Biennale Danza 2025 | Biennale Danza 2025: anteprima speciale a Londra

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Fra le compagnie e gli artisti, che con le loro opere illumineranno e interpreteranno il tema del 19. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, si anticipano:

 

TWYLA THARP – La leggendaria coreografa e danzatrice americana è il Leone d’Oro alla carriera del Festival che riceverà il 19 luglio. E sarà Twyla Tharp a inaugurare il Festival il 17 e il 18 luglio con l’energia magnetica delle sue coreografie: Slacktide, novità assoluta, presentata accanto alla celebre coreografia del 1998, Diabelli. Un dittico per celebrare i sessant’anni di attività con la sua compagnia, la Twyla Tharp Dance nel Diamond Jubelee Tour. Partita il 26 gennaio da Minneapolis, la tournée percorrerà gli Stati Uniti da costa a costa prima di giungere alla Biennale in prima europea.
Materia viva e pulsante della sua danza, le due coreografie scorrono sul doppio binario delle 33 variazioni per pianoforte che Beethoven compose intorno al tema di un valzer di Anton Diabelli, e dei 9 pezzi di Philip Glass, Aguas da Amazonia, ognuno ispirato a un fiume della foresta pluviale, sotto l’influsso dei ritmi sudamericani, interpretati dal vivo dall’ensemble, vincitore di un Grammy, Third Coast Percussion, dotato di uno strepitoso set di strumenti progettati su misura. “Di solito non si pensa a Beethoven come simile a Glass. L’esperienza delle opere di entrambi i compositori coreografate dalla Tharp ha creato una cornice che consente di pensare a questi due compositori congiuntamente. Come la stessa Tharp, essi decostruiscono le forme e le riassemblano, mostrando la loro maestria nel processo” (The Minnesota Star Tribune).
A Venezia, Twyla Tharp sarà, inoltre, maestra d’eccezione per i 16 danzatori e i 2 coreografi che verranno selezionati per l’edizione 2025 di Biennale College.

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CAROLINA BIANCHI – È il Leone d’Argento del Festival e riceverà il premio il 19 luglio, insieme a Twyla Tharp.
Esponente di punta della scena sperimentale sudamericana, Carolina Bianchi si stabilisce ad Amsterdam nel 2020 e tre anni dopo diventa un caso al festival di Avignone per La sposa e Buonanotte Cenerentola, primo capitolo della trilogia Cadela Força (Il potere della puttana in portoghese), spettacolo presentato sui principali palcoscenici europei, ricevendo una calorosa accoglienza da parte del pubblico e il premio della critica francese. Performer, regista e scrittrice, Carolina Bianchi in quello spettacolo raccontava la violenza di genere mettendo al centro il proprio corpo, in una sfida fisica e psichica che la inserisce nel solco della performance art femminile nelle sue esperienze più estreme e con forti risvolti politici e sociali. Una corrente che da Gina Pane va a Marina Abramovic, Regina José Galindo, Tania Bruguera, Ana Mendieta, e a cui la Bianchi schiude nuove frontiere.
Al Festival, Carolina Bianchi presenterà il 18 e 20 luglio in prima italiana il secondo capitolo della trilogia Cadela Força: The Brotherhood, un lavoro incentrato sulla mascolinità e lo sguardo maschile.

 

