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Errico Di Pippo, presidente della circoscrizione Oltrefersina:«La popolazione è arrivata allo stremo.Ben venga il controllo di vicinato, ben venga l’aumento della polizia locale e ben venga anche l’estensione della “zona rossa”»
«Siamo quasi rassegnati. Ho chiuso il bar perché le mie dipendenti avevano paura. L’altra mattina mi sono anche trovato davanti il ragazzo che poco dopo avrebbe aggredito la tirocinante di fronte all’ospedale: a saperlo non lo avrei mai lasciato andare». Quella di Michele, titolare del bar «Medaglie d’oro» e del «Blu bar» nel quartiere della Bolghera a Trento, è probabilmente la testimonianza più emblematica rispetto alla situazione di «scarsa sicurezza» percepita dagli esercenti e dai commercianti della zona.
L’aggressione alla tirocinante
L’ultimo episodio risale allo scorso venerdì mattina quando, nei pressi dell’ospedale Santa Chiara, una giovane tirocinante è stata aggredita e molestata alle spalle da un ragazzo di 28 anni di origine extracomunitaria, fermato prontamente dai colleghi della giovane e poi arrestato dalle forze dell’ordine. Un caso comunque non isolato, perché i commercianti della zona affermano di convivere «da almeno tre anni» con fenomeni di questo genere. «Tutti i giorni, dalla mattina alla sera, un gruppo di 5 o 6 giovani ragazzi, di origine straniera e non, rimane fuori dal “Poli” a bere e fumare, quasi obbligando i passanti a dare loro dei soldi», ha spiegato Samantha Losi, titolare del negozio di abbigliamento «Poker d’assi» nella perpendicolare via Giuseppe Gerola.
Il gruppo, infatti, sosterebbe abitudinariamente all’esterno del supermercato, dove è presente anche il «Blu bar», che ha momentaneamente chiuso i battenti: «Circa quindici giorni fa ho deciso di chiudere nonostante l’affitto da pagare — riprende Michele, il titolare — Ho dovuto farlo, perché le tre ragazze che ci lavoravano e i clienti avevano paura. A queste persone facevamo usare anche il bagno, ma poi ci trovavamo siringhe e tracce di sangue». Il titolare confessa, inoltre, di avere incontrato l’aggressore della giovane tirocinante all’alba di venerdì, poco prima dell’accaduto: «L’altra mattina, uscendo alle 5.30, ho incontrato questo ragazzo che fumava: era in condizioni pessime, con le lenzuola addosso e senza vestiti, ma prima di quel momento non lo avevo mai visto, penso fosse nuovo nella zona. Poi si è scoperto essere stato lui ad aggredire la giovane ragazza — conclude l’uomo —. Se l’avessi saputo non lo avrei certo fatto andare via».
«Popolazione allo stremo»
Una situazione definita critica anche da Errico Di Pippo, presidente della circoscrizione Oltrefersina: «La popolazione è arrivata allo stremo — afferma —. Ben venga il controllo di vicinato, ben venga l’aumento della polizia locale e ben venga anche l’estensione della “zona rossa” per quanto riguarda questo quartiere, ma queste fragilità dovranno essere accompagnate da percorsi di reinserimento».
Troviamo poi il panifico «Sosi», dove all’interno lavora Maura Valzolgher: «L’altro giorno uno di questi ragazzi è entrato e mi ha rubato due brioches— racconta —. In più la scorsa mattina abbiamo trovato del sangue davanti alla vetrina, perché probabilmente queste persone si “bucano”. Quando arrivo al lavoro alle 6.30 del mattino non chiudo mai la porta d’ingresso perché aspetto che arrivi la consegna del pane, ma d’ora in poi sarò costretta a farlo perché sono da sola e la situazione peggiora giorno dopo giorno».
A lato del supermercato «Poli» è presente anche la farmacia Bolghera, gestita da Dario Maestranzi — farmacista ed ex consigliere per il Comune di Trento — che cerca di spiegare i motivi legati a questa situazione: «Il quartiere è particolarmente sotto pressione perché ci sono delle realtà importanti come la farmacia, il pronto soccorso, l’ospedale, la guardia medica e il Serd. Queste realtà esistevano anche dieci anni fa, ma la società era diversa e le amministrazioni faticano sempre di più a gestire queste situazioni. Questo accade un po’ ovunque, non soltanto a Trento — continua ancora Maestranzi — Uno dei rischi maggiori è che i miei dipendenti decidano un giorno di non venire più e che i giovani medici scelgano di lavorare nelle cliniche private a discapito della sanità pubblica».
Parole che trovano anche il supporto dei dati forniti dall’Amsi, l’Associazione dei medici di origine straniera in Italia, dai quali emerge che nel 2024 in Trentino-Alto Adige ci sarebbero state 301 aggressioni al personale sanitario, dati in crescita del 10% rispetto a quelli avvenuti nel 2023. Nello specifico, i dati parlano del 36% di aggressioni che avrebbe riguardato gli infermieri, mentre il 31% i medici.
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