Secam, l’inchiesta si allarga. Coinvolti i vertici dell’Ato

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Secam, l’inchiesta si allarga. E coinvolge i vertici di Ato, la controllata dell’ente Provincia. Non solo c’è solo il nome di Gildo De Gianni, 66 anni, residenza a Dubino, per oltre un decennio ai vertici di Secam, presidente e poi amministratore delegato, carica lasciata nel dicembre 2021, che da noi contattato dopo la perquisizione operata nella sua abitazione nei giorni scorsi dai militari del Nucleo Pef (Polizia economico finanziaria) della Guardia di Finanza, guidato dal colonnello Emanuele Pucciarelli, si dichiarò “assolutamente tranquillo sull’indagine avviata dal procuratore Piero Basilone”, ma dalle carte dell’inchiesta su Secam Spa spuntano altri nomi.

Oltre a quello di Nicola Perregrini, ingegnere di 62 anni, residente a Buglio in Monte, amministratore delegato dell’importante società pubblica, al quale oltre all’ipotesi di reato di truffa aggravata formulata a carico di De Gianni per i finanziamenti ottenuti da Arera, viene contestato un altro reato, ossia quello di falso ideologico. Poi tra i destinatari del decreto di perquisizione, con contestuale informazione di garanzia, ci sono stati, nei giorni scorsi, Brigitte Pellai, originaria della Svizzera, 51 anni, che abita a Matelica, in provincia di Macerata, responsabile del servizio idrico integrato di Secam sino al luglio 2022 e, infine, Matteo Nazzari, 44 anni, che vive nel capoluogo valtellinese, lui responsabile del servizio idrico integrato della Spa dal settembre 2022.

Il reato di truffa aggravata si sarebbe concretizzato, secondo le tesi accusatorie, percéè in concorso tra loro, Perregrini, Nazzari e Pellei, attraverso la manipolazione dei dati effettivi, ovvero ricorrendo a stime adattate, riguardanti la Regolazione della qualità tecnica del servizio integrato (Rqti), dati comunicati da Secam ad Ato (acronimo di Ambito territoriale ottimale) e, una volta validati dai funzionari di Ato stesso, trasmessi ad Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) inducevano in errore l’Arera la quale concedeva le premialità in denaro previste dal meccanismo incentivante. Il risultato ? Si procurava a Secam un ingiusto profitto.

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Ancora più pesante la posizione di Perregrini perché, in qualità di ad della società in house di Secam dal gennaio 2022, affidataria diretta del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti dei Comuni soci e del servizio idrico integrato in Valtellina e Valchiavenna, quindi incaricato di pubblico servizio, il 13 aprile 2022, a corredo dei dati di qualità tecnica trasmessi prima ad Ato e poi ad Arera, per accedere agli incentivi, avrebbe sottoscritto – secondo gli accertamenti investigativi della GdF – una “dichiarazione di veridicità e ottemperanza agli obblighi con cui attestava che i dati, le informazioni e la documentazione trasmessi il 13 aprile 2022 sono completi e veritieri”. Affermazioni, in realtà, secondo l’inchiesta, non vere, da qui l’accusa di falsità ideologica.

Secondo le informative del Gruppo Carabinieri Forestale di Sondrio, il cui comandante è il colonnello Andrea Turco, e del Nucleo Pef della GdF di Sondrio, De Gianni e Pellei avrebbero fornito all’Ufficio d’Ambito (Ato) dell’ente pubblico Provincia di Sondrio, per il biennio 2018-2019, dati non veritieri per i quali Arera ha riconosciuto premialità per un importo di 566.159 euro. E gli investigatori sono sicuri di avere individuato analoghi raggiri, anche per il biennio 2020 e 2021, da parte di Perregrini e Pellei che avrebbero fruttato un altro ingiusto profitto, erogato sempre da Arera, stavolta per 152.551 euro.

«Al momento non intendo rilasciare al riguardo alcuna dichiarazione – si era limitato a dirci l’ingegner Perregrini, raggiunto al telefono -. Sono assistito, per questa indagine, da un avvocato del Foro di Milano».

Ora si apprende che sono indagati, per l’ipotesi di truffa, anche i vertici di Ato. «Abbiamo completa fiducia nella magistratura – dichiara il direttore Paolo Andrea Lombardi, nato a Rho, nel Milanese, classe 1980, residente a Piateda e assistito dall’avvocato Matteo Sergi con studio a Morbegno -. Mi creda non sono frasi di circostanza: quando gli inquirenti studieranno le carte si renderanno conto della irreprensibilità della condotta dell’Ufficio d’ambito. Siamo tranquilli e sereni. La Procura è da anni che indaga su Secam, sono stati aperti diversi filoni d’indagine, nessuno mi risulta, al momento, concluso. Uno dei fascicoli all’interno del grande fascicolo aperto su Secam, di cui ho appreso dalla stampa, è questo». E il direttore Lombardi aggiunge: «Sono in carica dal 2013. Di tempeste, in questa azienda, ne ho viste tante. E questa che mi sta toccando mi lascia assolutamente tranquillo». Dello stesso tenore le dichiarazioni che ci ha reso il presidente che abbiamo anch’egli contattato.

«Nessun problema – afferma il presidente Davide Marcolli, avvocato, nato a Milano, classe 1977, residente a Sondrio, difeso dal legale Francesco Nobile de Santis collega di studio a Sondrio -. Da parte mia, in carica dal settembre 2023, c’è la massima disponibilità nei confronti del procuratore Piero Basilone per fare chiarezza. Il nostro operato è assolutamente trasparente. Qui transitano i dati che erano attività con dichiarazioni di veridicità da parte di Secam. Noi, come Ato, seguiamo l’aspetto oggettivo, tutta la validazione spetta a Secam, tocca a loro spiegare le discrepanze. La situazione, evidentemente, necessita di essere chiarita e saranno loro a doverlo fare». Ripetiamo sempre che un avviso di garanzia o l’avere subito una perquisizione di uffici e abitazioni non equivalgono assolutamente a un verdetto di colpevolezza per i destinatari dei suddetti provvedimenti. Sarebbe del tutto sbagliato trarre conclusioni che potrebbero risultare del tutto affrettate.

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