“Il governo Meloni ha rispettato il Regolamento Europeo?”

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Doppia richiesta di indagine europea sul governo Meloni sul disastro Superbonus e sulla gestione dei conti nazionali: dopo la denuncia di CANDE, Class Action Nazionale dell’Edilizia, alla Commissione UE sulla legittimità del blocco retroattivo dei crediti d’imposta, è stata presentata anche un’interrogazione alla stessa Commissione da Europarlamentari 5 Stelle e Verdi: nell’occhio del ciclone la gestione dei conti nazionali, il rispetto dei principi comunitari e la certezza del diritto.

Sul disastro Superbonus e sulla legittimità dell’operato del governo Meloni in materia di gestione dei conti nazionali e del rispetto del Diritto Comunitario, dopo la denuncia del luglio scorso alla Commissione UE di CANDE  (Class Action Nazionale dell’Edilizia, 250 imprese aderenti) la questione è arrivata direttamente nell’Aula del Parlamento Europeo con un’interrogazione alla stessa Commissione, presentata dagli Europarlamentari 5 Stelle e Verdi Gaetano Pedulla’, Pasquale Tridico, Dario Tamburrano , Danilo Della Valle e Mario Furore (The Left) e Cristina Guarda (Verts/ALE).

Doppia richiesta di indagine, dunque, sulle conseguenze drammatiche delle decisioni del governo Meloni in materia di Superbonus e della contabilità nazionale: “Riteniamo che sia stato leso il principio comunitario della certezza del diritto – ha dichiarato Roberto Cervellini, Presidente CANDE – con danni incalcolabili per imprese e cittadini e questa ci sembra la strada corretta per avere giustizia. Il governo italiano ha comunicato all’Europa che i crediti d’imposta sono pagati al beneficiario, mentre in Italia questo non sta accadendo: una gravissima menzogna che non può passare inosservata!”

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Come ripetutamente denunciato da CANDE, anche nell’incontro di Bruxelles del 10 dicembre scorso con europarlamentari ed esperti, sul Superbonus sono stati emessi ben 37 decreti di modifica in 3 anni, che hanno destabilizzato e inficiato la regolare attuazione di contratti, con disastrose conseguenze su imprese e cittadini.

Nello specifico i Decreti Legge 11/2023 e 39/2024 sanciscono la chiusura ad ogni possibilità di cessione del credito d’imposta verso terzi e anche in compensazione sulle tasse, agendo persino con retroattività fino a fare sprecare ogni bonus legittimamente maturato. Una manovra verso il contribuente senza precedenti, che non trova riscontro a quanto invece dichiarato pubblicamente e promesso personalmente in campagna elettorale dalla Presidente del Consiglio e dai suoi alleati di governo.

“Tutti i percettori dei bonus edilizi – ha aggiunto Cervellini – hanno legittimamente fatto affidamento su una legge di Stato, orientata tra l’altro agli obiettivi europei green, sicurezza e benessere e con risultati fino ad allora eccezionali, ma sono stati ingannati subendo danni irreparabili: ricorrere all’Europarlamento vuol dire rimettersi ad un organo superiore che ha il dovere di tutelare i cittadini degli Stati membri, riguardo a decisioni governative interne, che invece ledono principi di diritto fondamentali, quali il legittimo affidamento e la libera concorrenza”.

Stefano Sylos Labini, Gruppo Moneta Fiscale, presente anche all’incontro di Bruxelles, sottolinea inoltre che “va fatta anche luce sui rapporti intercorsi tra Eurostat e ISTAT: in una lettera inviata nel settembre 2023 all’Istituto Italiano, l’allora Direttore Eurostat Luca Ascoli concordava con ISTAT nella non pagabilità dei crediti al beneficiario, sebbene il Regolamento Europeo SEC2010 prevedesse esattamente il contrario, ovvero la pagabilitá al beneficiario dei crediti maturati. Tale decisione dimostra che i due Istituti hanno eluso quanto stabilito dal Regolamento SEC2010 sul rispetto della contabilità di riferimento normativo dei paesi dell’Eurozona”.

Una procedura ambigua che danneggia i cittadini per ben due volte: quando vengono privati del diritto al rimborso e quando subiscono una procedura d’infrazione da parte dell’UE proprio per aver forzato i conti pubblici, in violazione di una disciplina comunitaria come il Sec2010, il tutto dimostrato anche nella NADEF 2023. Il rapporto deficit/PIL eccessivo viene contestato dalla Commissione Europea proprio a seguito del cambio di classificazione dei crediti d’imposta per 80 MLD solo nel 2023, che ha smembrato la natura del decreto rilancio, genesi del Superbonus.



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