I Boy Scouts of America non più Boy in nome dell’inclusività

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I Boy Scouts of America hanno cambiato nome per essere più inclusivi dal punto di vista del genere sessuale. Come avevano già annunciato lo scorso anno, dopo 115 anni dalla loro fondazione da sabato scorso 8 febbraio si chiamano ufficialmente Scouting America. Nella primavera del 2017, dopo un contenzioso promosso da Human Rights Campaing 2017 i Boy Scouts of America avevano aperto le loro porte ai ragazzi transgender anche come volontari e responsabili di gruppi, dopo che nel 2015 avevano già adottato politiche che vietavano la discriminazione dei propri dipendenti in base all’orientamento sessuale, ma non all’identità di genere.

Il programma Boy Scouts, aperto a ragazze e ragazzi di età compresa tra 11 e 17 anni, aveva già eliminato “Boy” dal suo nome nel 2018, dando vita a Scouts BSA.

Il cambio di nome coincide con l’obiettivo dell’organizzazione di diventare più inclusiva, poco più di cinque anni dopo che alle ragazze è stato permesso di unirsi ai Lupetti e ai Boy Scout rispettivamente nel 2018 e nel 2019. Il cambio di nome più recente serve come rebranding per l’organizzazione nazionale, cosa che non accadeva dalla fondazione dell’organizzazione nel 1910.

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«Il consiglio, il comitato esecutivo e io stesso abbiamo esaminato la situazione e ci siamo detti: “Probabilmente questo sarebbe il momento giusto”», ha dichiarato sabato scorso in una intervista a USA Today il presidente e CEO di Scouting America, Roger Krone. In gran parte, i cambiamenti associati al nuovo nome sono cosmetici, ma passo dopo passo l’organizzazione si sta allontanando dall’originaria missione. «Dio ci ha messo in questo mondo meraviglioso», è stato l’ultimo messaggio del fondatore dello scoutismo, Robert Baden-Powel (1857-1941), figlio di un pastore anglicano. Un’associazione che non dovrebbe cancellare né il senso religioso, né Dio né i suoi insegnamenti cristiani, avendo come fine ultimo la formazione fisica, morale e spirituale della gioventù mondiale.  

Le contraddizioni del presidente americano della organizzazione riecheggiano anche nel comunicato stampa rilasciato dagli Scout, nel quale, nonostante si riaffermi che si tratti solo di un cambio di nome, si ribadisce allo stesso tempo che «sarà un’evoluzione semplice ma molto importante, poiché cerchiamo di garantire che tutti si sentano benvenuti nello scoutismo». Secondo Scouting America, più di un milione di giovani sono attualmente iscritti ai programmi di scouting dell’organizzazione, tra cui oltre 176.000 ragazze e giovani donne. Più di 6.000 donne hanno anche ottenuto il grado di Eagle Scout, il grado più alto nel programma Scouts BSA. 

I Boys Scouts of America furono originariamente fondati nel 1910 con la missione di «preparare i giovani a fare scelte etiche e morali nel corso della loro vita, instillando in loro i valori del Giuramento Scout e della Legge Scout», ovvero promettere sul «proprio  onore di fare del proprio meglio per…Per compiere il mio dovere verso Dio e verso il la patria…Per aiutare le altre persone in ogni momento».


Nel 2020, con il calo dei tassi di iscrizione, Scouting America aveva dichiarato bancarotta dopo aver speso più di 150 milioni di dollari per risolvere le cause legali relative ad accuse di abusi sessuali su minori. L’organizzazione è uscita dalla bancarotta nel 2023 dopo che un giudice federale ha approvato il piano di Scouting America di creare un fondo fiduciario di 4,6 miliardi di dollari per i reduci dalle violenze sessuali legate all’organizzazione. La sentenza è arrivata più di due anni dopo che l’organizzazione aveva chiesto la protezione dalla bancarotta, dopo che erano state presentate oltre 82.000 richieste di risarcimento per abusi. A gennaio di quest’anno, l’organizzazione ha riferito che il fondo aveva pagato circa 70 milioni di dollari a 12.300 vittime a fronte di 58.000 richieste di risarcimento presentate. 

Le nuove politiche di adesione adottate dai Boy Scout d’America che dal 2013 in poi consentono l’associazione di giovani in base all’orientamento o alle preferenze sessuali, era stata giudicata «un cambiamento radicale dei suoi valori fondamentali», dall’Alliance Defending Freedom, mentre il reverendo Franklin Graham, uno dei più famosi ed influenti predicatori evangelici del pianeta, fin dal 2017 aveva  esortato tutte le chiese cristiane a porre fine alla loro collaborazione e sostegno verso i Boy Scout.

La deriva degli Scout americani nell’attuare le ormai retrograde e fuori moda politiche DEI (diversità, equità ed inclusione), pare non volersi fermare. Non solo non si accorgono della guerra aperta dell’intera amministrazione Trump contro l’ideologia gender e tutte le sue perverse conseguenze, ma tagliate le radici cristiane hanno dimenticato anche la biologia.


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