La sinistra agrigentina verso le elezioni. Italia Viva non firma il documento: divisioni e prospettive nella proposta di rinascita per Agrigento

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L’iniziativa per la costruzione di un’area politica e culturale alternativa all’attuale amministrazione di Agrigento ha mosso i primi passi con il sostegno di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra che firmano insieme un documento programmatico.
Il progetto mira a un cambiamento radicale nella gestione della città, affrontando tematiche centrali come urbanistica, mobilità, gestione dei rifiuti, crisi idrica e welfare.
Tuttavia, una crepa emerge all’interno del fronte progressista: Italia Viva non ha firmato il documento, segnando una prima evidente divisione tra le forze politiche che si candidano a governare la città.
La mancata adesione di Italia Viva alla proposta nasce a seguito di uno scontro tra il referente in pectore (la sua nomina non è stata ancora confermata da Giuseppe Conte) del gruppo territoriale del Movimento Cinque Stelle Gino Buscemi e la dirigente locale di Italia Viva, Roberta Lala. Finora inutile il tentativo del dirigente del circolo agrigentino Nino Cuffaro di ricucire lo strappo. “Cuffaro mi ha chiamata al telefono, dopo quello che è successo nell’incontro di sabato scorso – dice Roberta Lala – Non sappiamo se torneremo a partecipare, ma al momento non ci sono le condizioni”. La leader locale del partito di Renzi si è risentita anche perché l’onorevole di M5S Ida Carmina avrebbe sottolineato durante lo stesso incontro che “Italia Viva è un partitino da 3%”.
Un’affermazione che ha gettato benzina sul fuoco, per cui Roberta Lala, ha abbandonato polemicamente i lavori e adesso non ha posto la sua firma sul documento.
Se da un lato PD, M5S e AVS hanno trovato una convergenza su temi considerati prioritari per il rilancio di Agrigento, dall’altro la scelta del partito di Matteo Renzi evidenzia una frattura che potrebbe avere ripercussioni sulla costruzione di un’alternativa unitaria della sinistra all’amministrazione attuale.

