Clochard multate a Padova, protesta in stazione: critiche dalla diocesi e scontro istituzionale

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


di
Davide D’Attino

La questura dopo le parole del sindaco Sergio Giordani: «Sanzioni da regolamento comunale»

Prestito personale

Delibera veloce

 

Era forse prevedibile. Ma di certo non così. A meno di una settimana dalla sua istituzione (giovedì scorso), dopo il faticoso accordo raggiunto tra il prefetto Giuseppe Forlenza, il questore Marco Odorisio e il sindaco Sergio Giordani la zona rossa di Padova, che coincide con l’area della stazione ferroviaria, finisce già al centro della polemica. Anche se, almeno in questo caso, la politica sembra c’entrare poco.

La ricostruzione

Tutto comincia lunedì, quando si viene a sapere che l’8 febbraio, sotto il porticato di piazzale Stazione, gli agenti della polizia ferroviaria hanno sanzionato due donne senza fissa dimora (una romena e l’altra cinese) non solo con una multa di 300 euro, ma anche con l’allontanamento di 48 ore dalla stessa zona rossa. Di fatto, mentre sia in prefettura che in questura nessuno intende commentare la cosa, si tratta dei primi provvedimenti in applicazione dell’ordinanza, destinata a restare in vigore fino al prossimo 6 aprile, che prevede appunto, nel comparto stazione, «il divieto di stazionare ai soggetti che assumano comportamenti aggressivi e che risultino già destinatari di segnalazioni all’autorità giudiziaria per i reati di spaccio, percosse, rissa, lesioni, furto, rapina, invasione di terreni o edifici, danneggiamento e porto di armi o di oggetti atti ad offendere». Insomma, tutti i divieti della direttiva (del 17 dicembre scorso) firmata dal ministro dell’Interno, Matteo Pianteosi, che se violati, possono essere puniti non solo con il Daspo (l’espulsione dalla zona rossa da 48 ore fino a due anni), ma pure con una denuncia.




















































Giordani: «Non si può vivere la povertà come un fastidio»

Agli occhi del sindaco Giordani, però, quelle signore che da tempo trascorrono la notte per strada non paiono affatto aggressive né tantomeno gravate da precedenti penali. E allora il primo cittadino (da sette anni e mezzo a capo di una coalizione di centrosinistra) non esita ad intervenire: «L’episodio di cui si discute esula da quanto previsto dalla recente ordinanza prefettizia. E dunque sento il dovere di affermare con chiarezza che Padova è una città in cui l’umanità è di casa e dove nessuno vuole fare la guerra ai poveri». Quindi, la stoccata: «Non si può vivere la povertà come un fastidio — appunta il sindaco — ma come un pungolo per fare sempre di più per proteggere chi ha meno». Cosa c’entra, per farla breve, chi dorme per strada con chi spaccia (come tanti fanno nella zona rossa)? 

L’affondo della chiesa

Poi, martedì, mentre Francesca Contarello, maestra elementare in pensione e attivista di Coalizione Civica, l’ala più a sinistra della maggioranza in Comune, sta organizzando per la sera un (pacifico) sit-in di protesta in piazzale Stazione («I senza fissa dimora non sono un problema di sicurezza»), viene diffusa una nota della Diocesi, firmata da Cucine popolari, Comunità di sant’Egidio, Comunità papa Giovanni XXIII, Caritas e Beati costruttori di pace. Nella quale si chiede «alle istituzioni e alle forze dell’ordine di trovare strade comuni per aiutare le persone più vulnerabili, sole e povere, perché non è con le multe ai più poveri che si risolve il problema del degrado di una città, ma con politiche di contrasto alla povertà e di sicurezza, che coniughino le norme con la dignità delle persone». Un intervento, di fatto attribuibile anche al vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, che si conclude così: «Multare persone indigenti e portatrici di problematiche complesse rappresenta un accanimento inutile». Ma in serata, poco prima dell’inizio del presidio nell’area della stazione, arriva un comunicato della questura che dà una lettura diversa di quanto fin qui raccontato: «I dispositivi operativi dal 6 febbraio hanno elevato una contestazione alle due donne senza tetto non ai sensi dell’ordinanza prefettizia, ma per la violazione dell’articolo 19 del regolamento comunale di polizia urbana». Ovvero: «È vietata l’occupazione di suolo pubblico o la sosta ai fini di bivacco, anche con tende, baracche o altri ripari di fortuna». Lo scontro continua.

In 200 in piazza

A sera, più di 200 persone si sono riunite sotto il porticato di piazzale Stazione, tra cui volti noti come la consigliera regionale Elena Ostanel, i consiglieri comunali Marta Nalin, Chiara Gallani e Alessandro Tognon, alcuni sindacalisti di base, esponenti del centro sociale Pedro, rappresentanti dei Giuristi Democratici e don Albino Bizzotto, fondatore dei Beati costruttori di pace: «Paradossalmente la zona rossa dovrebbe servire a proteggere i più deboli, i più poveri e i più emarginati. E invece sono i primi con cui le forze dell’ordine se la sono presa».

Iscriviti alla newsletter del Corriere del Veneto

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

12 febbraio 2025

Richiedi prestito online

Procedura celere

 



Source link

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link