è anche protagonista di molte voci dell’export. Quali sono le altre colonne portanti dell’economia filippina?

«Sebbene l’economia delle Filippine si fondi storicamente sul settore primario, con l’agricoltura e la pesca che rappresentano ancora oggi una componente essenziale del PIL e dell’export, la struttura del Paese si è diversificata nel tempo. Oltre l’agricoltura, l’industria manifatturiera filippina sta vivendo una forte espansione, trainata dallo sviluppo della produzione tessile, dall’agroalimentare, dalla lavorazione del tabacco e, soprattutto, dall’elettronica. Il settore dei semiconduttori, in particolare, ha beneficiato di un impulso significativo di recente, con una crescita annuale prevista tra il 10 e il 15% dal 2024 al 2027, in linea con i trend globali come la domanda in aumento di semiconduttori, i progressi nell’intelligenza artificiale, nella tecnologia 5G e nei veicoli elettrici. Un altro settore in forte espansione è quello energetico, con investimenti significativi nelle rinnovabili. Le Filippine stanno puntando su energia geotermica, idroelettrica, solare ed eolica per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e affrontare le sfide legate al cambiamento climatico. La crescente domanda energetica, legata allo sviluppo industriale e all’urbanizzazione, rende il settore un’area chiave per il futuro economico del Paese. Infine, il settore terziario rappresenta, oggi, il vero motore dell’economia filippina, con un valore oltre il 60% del PIL. Oltre al turismo, che beneficia della ricchezza naturale e culturale del Paese, le Filippine si sono affermate come uno dei principali centri globali per il Business Process Outsourcing (BPO), soprattutto nei servizi di call center, back-office e servizi informativi, grazie alla diffusione della lingua inglese e al basso costo del lavoro. Tuttavia, il boom del BPO ha anche generato problemi sociali, con un’ampia quota di lavoratori impiegata in turni notturni per rispondere alle esigenze dei mercati occidentali».

Sebbene i consumi interni e quello dei servizi registrino un forte incremento, le Filippine devono competere con potenze locali come il Vietnam e l’Indonesia, che finora sono riusciti ad attrarre maggiori flussi di investimenti esteri. Quali sono le strategie che il governo filippino potrebbe sfruttare per riuscire a vincere sui suoi vicini?

«Le Filippine hanno il potenziale per consolidare ulteriormente la propria posizione come hub economico di rilievo nel sud-est asiatico: già oggi funge da base operativa strategica per le aziende interessate a operare in Asia, offrendo vantaggi per le attività industriali, servizi di supporto, manodopera e assistenza, e garantendo accesso ai principali mercati della regione grazie ai trattati di libero scambio siglati nell’ambito dell’ASEAN, l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico. Si tratta inoltre dello Stato a più alta crescita economica nell’Area ASEAN, con una crescita del PIL al 5,6% nel 2023 e del 6% al 2024. Le due aree di importanza cruciale per il Paese sono energia e infrastrutture. A Manila e nelle altre principali città dell’arcipelago, la domanda di abitazioni residenziali continua a crescere e sono in costruzione nuovi e moderni palazzi a uso residenziale o commerciale, data anche l’alta richiesta di spazi per uffici. Nel campo dell’edilizia e delle infrastrutture, il Governo filippino sta continuando a promuovere progetti di opere pubbliche su larga scala come strade, ferrovie, porti, aeroporti, con un’attenzione particolare alla sostenibilità e alla resilienza: diverse di queste iniziative sono sostenute dalla ADB, che in totale ha impegnato 20 miliardi dollari per i prossimi quattro anni. L’espansione del settore infrastrutturale alimenta poi anche una crescente domanda di servizi specializzati, tra cui analisi di prefattibilità e fattibilità, redazione della documentazione per gare d’appalto e consulenze in ambito legale, finanziario ed economico. Allo stesso modo, il comparto dell’energia, rinnovabili in testa, assumerà una crescente rilevanza nei prossimi anni. Nell’ambito del Philippine Energy Plan (PEP), il Governo intende infatti aumentare la quota di fonti verdi nel mix energetico al 35% entro il 2030, al 50% entro il 2040 e a oltre il 50% entro il 2050. Uno sviluppo recente di particolare interesse per gli investitori internazionali è la possibilità, introdotta nel 2022, di possedere completamente proprietà delle imprese attive nel campo delle energie rinnovabili. L’esecutivo ha inoltre annunciato l’obiettivo di mettere in funzione le prime centrali nucleari entro il 2032, con l’obiettivo di abbassare il costo dell’elettricità, uno dei più alti della regione. Infine, un elemento cruciale per la competitività filippina è lo sviluppo del capitale umano. Il Paese vanta una forza lavoro giovane e con una solida padronanza della lingua inglese, fattore che ha già favorito il boom del settore dei servizi e del Business Process Outsourcing. Per competere con Vietnam e Indonesia, sarà però fondamentale investire ulteriormente nella formazione tecnica e nell’innovazione, creando un ecosistema favorevole alla crescita delle industrie high-tech e dell’export manifatturiero».

