Luca Abete di «Striscia» picchiato e minacciato a Napoli in un negozio di smartphone: dove paghi meno solo se in contanti

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di
Claudio Mazzone

L’inviato di«Striscia la notizia» ha denunciato in un servizio il trend dei prezzi scontatissimi. Bloccato e aggredito dai vigilanti:«Facciamo la nostra parte in nome della legalità, a tutela dei commercianti onesti»

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Lo storico inviato di Striscia la Notizia Luca Abete e la sua troupe sono stati malmenati e minacciati in un noto negozio di elettronica con varie sedi tra Napoli e provincia. Il tg satirico di Canale 5 ieri ha mandato in onda un servizio con il quale si denuncia una pratica illegale di vendita sottocosto di smartphone e altri prodotti tecnologici.

Prezzi diversi se si paga in contanti

Il negozio in questione infatti ha un doppio listino di vendita con prezzi nettamente inferiori per chi paga in contanti. Come documentato nel servizio di Abete, infatti, l’ultimo modello di iPhone, ad esempio, viene venduto dal negozio in questione, a soli 750 euro, quasi la metà del valore del famoso smartphone dell’azienda di Cupertino. Il prezzo sottocosto di mercato viene applicato solo ai clienti disposti a pagare in contanti, mentre chi vuole utilizzare una carta di credito deve sborsare 900 euro. La pratica, chiaramente utilizzata per evitare l’utilizzo del pagamento con POS, rende la tracciabilità sia della merce venduta che della somma ricevuta, impossibile, ed è quindi in violazione della legge.




















































Linguaggio in codice sui social

Il negozio napoletano, che Abete ha denunciato con il suo servizio, è tra i più virali sui social network, dove spopolano i video del famoso proprietario TikToker che, per propagandare i suoi «prezzi senza concorrenza», ha addirittura inventato un linguaggio in codice. I contanti nei video postati sui profili ufficiali del negozio diventano «le patatine croccanti» o «le magliette dell’Avellino», che richiamano il verde della banconota da 100 euro. I «per te» di TikTok nei mesi scorsi, si sono riempiti, di video con il proprietario del negozio che stringe tra le mani un iPhone pro max mentre grida: «Lo volete a 650, mi dovete portare le patatine però» o con un mega televisore alle spalle mentre urla: «mi dovete portare 6 maglie dell’Avellino», dunque 6 banconote da 100 euro.

L’aggressione

Quando Luca Abete, in pieno stile Striscia, si è presentato nel negozio indossando una maglia dell’Avellino e con in mano una scodella di patatine per offrirle in cambio di uno smartphone, la reazione dei commessi è stata tutt’altro che accomodante. Alle domande sulla vendita che scoraggia l’utilizzo del tracciamento dei pagamenti, documentata precedentemente con una telecamera nascosta, i commessi, inizialmente, hanno provato a negare e poi hanno aggredito Abete e la sua troupe impedendogli, con l’aiuto della vigilanza privata, di uscire dal negozio.
Una volta che l’inviato di Striscia è riuscito a liberarsi e a tornare in strada alcuni passanti gli hanno anche suggerito di fare attenzione «perché questi ti fanno male, sono pericolosi».

La guerra dei negozi di elettronica napoletani

Il trend dei prezzi scontatissimi sui prodotti tecnologici per chi paga in contanti sta spopolando sui social e riguarda una notavela selva di piccoli negozi del napoletano che riescono a garantire merce sottocosto sfidandosi con video e veri e propri dissing pubblici che spesso sfociano in faide di mesi con tanto di offese e minacce dirette. «Possibile che il tutto sia pubblicizzato sui social network senza che nessuno intervenga?» si domanda Luca Abete sul suo profilo Facebook. «Noi abbiamo fatto la nostra parte – ha scritto l’inviato di Striscia – in nome della legalità, a tutela anche di tanti commercianti onesti». Ad essere danneggiati da questa vendita scontatissima di prodotti che non possono essere tracciati e che potrebbero avere provenienze non trasparenti, sono, infatti, i tanti negozi napoletani che, oltre alla concorrenza dei giganti delle vendite online e dei grandi gruppi che imperano nella vendita dell’elettronica, devono resistere far fronte anche alla concorrenza sleale di chi viola le norme sui pagamenti. 

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