Dal suo ingresso sulla scena politica statunitense, nel 2015, Trump utilizza la nostalgia come una forte arma elettorale. Secondo alcuni analisti politici, elaborare un messaggio orientato al futuro è difficile, mentre invocare un ritorno alle cose di un tempo è molto più semplice
Da quando è stato (ri)eletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump sembra voler modificare le norme ambientali che riguardano molti oggetti di uso comune, dalle lampadine a incandescenza alle cannucce di plastica, fino ai soffioni per la doccia. Martedì scorso, ad esempio, ha ordinato al governo di “tornare immediatamente” alle norme del primo mandato su lavandini, docce, WC, lavatrici e lavastoviglie.
Durante il primo mandato Trump, il governo americano aveva introdotto delle norme per consentire ai soffioni della doccia di utilizzare più acqua, regole poi revocate dal presidente Joe Biden. Negli ultimi anni, Trump ha anche fatto campagna elettorale sull’idea che i democratici volessero vietare i fornelli a gas o le auto a combustione interna, facendone una questione di libertà di scelta per i cittadini americani.
LA BATTAGLIA CONTRO LE LAMPADINE A LED E IL PARERE DELL’ASAP
Il neopresidente USA spesso ha anche criticato le lampadine a LED, che nell’ultimo decennio hanno quasi interamente rimpiazzato quelle a incandescenza. Nel 2019 disse di avere “un aspetto migliore sotto una lampada a incandescenza, piuttosto che sotto queste luci da pazzi… sembro sempre arancione”. Ecco quindi spiegata l’intenzione di voler firmare un decreto per tornare agli “standard di buon senso sulle lampadine”.
Secondo l’ASAP (APPLIANCE STANDARDS AWARENESS PROJECT), un’organizzazione che sostiene gli standard di efficienza energetica dei prodotti di uso quotidiano, le preoccupazioni di Donald Trump “sono obsolete. Oggi esiste un’ampia gamma di prodotti moderni ed efficienti, che sono tra quelli che funzionano meglio, come ad esempio le lampadine a LED, che limitano i costi energetici per le famiglie e le imprese e riducono l’inquinamento”, oppure “gli standard sui soffioni doccia, che fanno risparmiare ai consumatori sulle bollette dell’acqua e dell’elettricità e aiutano a proteggere l’ambiente”.
TRUMP PUNTA SULLA “NOSTALGIA” DEGLI AMERICANI
La “missione “del presidente americano, noto scettico del clima, sembra meno legata a ragionamenti ecologici o economici che a un attaccamento malinconico agli oggetti del passato. Dal suo ingresso sulla scena politica statunitense, nel 2015, Trump utilizza la nostalgia come una forte arma elettorale. Secondo alcuni analisti politici, elaborare un messaggio orientato al futuro è difficile, mentre invocare un ritorno alle cose di un tempo è molto più semplice.
Lo slogan preferito di Donald Trump, “Make America Great Again”, vuole essere un richiamo al passato, poiché intende restituire la grandezza all’America. Secondo una ricerca, però, a questa concezione si associa uno stato d’animo autoritario e un voto repubblicano, ma anche atteggiamenti razzisti e sessisti. Infine, sempre secondo la ricerca, le persone che mostrano dei forti sentimenti nostalgici tendono maggiormente a sostenere un uomo forte che infrange la legge e va contro le istituzioni”.
TRUMP CHIEDE DI ABBASSARE I PREZZI DEL PETROLIO
Tra i vari atti esecutivi e proclami delle prime settimane del nuovo mandato, il presidente USA ha preso di mira anche il prezzo del petrolio, intimando di abbassarlo: “chiederò anche all’Arabia Saudita e all’OPEC di abbassare il costo del petrolio”, ha detto al World Economic Forum di Davos. Per Irina Slav di Oilprice, però, “l’Arabia Saudita, per la sua Vision 2030, ha bisogno di prezzi del greggio più alti, non più bassi”, oltre al fatto che “i bassi prezzi del petrolio non sono ciò che i trivellatori statunitensi vogliono sentire o vedere”.
Il 6 febbraio scorso, dopo che Trump ha ribadito l’impegno ad aumentare la produzione petrolifera nazionale, i prezzi hanno chiuso in ribasso: i futures del Brent sono scesi dello 0,4%, a 74,29 dollari al barile, mentre il WTI è sceso dello 0,6%, a 70,61 dollari. Secondo alcuni analisti, anche i dazi imposti dalla Casa Bianca alle grandi economie “potrebbero frenare la domanda di energia, indebolendo i prezzi del petrolio”.
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