Le Filippine registrano anche circa 2,2 milioni di OFWs (Overseas Filipino Workers) ovvero lavoratori emigrati le cui rimesse ammontano a 30 miliardi di dollari all’anno. Qual è il peso di queste rimesse sul PIL nazionale e sull’economia interna?

«L’economia delle Filippine fa grande affidamento sui suoi cittadini che trovano impiego all’estero, anche perché le rimesse degli OFW rappresentano una fonte di reddito consistente per il Paese. Come dichiarato dalla Banca centrale dello Stato, infatti, tali rimesse hanno continuato a crescere a novembre del 2024, superando i 3 miliardi di dollari in un mese; per quanto in leggero calo su base mensile, questi afflussi hanno invece registrato un aumento anno su anno, con 34,61 miliardi di dollari raggiunti da gennaio a novembre 2024, a fronte dei 33,59 miliardi nello stesso periodo del 2023. In questi mesi, i principali Paesi che hanno contribuito all’aumento delle rimesse da gennaio a novembre 2024 ci sono gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita, Singapore e gli Emirati Arabi Uniti. Naturalmente, questo flusso sostenuto di capitali ha un impatto significativo sull’economia interna di Manila, poiché le rimesse contribuiscono a sostenere i consumi delle famiglie locali, alimentando la domanda di beni e servizi e stimolando settori come il commercio al dettaglio, l’edilizia e l’istruzione, oltre a favorire investimenti in attività economiche locali, come piccole imprese familiari. Inoltre, fungono da rete di sicurezza sociale, aiutando molte famiglie a superare periodi di difficoltà economica e a migliorare il proprio tenore di vita. Anche in ottica macroeconomica, le rimesse dei lavoratori filippini emigrati hanno un ruolo strategico, poiché aiutano a contenere il deficit della bilancia dei pagamenti, garantendo una riserva stabile di valuta estera che rafforza la posizione finanziaria del Paese. Le Filippine, infatti, sono tra i principali destinatari di rimesse a livello globale, dopo colossi demografici come India e Cina, e questo ha consentito al Paese di mantenere una valuta relativamente stabile nonostante le incertezze economiche globali. Infine, l’impatto di questi afflussi si riflette anche sullo sviluppo delle infrastrutture bancarie e sui servizi finanziari del Paese, con un aumento della domanda per servizi bancari, trasferimenti di denaro internazionali e soluzioni di investimento che contribuisce anche alla modernizzazione del sistema finanziario del Paese. Tuttavia, questa forte dipendenza dai trasferimenti esteri porta con sé alcune vulnerabilità. Le Filippine restano esposte alle dinamiche economiche e politiche dei Paesi in cui lavorano gli OFWs: crisi economiche, cambiamenti normativi sull’immigrazione o difficoltà nel mercato del lavoro internazionale potrebbero avere ripercussioni dirette sulle entrate delle famiglie filippine. Un’eccessiva dipendenza dalle rimesse può inoltre ridurre l’incentivo a sviluppare settori produttivi interni, limitando il potenziale di crescita economica endogena. Per questo motivo, negli ultimi anni il governo filippino ha avviato politiche per diversificare la crescita economica, investendo in infrastrutture, istruzione e innovazione, con l’obiettivo di ridurre la necessità per tanti cittadini di cercare lavoro all’estero. Ma, almeno per il momento, le rimesse restano un elemento imprescindibile dell’economia filippina, sostenendo milioni di famiglie e contribuendo alla stabilità del Paese».

Economia

7 Ottobre 2024

Secondo le stime della Banca mondiale presto la nazione potrebbe far parte delle cosiddette economie upper-middle-income ovvero quelle con un reddito pro-capite tra 3.956 e 12.235 dollari. Qual è il quadro attuale dell’economia filippina? Quali previsioni per l’immediato futuro?

«Le Filippine stanno percorrendo una traiettoria economica che le avvicina sempre più alla soglia delle economie a reddito medio-alto, come definito dalla Banca Mondiale. Attualmente, il PIL pro capite del Paese si attesta intorno ai 3.877 dollari, con proiezioni che indicano un incremento a 4.109 dollari nel 2025 e a 4.372 dollari nel 2026. Nel 2024, l’economia filippina ha registrato una crescita del 5,6%, leggermente al di sotto dell’obiettivo governativo del 6,0%-6,5%. Questo rallentamento è attribuibile a una combinazione di fattori, tra il persistere di condizioni meteorologiche avverse che ha influenzato negativamente la produzione agricola e una diminuzione dei consumi interni. Nonostante queste sfide, le prospettive per il 2025 rimangono positive. Il governo di Manila ha fissato un obiettivo di crescita economica compreso tra il 6,0% e l’8,0% per il periodo 2025-2028, riflettendo una fiducia nelle potenzialità del Paese. Le previsioni dell’Asian Development Bank per il 2025 stimano una crescita del PIL del 6,2%, posizionando le Filippine tra le economie emergenti più dinamiche della regione ASEAN. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, il governo sta implementando strategie focalizzate sullo sviluppo delle infrastrutture e sull’espansione del settore energetico, con particolare attenzione alle energie rinnovabili».

Questi settori, conclude Debach, sono considerati fondamentali per sostenere la crescita economica e migliorare la competitività del Paese. 


FOTO: shutterstock





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link