CHUNKY MOVE – La compagnia australiana diretta da Antony Hamilton presenterà una nuova creazione in prima europea, U>N>I>T>E>D, in scena in apertura di festival il 17 e 18 luglio.
È la compagnia che ha fatto conoscere la magia degli algoritmi, in una perfetta alchimia tra performance, arte visiva, sound elettronico, installazione (come l’intensissimo assolo ad alta tecnologia Glow, alla Biennale Danza 2010), e che oggi parla di “misticismo delle macchine”, del permanere di un anelito spirituale.
Ambientato in un’era digitale post-industriale, U>N>I>T>E>D trasforma sei straordinari danzatori – provenienti da Aotearoa/Nuova Zelanda e Australia – in cyborg post-umani, centauri dall’aura mitologica. Armati di esoscheletri robotizzati, una “muscolatura artificiale” che ne moltiplica forza, agilità, velocità, grazie all’animatronica più evoluta dei leader globali Creature Technology Co., i danzatori si muovono sulle sonorità techno infuse di gamelan e ispirate alla trance giavanese del duo indonesiano Gabber Modus Operandi (che ha collaborato a Fossora di Björk) portando in scena un universo fantascientifico e barbarico insieme, come un’archeologia del futuro. Nelle parole del leader della compagnia Antony Hamilton, alla base dello spettacolo è “l’idea che strumenti e macchine non siano solo oggetti da utilizzare, ma anche oggetti d’arte sacra, rappresentativi della nostra autocoscienza, il nostro intelletto creativo e la nostra natura spirituale come specie”.

 

TAO YE E DUAN NI/TAO DANCE THEATRE – Già premiati con il Leone d’Argento della Biennale Danza 2024, Tao Ye e Duan Ni tornano a Venezia il 25 e 26 luglio con la prima europea di 16 e 17, i due nuovi lavori co-commissionati dalla Biennale che continuano la Serie numerica per cui vanno celebri. Una serie che, spettacolo dopo spettacolo, sviluppa il loro approccio innovativo al movimento, attraverso la tecnica denominata Circular Movement System, una danza scandita dalla ripetizione ritualistica dei movimenti naturali del corpo, in grado di rafforzare l’attenzione dello spettatore in un gesto scevro di ogni ornamento.
Ideati partendo da un semplice concetto creativo e da una pura estetica del corpo, i due nuovi tasselli della serie mettono a fuoco in 16 tutti i movimenti della testa, che nelle sue aree più nascoste e meno visibili diventa perno del movimento; ed esplorano in 17 il rapporto fra forma del suono e movimento del corpo, di quella che i coreografi chiamano “un’immaginazione cinestesica del suono”.
Tutti i pezzi della lunga collezione dei Numerical Series, scrive Wayne McGregor, “mostrano danza pura ed esperimenti incantevoli che indagano più a fondo nel movimento del corpo, potenziando ulteriormente la ricchezza della Circular Movement Technique, tecnica di movimento circolare, mentre esplorano la pratica della somato-estetica orientale. Ispirate al concetto di seguire la propria inerzia, le opere creano infinite possibilità di flusso istantaneo”.

 

BULLYACHE – Il duo di Courtney Garratt e Jacob Samuel ha vinto il bando internazionale che la Biennale Danza rivolge ogni anno ad artisti stranieri per la realizzazione di nuove coreografie, un progetto pluriennale di commissioni e co-commissioni a sostegno delle nuove generazioni di artisti. A Good Man is Hard to Find è il progetto coreografico di Bullyache che debutterà in prima assoluta alla Biennale Danza il 24 luglio.
A Good Man is Hard to Find prende spunto dalla crisi finanziaria del 2008 mettendo al centro la mitologia del potere. “Bullyache (Courtney Garratt e Jacob Samuel) – ha dichiarato Wayne McGregor – coreografano, dirigono, musicano e concettualizzano spettacolari opere originali. Per sovrapposizione o per contrasto Bullyache si muove tra teatro, danza, performance e musica dal vivo per costruire sequenze di immagini in movimento fresche e indimenticabili. A Good Man Is Hard to Find, commissionato dalla Biennale Danza in prima mondiale, è un mix significativo di musica, immagini cinematografiche, canzoni e storie che esplorano lo sfruttamento istituzionale. Come possiamo esistere e trovare/toccare l’umanità in un mondo come questo, pieno di consumismo, rivolte razziali, oppressione dei governi mondiali, guerre e tagli finanziari?”. Con una formazione alla Rambert School of Ballet and Contemporary Dance e all’attivo il primo premio all’International Diaghilev Competition of Choreographic Art, Garratt affonda le radici nei balli di sala e nelle danze latino-americane affermandosi anche in qualità di musicista e filmaker. Samuel è artista multidisciplinare con una formazione accademica in antropologia visiva presso la Goldsmiths, Università di Londra. Il loro lavoro analizza le rappresentazioni di classe attraverso la messa in scena dell’iconografia della cultura pop. Insieme hanno dato vita al progetto multidisciplinare Bullyache nel 2020, sia compagnia di danza che duo musicale che esplora le identità queer e operaie dei suoi due membri fondatori in spettacoli che fondono danza, musica e teatro.