Le ragioni della mancata firma non sono state esplicitate, ma potrebbero risiedere in divergenze programmatiche o strategiche. Italia Viva, negli ultimi anni, ha spesso assunto posizioni distinte rispetto agli altri partiti progressisti, adottando un approccio più centrista e moderato. Questo potrebbe tradursi in una diversa visione sulla gestione della città e sulle priorità di governo.
Da rilevare inoltre che sia il Movimento Cinque Stelle che Alleanza Verdi e Sinistra devono completare l’iter per la costituzione dei rispettivi gruppi politici. Il coordinatore del Movimento Cinque Stelle Gino Buscemi attende da diversi mesi da Roma il definitivo nulla osta per guidare il gruppo territoriale di Agrigento e Alleanza Verdi e Sinistra deve ancora avviare la fase di costituzione del circolo locale. Solo il Pd si presenta con organismi e assetto ben definito ad Agrigento è al momento l’unico partito nelle condizioni di proporre un candidato sindaco. Dal Pd in tal senso emerge chiaramente la figura di Nino Cuffaro, attualmente in pole position nella corsa verso una candidatura da primo cittadino della sinistra.
Per quanto riguarda il contenuto del documento programmatico firmato dai tre partiti uno dei punti fondamentali della proposta riguarda la necessità di un nuovo piano regolatore, in grado di fermare l’aggressione al territorio e preservare il suolo agricolo. Si sottolinea che l’attuale amministrazione è stata più volte criticata per una gestione disordinata e privata di una visione a lungo termine.
Inoltre nel documento si evidenza che Agrigento soffre da anni la mancanza di un progetto urbanistico coerente, con aree degradate e una speculazione edilizia che ha spesso penalizzato il paesaggio e la vivibilità cittadina. Il nuovo piano regolatore dovrebbe quindi mirare a una crescita sostenibile, evitando ulteriori danni al territorio e garantendo una qualità della vita migliore ai residenti.
Il centro storico di Agrigento è un patrimonio di straordinario valore, ma da tempo è in stato di abbandono. L’attuale amministrazione non ha investito nel recupero delle aree più degradate, perdendo occasioni di finanziamento che avrebbero potuto restituire vitalità alla città.
Pertanto le forze progressiste propongono un piano di valorizzazione che non si limita a interventi estetici, ma che favorisca anche il ritorno della residenzialità e delle attività commerciali, in modo da rendere il centro storico un luogo vivo e attraente per cittadini e turisti.
Riguardo all’attuale crisi idrica nel documento si rileva che Agrigento vive una crisi idrica strutturale, con una distribuzione dell’acqua limitata a poche ore a settimana. Negli ultimi mesi, la situazione è peggiorata ulteriormente, mettendo in difficoltà famiglie e imprese.
Il Comune, in quanto capofila dell’ATO idrico e principale azionista di AICA, ha la responsabilità di garantire un servizio equo ed efficiente. La proposta delle forze progressiste è quella di investire nel rifacimento della rete idrica, per ridurre le perdite e migliorare la distribuzione dell’acqua. Un tema su cui, probabilmente, anche Italia Viva avrebbe potuto trovare un terreno comune.
Tra le proposte avanzate nel testo c’è anche la volontà di ridurre il traffico privato nel centro cittadino, incentivando il trasporto pubblico e la creazione di una metropolitana di superficie.
L’idea di pedonalizzare progressivamente alcune zone della città si ispira a modelli europei di successo, ma richiede una pianificazione attenta e un’alternativa valida per la mobilità urbana. Un sistema di trasporto efficiente ed ecologico potrebbe migliorare la qualità della vita e rendere Agrigento più attrattiva sia per i residenti che per i turisti.
Sulla gestione dei rifiuti e del verde pubblico si denunciano due aspetti critici della gestione comunale sono il servizio di raccolta rifiuti e la cura del verde pubblico. Entrambi sono stati più volte oggetto di polemiche per inefficienze e opacità nella gestione degli appalti.
L’obiettivo delle forze progressiste è una revisione dei contratti per garantire maggiore trasparenza e migliorare il servizio. Inoltre, si propone il recupero del Parco dell’Addolorata e della fascia boschiva che circonda la città, per trasformarli in veri e propri polmoni verdi urbani.
Le politiche culturali ad Agrigento sono state spesso orientate esclusivamente al turismo, senza un reale beneficio per i cittadini, si dice nel documento. La proposta alternativa della sinistra agrigentina mira a un modello che ricuce il rapporto tra il centro storico e la Valle dei Templi, creando eventi e iniziative che hanno un impatto duraturo sulla comunità locale.
Negli ultimi anni, la gestione del welfare è stata segnata da scandali e cattiva amministrazione, secondo i tre partiti firmatari del documento, in cui tra la’ltro si sottoliena che il caso dell’acquisto di SUV con fondi destinati ai minori e le irregolarità nel distretto sociosanitario sono esempi di una gestione fallimentare.
Le forze progressiste propongono un welfare più attento alle esigenze di anziani, ragazzi e bambini, con investimenti in servizi e spazi di aggregazione.
Si auspica un rilancio del polo universitario; l’università potrebbe diventare un elemento chiave per il rilancio di Agrigento, trasformandosi in un hub internazionale di scambio culturale e formazione. La proposta prevede di rafforzare il Polo Universitario e favorire la collaborazione con istituzioni accademiche del Mediterraneo.
Sulla situazione della periferie dimenticate, la sfida più grande per la sinistra agrigentina parte dalla costatazione che le periferie di Agrigento soffrono di una carenza cronica di servizi e infrastrutture. Il progetto progressista punta a migliorare la qualità della vita in queste aree, garantendo trasporti, scuole, centri sociali e spazi pubblici adeguati.
La proposta di rinascita della città si presenta come un progetto ambizioso e articolato, ma l’assenza di Italia Viva solleva interrogativi sul futuro del fronte progressista, che cercherà nelle prossime settimane di superare le criticità anche allargando l’alleanza ad altri soggetti vicine alla stessa area politica ed ideologica.
Senza un’unità politica chiara, sarà difficile sfidare l’attuale amministrazione e proporre un’alternativa credibile. La vera sfida sarà riuscire a coinvolgere non solo i partiti, ma anche associazioni, movimenti e cittadini, trasformando le idee in azioni concrete.

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