Il Comune di Castelsaraceno, in provincia di Potenza, è alla BIT – Borsa Internazionale del Turismo – in programma a Rho Fiera fino all’11 febbraio, per raccontare all’interno dello stand della Regione Basilicata la sua storia e le strategie di sviluppo con l’idea di scrivere una nuova pagina del turismo italiano.
Punta infatti a diventare un modello di turismo sostenibile per le aree interne, con l’obiettivo di attrarre nuovi flussi, valorizzare l’identità locale e contrastare lo spopolamento, riflettendo innanzitutto su come rendere concretamente questi luoghi nuovamente attrattivi per vivere e lavorare.
Lo fa attraverso storie di passione, antifragilità e coraggio a partire dal Sindaco Rocco Rosano, da dottore di ricerca, con prestigiose collaborazioni universitarie tra cui quella con il MIT di Boston, al terzo mandato da amministratore locale, che ha creduto e continua a credere nella possibilità di cambiare le sorti del proprio territorio, trasformandolo da un borgo in difficoltà in una meta turistica emergente.
Il progetto si è concretizzato nel 2021, quando l’inaugurazione del Ponte tra i due Parchi, ilponte tibetano più lungo del mondo, ha segnato l’inizio del suo impatto reale sul territorio, attraendo visitatori da tutta Italia, creando nuove opportunità di lavoro e incentivando l’imprenditorialità locale.
il ponte tibetano, con una media di 15.000 accessi all’anno, ha creato occupazione per 17 giovani che qui possono restare e non rappresenta solo un attrattore, ma sinonimo di benessere ed immersione nei due parchi che connette. Un senso di riconnessione profonda con la natura che sa spiegare bene Antonietta, guida che accompagna i turisti durante il suo attraversamento. Biologa ed esperta in Neurobiologia, lavora per integrare benessere e natura nel progetto di sviluppo locale, profondamente convinta del potenziale trasformativo di questo territorio grazie alla generatività di queste energie. Come Claudia, milanese “doc” con una carriera nella cooperazione internazionale, che durante le sue vacanze a Castelsaraceno decide di restare ed investire qui nel suo futuro. Oggi è istruttrice di Mindfulness e organizza viaggi ispirazionali per chi vuole riscoprire il benessere a contatto con la natura. Fuggire dalla grande città per trovare un migliore equilibrio tra vita e lavoro è stata anche la scelta di Feliciana che abbandona la vita romana per dedicarsi alla valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, presiedendo la Pro Loco. Ma come loro tanti altri giovani Giovanna, Ilaria, Angela e Claudia che hanno preferito Castelsaraceno e le sue potenzialità rispetto ad opportunità lavorative nelle grandi città italiane.
Lo sviluppo di Castelsaraceno non si ferma al Ponte Tibetano, ma guarda oltre. Si lavora infatti alla creazione di nuove strutture ricettive sostenibili ed inclusive, come l’eco glamping e l’albergo diffuso di design, per la cui progettazione verrà lanciata una call internazionale per giovani architetti e designer che trascorreranno a Castelsaraceno una residenza e condivideranno con il giovane team locale il ripensamento dell’ospitalità tradizionale verso il futuro.
Qui aprono punti ristoro che combinano innovazione, KM0 e tradizione e rappresentano nuovi percorsi di vita e lavoro per chi come Giorgia e Francesco hanno deciso di seguire le orme ed i sogni delle famiglie di origine, investono nella ristrutturazione di caratteristici b&b nel borgo ed investono nell’apicoltura dedicandosi alle proprie passioni. Poi c’è anche Ubaldo, ingegnere con esperienze internazionali, che ha scelto di tornare per fondare Lutipico, un progetto che valorizza i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) lucani.
“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose’
I giovani qui non sono solo uditori, come troppo spesso accade, ma veri e propri co-protagonisti di una oggi più che mai necessaria rivoluzione dal basso. Hanno scelto di tornare e restare per realizzare nuove attività imprenditoriali nel turismo e saranno inseriti nel team della ‘DMO più giovane d’Italia’ tra le figure apicali ed anche nella governance, confermando il messaggio disruptive che Castelsaraceno intende lanciare.
“Da soli si va più veloci, ma insieme si va più lontano”
Gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 sono difficili da realizzare senza il capitale umano e le giuste competenze in un mondo che cambia, per questo il percorso di Castelsaraceno va oltre il turismo ed intende scuotere le coscienze ed ispirare anche gli altri amministratori ad attuare percorsi innovativi per un cambiamento duraturo e positivo per il Sud e le aree marginali.
Un piccolo borgo che affascina per la sua bellezza e per la sua luminosa storia di rinascita, che punta ad attrarre oltre al turista anche menti, talenti, professionisti, in linea con l’articolo del NY Time ‘52 places for a changed world’ in cui sono le persone ad essere e fare la differenza per migliorare i luoghi che visitano.
Con questo spirito Emma Taveri, professionista da anni impegnata nello sviluppo locale e nel marketing delle destinazioni ad impatto sociale e convinta ambasciatrice del rientro possibile al Sud, affiancherà il team di giovani della DMO con il ruolo di ‘coach’.
Anche la storia di Emma è di rientro per scelta: dopo anni di carriera per multinazionali nel turismo, tra cui TripAdvisor a Londra, fonda Destination Makers, società benefit impegnata in progetti per il turismo sostenibile e l’innovazione sociale. Con un passato da Assessore a Brindisi, città scelta da Airbnb tra le 20 mete al mondo per il lavoro da remoto, Emma porterà in questo percorso per Castelsaraceno la creatività e l’innovazione necessarie per diventare un laboratorio di formazione permanente in collaborazione con esperti da tutta Italia per co-creare e valorizzare la destinazione, aperto a tutti. La sperimentazione in atto a Castelsaraceno intende essere ‘open source’ e aperta a tutti, perché solo insieme si può crescere ed invertire la tendenza, per le aree interne di tutta Italia.
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