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NUOVO BALLETTO DI TOSCANA – Philippe Kratz, neo direttore artistico della storica compagine italiana fondata da Cristina Bozzolini e recentemente rinominata Nuovo Balletto di Toscana, come Bullyache fa parte del programma pluriennale di commissioni e co-commissioni della Biennale Danza. Vincitore del bando nazionale per una coreografia inedita, debutterà alla Biennale Danza in prima assoluta il 31 luglio con Sisifo felice / Smiling Sisyphus, creato insieme al coreografo Pablo Girolami.
Il dittico si ispira “al Teatro dell’assurdo degli anni cinquanta, influenzato da scrittori come Sartre, Genet, Ionesco e Beckett. Il titolo della serata si riferisce al saggio di Albert Camus del 1942, Il mito di Sisifo, in cui scrive la famosa frase: ‘Bisogna immaginare Sisifo felice’. Questa riflessione esistenziale su un’identità condannata a scegliere la felicità informa le due opere, indipendenti ma interconnesse, che esplorano la vertiginosa assurdità della vita insieme al potere della scelta personale e della resilienza” (dalla presentazione del progetto).
Il coreografo tedesco residente in Italia Philippe Kratz, classe 1985, arriva alla direzione del Nuovo Balletto di Toscana dopo prestigiose collaborazioni con il Teatro alla Scala, l’Opera di Vienna e Aterbaletto. Kratz aveva già lavorato con il Nuovo Balletto di Toscana nel 2022 e nel 2023 e ora firma Sisifo Felice / Smiling Sisyphus in collaborazione con Pablo Girolami, coreografo italo-spagnolo di base in Italia e direttore artistico di Ivona, classe 1994, già coreografo per Oper Graz, Jerusalem Dance Theater, Club Guy&Roni (Poetic Disaster Club), EgriBianco Danza, The LabCollective, TanzWerk101 Zürich.

 

WAYNE MCGREGOR x JEFFREY SHAW – On the Other Earth è un’installazione in prima assoluta che resterà esposta dal 18 luglio per tutta la durata del Festival.
On the Other Earth signals the collaboration between il coreografo britannico Sir Wayne McGregor, l’artista Jeffrey Shaw, il fil-maker Ravi Deepres e l’artista delle luci Theresa Baumgartner. Danza, coreografia, immagini digitali, rilevamento multimodale, intelligenza artificiale e suono spazializzato convergono in questa installazione immersiva e interattiva coprodotta dallo Studio Wayne McGregor, dall’Hong Kong Ballet e dal Future Cinema Systems di Jefferey Shaw.
On the Other Earth avvolge il pubblico nella nuova installazione nVis, il primo schermo cinematografico al mondo con tecnologia sensoriale a 360 gradi: un’architettura cilindrica larga otto metri e alta quattro, composta da 400 pannelli LED per un totale di 26 milioni di pixel e un sistema audio surround a 32.4 canali. Un modo inaspettato e unico di esperire la danza. Le innovative tecnologie di rilevamento proprie dello schermo nVis – dalla direzione e tracciamento dello sguardo, al riconoscimento vocale, tracciamento della posizione, del movimento e dei gesti – permettono l’interazione del pubblico con l’ambiente audiovisivo. Una piattaforma di “realtà mista” informata sull’intelligenza artificiale, in cui gli abitanti del mondo reale e virtuale interagiscono reciprocamente e insieme creano una “narrazione co-evolutiva” emergente.





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