Le prove di disgelo con le toghe. Incontro per sminare lo sciopero

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Nessuna telefonata, confermano i beninformati, ma solo la promessa pubblica di incontrarsi a breve. Per riprendere, parola di Giorgia Meloni «un sano confronto sui principali temi che riguardano l’amministrazione della Giustizia». L’elezione a presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) di Cesare Parodi, espressione di Magistratura indipendente – la corrente più filogovernativa – viene letta come un segnale di disgelo, dopo settimane di freddo glaciale tra toghe ed Esecutivo. Parole, quelle della premier che risuonano come una «novità rilievo» alle orecchie di Parodi, che ammette l’impossibilità di sottrarsi a un confronto («che ho chiesto io senza consultarmi con i colleghi perché l’avvertivo con una certa intensità», dice) per spiegare con chiarezza e «senza alcun cedimento le nostre ragioni».

L’INCONTRO

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A Palazzo Chigi Parodi potrebbe portare non solo le istanze della magistratura in merito alla riforma delle carriere, su cui resta confermato lo sciopero del 27 febbraio. Ad attirare l’attenzione del neo presidente dell’Anm ci sarebbero soprattutto le criticità legate agli aspetti logistici della giustizia. E poi la questione della «narrazione» creata sui magistrati, talvolta dipinti in materia diversa – e deteriore – rispetto alla realtà. Quanto alla riforma della Giustizia, l’obiettivo, spiegano i più vicini al presidente, «è quello di fare capire i motivi per cui non piace». Senza però, «la volontà di sostituirsi alla politica».
L’incontro, stando a quanto filtra da fonti di Governo, più che per seppellire l’ascia di guerra, sarà l’occasione per «prendere le misure» e «cambiare i toni». Quanto al timing, nessuna data, viene ribadito da più fronti, è stata ancora fissata. Difficilmente potrà avvenire questa settimana, visto che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sarà in missione in Turchia, per incontri bilaterali con Erdogan, fino a giovedì sera. E sarebbe inusuale che il confronto si tenesse in assenza del Guardasigilli. L’obiettivo, in ogni caso, è quello di arrivare al faccia a faccia prima dello sciopero che – ha ribadito Parodi al Tg1, – «non è contro il governo».

NESSUN PASSO INDIETRO

Nonostante qualcuno parli già di virata «a destra» del sindacato delle toghe, dal Comitato direttivo centrale dell’Anm nessun passo indietro pare esserci sulla riforma della separazione delle carriere. Anzi. Con una nota, il comitato direttivo centrale dell’Anm ha proposto che le toghe si presentino in aula, nei processi sia penali che civili, con una coccarda tricolore, da oggi e fino al giorno dello sciopero del 27 febbraio. Più che revocarlo – per Parodi «non avrebbe alcun senso» – sarebbe necessario «capire cosa fare» in vista della mobilitazione. Tra le idee allo studio, l’organizzazione di dibattiti o conferenze stampa nei distretti per «illustrare con chiarezza e pacatezza le ragioni della nostra iniziativa». Nella convinzione, spiega il presidente della nuova giunta del sindacato, in cui sono presenti tutte le correnti ad eccezione di Articolo 101, che quel giorno, «non sarà un momento decisivo di questo nostro impegno». Insomma: «Il discorso non finisce con lo sciopero ma anzi inizia».

La strada del dialogo è lastricata di ostacoli. Soprattutto a livello politico. L’impuntatura sullo sciopero, così come la proposta della coccarda, fa storcere il naso a Forza Italia. Con il capogruppo di Palazzo Madama, Maurizio Gasparri che bolla lo sciopero come «eversivo», e «pessimo» l’esordio di Parodi, chiedendo che i magistrati «se fosse possibile lavorino di più».
Va giù duro anche il deputato FI in commissione Giustizia della Camera, Enrico Costa, che commenta il no alla revoca dello sciopero, sottolineando che «le correnti dei magistrati non sono di destra o di sinistra» ma «sono tutte quante, unite da una sola priorità: non perdere lo strapotere su nomine e carriere». La convinzione, tra le file degli azzurri, è che si tratti di una trattativa portata avanti con l’unico scopo di far saltare la riforma della Giustizia.

LE APERTURE

Se, per il momento, dal Carroccio si resta in silenzio, più dialogante appare la linea del partito della premier. Con il capogruppo, Galeazzo Bignami che auspica che l’incontro richiesto da Parodi e «prontamente accolto dalla presidente del consiglio Meloni» si svolga in tempi brevi e che «l’arrivo del nuovi vertici possa davvero favorire il ristabilirsi di un clima di dialogo e confronto sereno e costruttivo tra politica e magistratura». Chissà se gli auspici, si trasformeranno – presto o tardi – in realtà.

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