14 Feb 2025 06:30
Un aut aut senza mezzi termini. La compagnia aerea Ryanair torna alla carica contro la Regione Sicilia e lo fa attraverso il suo CEO, Eddie Wilson, con un messaggio chiaro: finché la tassa addizionale comunale non verrà eliminata, la low cost irlandese non ha intenzione di investire su nuovi scali e rotte nell’Isola. E Comiso resta fuori dai giochi. Il palcoscenico è quello dell’Hotel Wagner di Palermo, dove Wilson, senza invitare amministratori pubblici o società di gestione aeroportuale, ha presentato la stagione estiva 2024 per la Sicilia. Il risultato? Una programmazione statica, senza nuove rotte né espansioni. «Non siamo nelle condizioni di investire in Sicilia — ha dichiarato Wilson — dove è ancora in vigore la tassa addizionale comunale. Al contrario, in Calabria è stata abolita e, infatti, lì abbiamo aumentato i voli e potenziato le infrastrutture».
La strategia di Ryanair: investire dove conviene
Il confronto tra Sicilia e Calabria diventa un punto centrale nella narrazione di Wilson. Proprio poche ore prima, l’amministratore delegato della compagnia irlandese aveva celebrato a Lamezia Terme un investimento da 15 milioni di euro per un nuovo polo di manutenzione, con la creazione di 300 posti di lavoro e il potenziamento dell’aeroporto di Crotone. Un esempio di come Ryanair premia le regioni che accolgono le sue richieste. E la Sicilia? Per ora, la compagnia conferma i suoi 10 aerei basati tra Palermo e Catania, con 42 rotte da Palermo, 40 da Catania e 18 da Trapani. Ma oltre questo, nulla. Comiso resta fuori dai radar di Ryanair dopo la rottura con la SAC lo scorso anno. «Senza l’eliminazione della tassa, non possiamo giustificare nuovi investimenti» ha ribadito Wilson.
Tassa addizionale: un nodo irrisolto
La tassa in questione, pari a 3,5 euro per passeggero, è da tempo al centro di un braccio di ferro tra la Regione Sicilia e le compagnie aeree. Per il governo Schifani, la sua abolizione non garantirebbe un abbassamento delle tariffe, mentre Ryanair sostiene il contrario: «Mentre gli sconti per i residenti fanno lievitare i prezzi, l’eliminazione della tassa spingerebbe le compagnie a investire di più».Un dibattito che non accenna a placarsi e che, per ora, lascia la Sicilia con un’estate senza crescita nel trasporto aereo. Ryanair gioca la sua partita con pragmatismo: la domanda c’è, il mercato siciliano è florido, ma gli investimenti vanno dove ci sono le condizioni più favorevoli. La palla, ora, è nelle mani della Regione Sicilia.
La Replica della Regione
L’abolizione della tassa addizionale comunale sui diritti di imbarco è un intervento difficilmente realizzabile in Sicilia in quanto l’Isola costituisce, di fatto, il terzo polo aereo in Italia. Con oltre 23 milioni di passeggeri, che entro la fine di quest’anno supereranno i 26 milioni, l’abolizione dell’imposta avrebbe un impatto sulle casse della Regione di circa 80 milioni di euro». Così l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, Alessandro Aricò, risponde all’amministratore delegato di Ryanair Eddie Wilson .
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