Frosinone – Infermiere aggredito in carcere: la Cisl esprime solidarietà e propone un’analisi della situazione

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“Piena solidarietà all’infermiere del carcere di Frosinone, rimasto vittima di una ignobile aggressione ad opera di un detenuto, mentre svolgeva la propria professione sul luogo di lavoro”. Ad esprimere vicinanza all’agente di polizia penitenziaria, a nome di tutta la FNS Cisl territoriale, è il segretario generale della CISL FNS di Frosinone Angelo Massaro.

“Purtroppo dobbiamo segnalare che le aggressioni in carcere non avvengono solo nei confronti del Personale di Polizia Penitenziaria, da quanto apprendiamo, anche nei confronti del personale infermieristico avvenuto nel carcere di Frosinone” dice il segretario che aggiunge: “Siamo stancati di urlare e protestare solo contro l’Amministrazione penitenziaria, che ha le proprie colpe, ma probabilmente è vittima di un disinteresse della Politica, dopo anni di abbandono. La drammatica situazione delle carceri nel Lazio ed in particolare della provincia di Frosinone è nota a tutti, da diverso tempo, la CISL FNS, sollecita la politica e le autorità Penitenziarie competenti, ad assumere iniziative coerenti, allo scopo di chiedere maggiori risorse umane e strumentali per il ripristino delle normali condizioni lavorative”

In una nota la Fns Cisl argomenta: “Occorre compensare la forte carenza di organico, presente in tutta la provincia di Frosinone, è necessario intervenire sull’organizzazione del servizio all’interno degli istituti e mettere mano alle norme relative all’Ordinamento Penitenziario ed al codice penale. È opportuno e necessario sopperire alla carenza degli organici con supporti tecnologici per migliorare il servizio del personale. Il Personale della Polizia Penitenziaria svolge sul territorio una imprescindibile attività, di prevenzione, sicurezza, custodia, vigilanza e rieducazione dei detenuti, la situazione delle carceri nel Lazio ed il conseguente disagio della Polizia Penitenziaria deve essere risolto in tempi rapidi, con una azione forte e sinergica tra Istituzioni a vari livelli di competenza. Il sovraffollamento e la gravissima carenza degli organici, connotato dalla drammaticità degli eventi causato dalle continue aggressioni, sta compromettendo seriamente l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari

Si registra negli Istituti del distretto, una presenza di personale notevolmente inferiore a quella prevista, situazione che determina condizione di lavoro difficili ed un abbassamento dei livelli di sicurezza. Nel Provveditorato del Lazio, Abruzzo e Molise la carenza di Personale è di circa 800 unità, dato aggiornato al 31.12.2024, di cui presso la C.C. di Frosinone mancano 81 unità, presso la C.C. Cassino mancano 40 unità e presso la Casa di reclusione di Paliano mancano 10 unità. Nonostante l’arrivo fra pochi giorni, di nuove forze provenienti dal 184° corso Allievi Agenti, con 275 nuove unità previste per il distretto del Lazio, Abruzzo e Molise, la situazione rimane critica. Una criticità cronica, che riguarda tutti gli istituti del distretto, è relativa al sovraffollamento detentivo, determina un maggior carico di lavoro in ogni ambito lavorativo, con abbassamento dei livelli di sicurezza, e compressione sempre maggiore dei diritti soggettivi del personale. Si tratta di una condizione che colpisce in modo significativo gli istituti penitenziari della provincia di Frosinone, ma pesa anche su quelli delle altre provincie. Un quadro preoccupante emerge dai dati ufficiali relativi agli istituti di detenzione nel Lazio. Secondo quanto riportato dal sito del Ministero della Giustizia, al 31 dicembre 2024, nelle 14 strutture della regione si contano 6.664 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 5.282 posti. Questo si traduce in un sovraffollamento pari a 1.382 persone.

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Tra le tante denunce che quotidianamente facciamo, rispetto alle questioni che riguardano le carceri, nessuno cita il fatto che, probabilmente, tra non molto saranno davvero pochi a fare domanda per entrare nella Polizia Penitenziaria. Nell’ultimo concorso, il cui corso si è concluso a luglio, di circa 1750 posti disponibili abbiamo assunto 1400 Agenti. Sono sempre meno i giovani che partecipano ai concorsi nella Polizia Penitenziaria, rispetto agli anni passati. Ciò è dovuto, a nostro avviso, al netto peggioramento della qualità del lavoro in carcere dove, com’è noto a tutti, la situazione è diventata ingestibile, a causa di detenuti sempre più violenti. Ogni anno registriamo circa 1800 aggressioni alla Polizia Penitenziaria e oltre diecimila eventi critici.

I poliziotti feriti sono sempre di più, alcuni anche in maniera grave. Nel carcere, la situazione è sempre più drammatica, si rischia il collasso del sistema penitenziario, si sta compromettendo seriamente l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari, le condizioni di vita si riflettono su tutti: Agenti di Polizia Penitenziaria, funzionari dell’amministrazione, Operatori Sanitari, Insegnanti, come ovviamente si riflettono sui detenuti che espiano la pena per i reati commessi e che a partire da qui dovrebbero trovare anche una nuova strada in vista della rieducazione. Non a caso di recente è stato istituito il GIO, Gruppo di intervento Operativo, si inserisce in un contesto di riforme e nuove politiche di gestione delle carceri, a tutela anche dei medesimi detenuti, segnando un passo significativo nella lotta contro la criminalità e la violenza all’interno delle strutture penitenziarie italiane”.





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