Negli ultimi test pre-stagionali di Buriram top five con lo spagnolo, conferma della partecipazione al mondiale. C’è attesa sul piano di ritrutturazione
Fra le grandi Case impegnate in MotoGP, c’è particolare interesse per la Ktm, capire se e come la crisi in cui è precipitata la Casa austriaca inciderà anche sulle corse. La Ktm è uscita dagli ultimi test pre-stagionali di Buriram in double face: da una parte nella top five con il quarto miglior tempo di Pedro Acosta +0.073 dal leader Marc Marquez (1’29.855), dall’altra con Maverick Vinales, Brad Binder, Enea Bastianini in difficoltà, con l’italiano (1’29.837) a un secondo dalla vetta. Questa classifica provvisoria dei test pare confermare le previsioni della vigilia: Ktm sarà comunque nel mondiale MotoGP 2025 ma la pesante crisi aziendale non consentirà un adeguato sviluppo dei bolidi della Casa di Mattighofen.
il numero 1
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Di fatto si punta esclusivamente su Pedro Acosta. Così, negli ultimi test, al di là della performance di Acosta, frutto del manico e della volontà del fuoriclasse ventenne di Mazarron ma anche dello sviluppo della sua moto, c’è il vuoto: Vinales è entrato nella top ten grazie a un giro “impiccato”; Binder, capita l’antifona, si è limitato a difendersi; Bastianini ha cercato di contenere i danni, comunque con un gap a dir poco pesante. Il miglioramento dei tempi di Acosta negli ultimi test rispetto al 2024 ha portato una ventata d’aria buona nel team Ktm anche se nessuno si illude di essere a livello delle Ducati e che, in particolare, siano le corse, l’inizio del mondiale e il proseguo del campionato, a tirar fuori la Casa austriaca dal buio della crisi attuale.
la situazione
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Nel dicembre 2024 Ktm è entrata in amministrazione controllata per tentare di riorganizzare il gruppo e uscire dalla tenaglia dei debiti. Nel mirino, anche le corse. Non pochi creditori, per tagliare i costi, avevano chiesto a Ktm di abbandonare il settore racing, in particolare la MotoGP e un documento del tribunale suggeriva una possibile uscita, pur non indicando una data specifica. I ripetuti annunci del direttore Motorsport Pit Beirer sulla conferma dell’avvio dei progetti sulle nuove MotoGP per il 2027 (rivoluzione tecnica tra cui il passaggio dei motori da 1000cc a 850cc.) sono sempre stati presi con scetticismo. C’è attesa per la presentazione del piano di ristrutturazione, in particolare se tale piano sarà approvato dai creditori nel decisivo meeting del prossimo 25 febbraio. Non c’è niente di scontato. Nel senso che si è passati dal considerare l’approvazione del piano di ristrutturazione del 25 febbraio una semplice formalità tecnico-amministrativa, a un muro insuperabile. Si parla di creditori importanti, fra questi Whitebox Advisor LLC, sul piede di guerra accusando chi tira le file oggi della Ktm di “tattiche dilatorie” nella impostazione e nello sviluppo della gestione del piano di ristrutturazione. Secondo la testata di economia Bloomberg, Whitebox avrebbe proposto un piano con un recupero del 45% dei debiti, ben più alto del 30% offerto da Ktm attraverso il curatore fallimentare Peter Vogl. Pare che Ktm non accetti un coinvolgimento diretto di Whitebox nel capitale, puntando a una soluzione che, così, sembra non piacere più ai creditori statunitensi, sostenuti – si dice – dalla stessa Whitebox.
il futuro
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Il braccio di ferro fra le parti continua. Si tratta di capire se è solo un “gioco” per guadagnare qualcosa nella non facile trattativa per salvare il più grande produttore europeo di motociclette (380 mila moto prodotte nel 2023) o se si punta a tirarla per le lunghe sapendo che, stante la situazione – con debiti di 2,28 miliardi di dollari, migliaia e miglia di moto invendute, pesanti problemi di liquidità – il destino di “questa Ktm” intesa come l’attuale gruppo industriale articolato della galassia di Stefan Pierer, è segnato. Comunque finirà, le conseguenze della crisi Ktm non saranno indolori. Non solo per la Casa di Mattighofen.
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