LE DIFFERENZE PER GLI ETS

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Nel mondo del Terzo Settore, la raccolta fondi è essenziale per la sostenibilità delle attività. Tuttavia, non tutte le entrate ricevute da un Ente del Terzo Settore (ETS) sono uguali dal punto di vista giuridico e fiscale.

Due delle forme più comuni di finanziamento sono le donazioni liberali e le sponsorizzazioni, ma confonderle può portare a problemi con il fisco.

Capire le differenze tra queste due modalità è fondamentale per evitare errori e gestire correttamente le risorse.

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Donazione liberale: un atto di gratuità con vantaggi fiscali

Le donazioni liberali sono contributi erogati a titolo gratuito, senza alcuna pretesa di ritorno per il donatore.

Si tratta di un atto di liberalità regolato dall’articolo 769 del Codice Civile, che si basa esclusivamente sulla volontà del benefattore di sostenere la causa dell’ETS.

Dal punto di vista fiscale, le donazioni fatte a enti iscritti nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) godono di importanti agevolazioni.

Le persone fisiche possono detrarre fino al 30% dell’importo donato, con un limite di 30.000 euro annui, oppure scegliere di dedurre l’importo fino al 10% del reddito complessivo.

Le imprese, invece, possono dedurre le erogazioni liberali fino al 10% del proprio reddito imponibile, con la possibilità di riportare in avanti l’eventuale eccedenza.

Affinché il donatore possa beneficiare delle agevolazioni fiscali, la donazione deve avvenire con mezzi tracciabili, come bonifico bancario o carta di credito, e l’ETS deve rilasciare un’attestazione idonea.

In caso di donazioni in contanti, il vantaggio fiscale non è riconosciuto.

Sponsorizzazione: quando la donazione diventa un contratto commerciale

A differenza della donazione, la sponsorizzazione è un accordo bilaterale in cui un’azienda o un soggetto privato eroga un contributo a un ETS, ricevendo in cambio un vantaggio economico, solitamente in termini di visibilità e promozione.

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Questo rapporto non è un atto di liberalità, ma un vero e proprio contratto sinallagmatico, in cui entrambe le parti hanno obblighi reciproci.

Facciamo un esempio concreto. Se un’azienda finanzia un evento organizzato da un ETS e, in cambio, il suo logo appare sui materiali promozionali o sul sito web dell’ente, si tratta di una sponsorizzazione.

Lo stesso vale se un’impresa dona prodotti o servizi a un’organizzazione non profit e riceve visibilità in cambio. In questi casi, l’ETS sta fornendo un servizio pubblicitario e, di conseguenza, l’operazione rientra nel regime IVA.

Dal punto di vista fiscale, la sponsorizzazione è considerata una spesa di pubblicità deducibile per l’azienda e, in quanto attività commerciale, l’ETS deve emettere regolare fattura con IVA al 22%.

Questa distinzione è cruciale: trattare erroneamente una sponsorizzazione come una donazione può portare a contestazioni fiscali e a sanzioni.

Se vuoi approfondire il tema delle sponsorizzazioni, Ti suggerisco di leggere l’articolo “LE SPONSORIZZAZIONI NELL’AMBITO DELLA RACCOLTA FONDI DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE”, nonché l’articolo SPONSORIZZAZIONE VS LICENSING: ORIENTARSI PER IL FUNDRAISING”.

Donazione o sponsorizzazione? Perché è fondamentale distinguere

Uno degli errori più comuni nel fundraising degli ETS è confondere questi due strumenti.

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Se un Ente riceve un contributo da un’azienda e lo considera una donazione, ma in realtà offre una visibilità in cambio, il rischio è che l’Agenzia delle Entrate lo riqualifichi come sponsorizzazione, con conseguenti impatti fiscali.

Per evitare problemi, è essenziale prestare attenzione a due aspetti fondamentali.

Il primo è la presenza o meno di una controprestazione: se chi eroga il contributo riceve un ritorno, anche solo in termini di visibilità, si tratta di sponsorizzazione e non di donazione.

Il secondo è la corretta gestione contabile: le donazioni vanno rendicontate come entrate liberali, mentre le sponsorizzazioni devono essere registrate come ricavi commerciali.

Come evitare errori nella gestione delle entrate degli ETS

Per gestire correttamente donazioni e sponsorizzazioni, la chiarezza contrattuale è essenziale.

Se un’azienda intende sostenere un ETS senza ricevere nulla in cambio, l’operazione deve essere trattata come una donazione liberale, con la documentazione adeguata per garantire le agevolazioni fiscali.

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 Se invece è previsto un ritorno in termini di pubblicità o promozione, l’ETS deve stipulare un contratto di sponsorizzazione ed emettere regolare fattura con IVA.

Una corretta separazione contabile tra le due tipologie di entrate aiuta a evitare problemi con il fisco e garantisce trasparenza nella gestione delle risorse.

Inoltre, per gli ETS che realizzano attività commerciali (come la sponsorizzazione), è importante valutare l’opportunità di aprire una partita IVA e adottare una gestione fiscale adeguata.

Donazioni e sponsorizzazioni, due strumenti diversi per il fundraising

Sia le donazioni che le sponsorizzazioni rappresentano risorse fondamentali per gli ETS, ma la loro gestione deve essere precisa e conforme alla normativa fiscale.

Le donazioni offrono importanti vantaggi fiscali ai donatori e non sono soggette a IVA, mentre le sponsorizzazioni rientrano nelle attività commerciali e richiedono una fatturazione con IVA al 22%.

Qualificare correttamente queste entrate è solo un passaggio cruciale per garantire la sostenibilità dell’ente e la sua conformità alle normative.

Se hai dubbi sulla gestione fiscale delle entrate del tuo ETS, affidati a un esperto del settore per evitare errori e ottimizzare le opportunità di fundraising.

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