DDL sicurezza: sabato a Brescia la manifestazione contro il disegno di legge governativo.
A Brescia manifestazione contro il DDL sicurezza
Sabato 22 febbraio 2025 a Brescia, come in altre città, (Napoli, Milano, Bologna, Padova) si svolgerà una manifestazione per esprimere netta contrarietà al disegno di legge governativo noto come DDL sicurezza (DDL 1660 alla Camera dei deputati, ora Atto 1236 al Senato della Repubblica), il cui iter parlamentare si approssima alla conclusione nel mese di marzo.
“Dall’autunno scorso un’articolata mobilitazione nazionale contro il DDL sicurezza sta vedendo una partecipazione ampia ed eterogenea in tutto il paese, da parte di centinaia di realtà politiche, sindacali, associative di diversa provenienza e ispirazione politica e culturale – hanno fatto sapere dall’Assemblea no DDL sicurezza – A Brescia un momento particolarmente significativo di questa presa di parola è stato il 7 dicembre scorso, con una manifestazione cui hanno partecipato circa tremila persone, coinvolte grazie ad un percorso assembleare di costruzione dal basso durato mesi. Tale percorso assembleare è ripreso all’inizio di febbraio per dare vita all’appuntamento di sabato prossimo, indetto dall’“Assemblea NO-DDL sicurezza” di Brescia e provincia”.
Finalità
“Chiediamo il ritiro del DDL sicurezza perché questo provvedimento tratta come atti di sovversione da reprimere le battaglie civili e le lotte sociali, fino alla stessa libertà di manifestare, che per i comuni cittadini/e è la principale o spesso unica possibilità di esprimere critica pubblica verso chi esercita il potere. Nei 38 articoli che lo compongono, il DDL sicurezza introduce nuove sanzioni penali o inasprisce quelle già esistenti per colpire più duramente chi lotta per il diritto all’abitare, chi sciopera nel lavoro, chi si mobilita nelle scuole e università o per la giustizia climatica. Criminalizza le persone indigenti e quelle marginalizzate. Per le persone immigrate peggiora ulteriormente le condizioni di accoglienza e rende ancora più difficile l’ottenimento e il rinnovo dei permessi di soggiorno”.
“Mentre colpisce la stessa legittimità delle manifestazioni di protesta, il DDL sicurezza inventa nemici pubblici da stigmatizzare e reprimere proprio per non affrontare le cause di disagio e dissenso, per non dare risposta ai problemi concreti e comuni ad ampi settori della popolazione: l’emergenza abitativa, le crisi aziendali, la precarietà lavorativa e di vita, il blocco dei salari e l’inflazione, il collasso eco-climatico, la violenza patriarcale. La corsa agli armamenti e la guerra, i loro costi umani, sociali e ambientali, il cui ammontare, in Palestina, è il genocidio tuttora in corso, compiuto da Israele con la complicità dei paesi occidentali”.
“Il DDL sicurezza modifica il rapporto tra cittadine/i e istituzioni dello Stato accelerando e consolidando la deriva autoritaria in corso in Italia, come in Europa e a livello globale.In questa direzione muovono anche altri atti del Governo, come le riforme volte a ridisegnare a favore dell’esecutivo l’equilibrio tra i poteri istituzionali, o, di nuovo, gli attacchi al diritto di sciopero, alle testate giornalistiche indipendenti, alle ONG che operano soccorso in mare e lungo le rotte migratorie”.
“Tra i provvedimenti del Governo già in fase di attuazione, segnaliamo l’ordinanza del ministro Piantedosi per la creazione nelle città delle “zone rosse”, cioè di luoghi pubblici vietati all’accesso di persone che prefetture e forze dell’ordine ritengano potenzialmente pericolose, sulla base di criteri tutt’altro che immuni da pregiudizi classisti e razzisti. Come il DDL sicurezza, anche le zone rosse riducono le questioni sociali a problemi di ordine pubblico, da trattare limitando le libertà comuni e ampliando i poteri di polizia. Impongono come norma ordinaria quella logica di esclusione preventiva che giunge infine a compromettere lo stesso diritto a manifestare”.
“Il DDL sicurezza, peraltro, ha la stessa ispirazione reazionaria che risuona nella predilezione del Governo Meloni per la restaurazione di un ordine tradizionale dei ruoli di genere, a discapito dell’autodeterminazione delle donne e delle soggettività non conformi, contro la libertà di scelta sul proprio corpo. Non è insomma la società quel che il DDL vuole mettere al sicuro, ma le sue ingiustizie, lo sfruttamento, il razzismo, il patriarcato. Il DDL sicurezza è la rappresentazione plastica di un processo di compressione delle libertà comuni che oggi trova forza dirompente nella connessione politica fra le destre ultraconservatrici al Governo e il potere enorme e fuori controllo delle oligarchie capitalistiche, dei grandi monopoli finanziari, tecnici e produttivi, dei loro insaziabili interessi e privilegi ostili ai vincoli democratici di solidarietà e uguaglianza. Ebbene, in questi mesi a bloccare l’entrata in vigore del DDL sicurezza è stata soprattutto l’ampia mobilitazione in tutto il paese delle molte persone e realtà collettive che non sono disposte a subire in silenzio questa sottrazione di diritti”.
Con l’approssimarsi della fase finale del percorso parlamentare del DDL sicurezza, chiamiamo le organizzazioni sociali, le associazioni, i movimenti, le forze politiche e sindacali, le singole persone, alla più ampia convergenza nella manifestazione del 22 febbraio. Per esprimere e far pesare in forma pacifica un rifiuto forte e chiaro verso questa legge, verso le zone rosse, verso la complessiva torsione autoritaria delle istituzioni. Per una mobilitazione che fondi la propria legittimità sulla giustizia sociale e la solidarietà, sulla lotta alle disuguaglianze e la resistenza alle politiche di impoverimento e precarizzazione. Per mettere al centro, insomma, il valore irrinunciabile della democrazia antifascista come prodotto storico delle lotte popolari e come concreta affermazione dei diritti sociali e civili.
Dove
La manifestazione in programma sabato 22 febbraio 2025 attraverserà alcune vie centrali della città di Brescia partendo da piazza della Loggia, luogo del concentramento alle 15.30.
“Piazza Loggia: da secoli e ancor più dalla strage del 28 maggio 1974 è lo spazio più importante e il simbolo della partecipazione popolare, democratica, antifascista alla vita pubblica della città. Il fatto che, ciononostante, da anni, da troppi anni, Piazza Loggia, come se fosse una sorta di zona rossa, sia invece accessibile esclusivamente alle manifestazioni promosse direttamente dalle istituzioni, rende l’attraversamento di questo luogo ancor più significativo per la mobilitazione del 22 febbraio contro il grave restringimento dell’agibilità democratica e della stessa libertà di manifestare che il DDL sicurezza intende determinare”.
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