La Golden Age a lungo termine dell’innovazione

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11 febbraio 2025

Pubblicato in: Economia & Mercati

“L’Età dell’Oro dell’America inizia ora. Da oggi in poi, il nostro Paese prospererà e sarà di nuovo rispettato in tutto il mondo. Saremo l’invidia delle nazioni e non permetteremo più che qualcuno si approfitti di noi”. Con queste parole, negli Stati Uniti ha preso il via il Trump II. Nel discorso di insediamento al secondo mandato presidenziale, Donald Trump ha annunciato per gli USA l’inizio di quella che ha chiamato, appunto, “Golden Age, l’Età dell’Oro. Un messaggio ambizioso, visto che rispetto al passato il Paese va già molto bene.

Qual è, dunque, la nuova prospettiva di crescita a cui punta Trump?

Il discorso dell’Inauguration Day con cui il neoeletto presidente si insedia alla Casa Bianca è sempre molto atteso, perché sintetizza il messaggio che il Paese più importante del mondo rivolge all’intero pianeta. Informazioni di natura politica, sociale, culturale, geostrategica. Ma, soprattutto, le indicazioni che più interessano a noi: quelle sulle future strategie in materia economica.

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“Sarà l’Età dell’Oro” è lo slogan che Trump ha scelto fin dalle ore successive all’ufficializzazione della sua vittoria elettorale. La differenza è che, memore dell’esperienza di otto anni fa, quando il mondo sottovalutò la sua possibilità di vittoria e di comando, oggi tutto il globo lo ascolta con molta più attenzione. Anche nel discorso di otto anni fa, Trump avanzava accuse verso l’establishment della politica e condivideva la promessa di riportare in alto l’America e gli americani. Ma allora c’era anche un’apertura verso le relazioni con il resto del mondo.

Certo, fin dall’inizio quella presidenza fu scandita da tre slogan: “America First”, “Buy American” e “Hire American”, che in sintesi intendevano spingere al consumo di prodotti americani per rilanciarne l’industria e al tempo stesso frenare il commercio internazionale. E anche otto anni fa, i dazi erano una voce del programma. Ma oggi i dazi sono una priorità, e non mirano solo all’economia cinese ma anche alla nostra Unione Europea.

Gli slogan del liberismo e della globalizzazione

Questa nuova Età dell’Oro alza le aspettative a livelli ben più alti sia del precedente “America First” sia di tutti gli altri slogan adottati da presidenti che hanno fatto la storia e da quelli che hanno chiuso una parentesi buia per aprire un nuovo ciclo di crescita. Nel 1981, nel discorso della sua prima presidenza, dopo aver elencato i problemi soprattutto di natura economica, l’ex presidente repubblicano Ronald Reagan disse: “Dobbiamo agire oggi, per preservare il domani. E che non ci siano incomprensioni: inizieremo ad agire, a partire da oggi”.

Reagan proseguì: “I mali economici che subiamo ci sono capitati nel corso di diversi decenni. Non se ne andranno in giorni, settimane o mesi, ma se ne andranno”. Una spinta a reagire, rialzarsi, combattere l’oscurantismo economico che gli USA avevano vissuto negli anni Settanta e tornare alla crescita che la potenza economica si meritava. Nel 1993, l’altro ex presidente, il democratico Bill Clinton, disse: “Le comunicazioni e il commercio sono globali; gli investimenti sono mobili; la tecnologia è quasi magica; e l’ambizione di una vita migliore è ora universale. Ci guadagniamo da vivere in una competizione pacifica con persone in tutto il mondo”.

Il presidente che aveva vinto con lo slogan “It’s the economy, stupid” diede il via alla sua presidenza con le parole “sono pronto”. Clinton era pronto a trascinare il Paese fuori dalle secche grazie anche e soprattutto a quell’embrione chiamato Internet.

In comune, le due presidenze sopra ricordate ebbero il rilancio economico del Paese dopo una più o meno grave recessione.

• Reagan ci riuscì grazie alla forza della Old Economy;

• Clinton riuscì nel solco dell’innovazione della tecnologia.

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Entrambi dovettero affrontare lo svantaggio di prendere in carico un Paese in difficoltà, ma ebbero il “vantaggio” di ripartire da una situazione non rosea. E quando il punto di partenza è questo, tutto ciò che viene in più è un bene.

L’attuale punto di partenza di Trump non è altrettanto sfavorevole

Per Trump, “l’Età dell’Oro per l’America inizia ora”. Ma se guardiamo i dati economici – PIL, disoccupazione, consumi, produttività – li vediamo a livelli quasi da record storici. Basta dare un’occhiata all’andamento del Prodotto Interno Lordo reale nell’ultimo decennio circa: tale andamento ci parla molto chiaramente di una crescita, eccezion fatta per lo “stop” che l’economia ha inevitabilmente registrato in concomitanza con la pandemia di Covid-19 (anno 2020).

I dati macro non sono l’unica spia del buon momento: Wall Street, dal canto suo, è su valori mai raggiunti prima. Se non è già l’Età dell’Oro, è sicuramente qualcosa che ci assomiglia. Dunque, dove vuole arrivare l’ambizione di Trump? La risposta è nella frase: “Torneremo ancora una volta una nazione in crescita, che vuole arricchirsi, espandere il suo territorio… E perseguiremo il nostro destino manifesto fino alle stelle, lanciando astronauti americani che dovranno piantare l’insegna a stelle e strisce sul pianeta Marte”.

La nuova frontiera della crescita sono dunque i nuovi mondi, che si chiamino spazio, Metaverso, AI, Marte. La riprova di ciò è la presenza inedita del Gotha della Silicon Valley al discorso d’insediamento. E poche ore dopo, il 21 gennaio, alla Casa Bianca, Trump ha annunciato il piano “STARGATE”. Si tratta del “più grande progetto di infrastruttura di Intelligenza Artificiale della storia”: alla nuova società aderiranno OpenAI di Sam Altman, Masayoshi Son di SoftBank, Larry Ellison di Oracle. Inizialmente i tre giganti investiranno 100 miliardi di dollari, ma a tendere arriveranno a 500 miliardi. Secondo Trump, questa iniziativa potrà creare 100.000 posti di lavoro (fonte WIRED del 22-01-25), alimentando la prossima generazione dell’Intelligenza Artificiale.

Al via la nuova era dell’innovazione tecnologica

Comincia una nuova era, insomma, che non è solo quella di Trump: è qualcosa di strutturale. La nuova era dell’innovazione tecnologica, con tutte le sue declinazioni. E le sue grandi battaglie. Ma, come al solito, vincerà chi investe nel futuro e lo fa al meglio.

AVVERTENZA LEGALE: questo è un foglio di informazione aziendale con finalità promozionali che riflette le analisi, effettuate da Banca Mediolanum, sulla base dell’attuale andamento dei mercati finanziari il cui contenuto non rappresenta una forma di consulenza nè un suggerimento per gli investimenti.
NOTA DI REDAZIONE : gli argomenti sono frutto di elaborazione interna. 
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