POLEMICA SUL CARO-VOLI, LA REGIONE CI RIFLETTA …

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Il “botta e risposta” tra Ryanair e Regione siciliana lascia spazio a qualche riflessione sulle iniziative per contrastare il caro-voli

Hanno fatto discutere le dichiarazioni del CEO di Ryanair Eddie Wilson a proposito delle tariffe aeree e della necessità di nuovi sgravi.

“Si parla di ‘summer flat’ e il motivo è la necessità di sbloccare la crescita in Sicilia, come si sta facendo in Calabria, intervenendo sull’addizionale comunale che rappresenta un freno alla crescita e agli investimenti… Tra l’altro, l’abolizione della municipal tax gioverebbe non solo a noi ma tutte le compagnie aree”. Inoltre, ha aggiunto Wilson, con riferimento alla politica dei rimborsi ai residenti attuata dalla Regione siciliana, “mentre gli sconti per i residenti fanno lievitare i prezzi, l’eliminazione della tassa spingerebbe le compagnie ad investire di più“.

Una proposta che richiama quanto già attuato non soltanto in Calabria, ma anche in altre regioni italiane come Abruzzo, e Friuli-Venezia Giulia, e persino in alcuni paesi come la Svezia, che hanno abolito questa tassa abbattendo le barriere all’ingresso diventando modello di crescita in termini di competitività, maggiori rotte e un aumentato afflusso di turismo.

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Proprio quello che vorrebbe fare la Regione siciliana, che soprattutto con il governo Schifani non ha mai smesso di indicare nel turismo la principale fonte di sviluppo (a nostro avviso a torto) e nel trasporto aereo la soluzione per rendere più accessibile l’isola a turisti e non solo.

Invece, dal governo regionale arriva un “niet” che più chiaro non si può. L’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità Alessandro Aricò, infatti, è stato categorico:

«L’abolizione della tassa addizionale comunale sui diritti di imbarco è un intervento difficilmente realizzabile in Sicilia in quanto l’Isola costituisce, di fatto, il terzo polo aereo in Italia. Con oltre 23 milioni di passeggeri, che entro la fine di quest’anno supereranno i 26 milioni, l’abolizione dell’imposta avrebbe un impatto sulle casse della Regione di circa 80 milioni di euro».

Che tra la Regione siciliana e Ryanair non corresse buon sangue, lo si sapeva, così come tutti si sono accorti della considerazione, ben diversa, verso altre compagnie aeree come Aeroitalia, salutata come la soluzione del duopolio creatosi, di fatto, tra la compagnia aerea irlandese e quella di bandiera, ITA nella gestione dei collegamenti Sicilia-continente. La stessa Aeroitalia che ha praticamene abbandonato, senza troppi complimenti, lo scalo di Comiso e fortemente ridimensionato la propria presenza a Trapani Birgi.

Certo, non ci si poteva aspettare neanche una reazione entusiastica da parte di amministratori pubblici che, come è stato ricordato da Aricò, hanno messo in campo politiche costose per la lotta al caro-voli. Tuttavia, qualche riflessione, forse, andava fatta. Anche perché le politiche di cui sopra non sembra abbiano determinato chissà quali benefici, se non proprio alle compagnie aeree. Non siamo i soli ad averlo sottolineato, ed in tempi non sospetti. E se adesso lo fa proprio una compagnia aerea, qualcosa su cui riflettere ci deve pur essere.

Si consideri, ad esempio, che la detassazione dei voli è già stata praticata da altre regioni, le cui casse non devono essere messe molto meglio di quelle siciliane, come, ad esempio, la Calabria. E che tale detassazione non sarebbe certo un favore a Ryanair, dal momento che gli effetti si distribuirebbero su tutte le compagnie aeree operanti tra la Sicilia ed il continente.

Sui mancati introiti, certamente avrà ragione Aricò: sono tanti ed occorre farvi fronte. Ma, visto che il tema sta tanto a cuore a governo regionale, ci saremmo aspettati un atteggiamento più possibilista.

D’altronde, sempre nel campo dei trasporti, si tratta della stessa regione, e dello stesso assessorato, che ha stanziato somme non indifferenti per iniziative come i “treni turistici”, alle quali non si è mai rinunciato negli anni passati, nonostante i dati non proprio incoraggianti sulla frequentazione di questi treni; solo nel 2024, alle casse regionali sono costati 500.000 euro.

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Senza considerare altre recenti iniziative “turistiche” alquanto discutibili, come il concerto estivo, ma con abbigliamento invernale, del “Volo” nella valle dei Templi: 1,25 milioni netti per due sole serate, le cui riprese, però sono state mandate in onda in Italia come in America lo scorso Natale.

Saranno più importanti, queste iniziative, della tanto strombazzata lotta al caro-voli che affligge i tanti giovani emigrati siciliani ed allontana i turisti?





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