Pallacanestro Varese, Alviti: “Il cambio di allenatore un fallimento per tutti. Kastritis sta portando grande attenzione alla fase difensiva”

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Si avvicina sempre di più il ritorno in campo della Pallacanestro Varese che, in attesa della ripresa del campionato con la complicatissima trasferta di Trapani in programma domenica 2 marzo alle ore 18:00, sfiderà in amichevole questa sera, venerdì 21 febbraio, gli svizzeri di Sam Massagno Basket.
Il match, rigorosamente a porte chiuse, sarà utile a coach Kastritis per valutare i primi progressi della squa squadra dopo circa una settimana di lavoro, anche se molto probabilmente non avrà in campo Elijah Mitrou-Long, che ha svolto stamane le visite mediche di rito e con Sykes e Johnson fuori squadra in attesa di sviluppi sul mercato.

Chi, invece, continua ad essere punto di riferimento della squadra biancorossa è Davide Alviti, leader in campo e nello spogliatoio, pronto ad affrontare il momento decisivo della stagione per guidare i biancorossi verso una salvezza che, dopo 4 sconfitte consecutive, non è assolutamente certa.

Come ha preso l’addio di coach Mandole?
“Personalmente è la prima volta che mi trovo in questa situazione e non è assolutamente bello per nessuno. In questi casi noi giocatori non possiamo fare altro che prendere atto di quanto succede, ben consapevoli che il cambio di allenatore è un fallimento per tutti”.

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Che cosa è successo dopo quel secondo tempo di Pistoia?
“Nulla di diverso da quanto ci era già successo altre volte in stagione: avevamo in mano la partita e ce la siamo fatta sfuggire. Era capitato anche con Trapani in casa, o con Tortona, solo per citarne due. Questo è stato un nostro problema finora, il fatto di fare un grandissimo primo tempo e poi essere poco continui nel secondo. Il fatto probabilmente di dire “ok, il mio l’ho fatto, ora vado avanti per inerzia” e questo è stato un grandissimo errore che abbiamo commesso fino ad oggi in tante occasioni”. Se avessimo continuato con la voglia e la grinta del primo tempo non solo Pistoia ma anche altre partite forse non sarebbero finite con una sconfitta”.

Dall’esterno, però, l’impressione è stata che qualcosa si sia rotto negli equilibri di squadra a Pistoia. E’ così?
“Non lo so. A livello personale non ho percepito questo, mentre ho sentito il forte peso psicologico dell’ennesimo crollo di quel castello di carta costruito nel primo tempo. La frustrazione di aver buttato al vento un’altra opportunità, la rassegnazione che abbiamo avuto più che il fatto che si fosse rotto qualcosa, è quello che ci ha condannato alla sconfitta secondo me”.

Guardando invece al presente, com’è stato il primo approccio con coach Kastritis?
“Positivo, da parte di tutti. Sta cercando di sistemare la nostra fase difensiva, dove abbiamo peccato di più in questa prima parte di stagione. Il fatto di avere una difesa quadrata ed aggressiva è sempre stata una caratteristica delle sue squadre, me lo ricordo molto bene dall’anno scorso quando con Trento in Eurocup lo abbiamo sfidato all’Aris Salonicco. Si sta inserendo bene però”.

Cos’è cambiato maggiormente nella metodologia di lavoro in allenamento?
“L’attenzione capillare alla fase difensiva, quello che ci è mancato di più finora. Non ha stravolto tanto, sta cercando d’inserirsi piano piano, è un coach esperto che ha allenato ottime squadre ad alto livello, quindi sa come relazionarsi e come integrarsi in un gruppo di giocatori che non ha scelto lui e con i quali non è facilissimo inserirsi, come avviene per tutti i coach quando entrano in corsa”.

Conosce Mitrou-Long?
“Ci avevo scambiato due parole a Milano quando giocavo con suo fratello Naz, con cui avevo un bellissimo rapporto, tanto che al termine di ogni allenamento ci fermavamo a giocare 1vs1 per divertimento. Mi era sembrato un’ottima persona, così come suo fratello, quindi non vedo l’ora di poterlo ritrovare e giocarci insieme”.

A questa squadra spesso è stato imputato il fatto di non essere consapevole dell’importanza del momento. E’ così?
“L’errore principale che possiamo aver commesso è l’esserci rilassati dopo le tre vittorie consecutive che ci avevano dato un bel margine sulla zona retrocessione, perché poi sono bastate altrettante poche partite perse per ritrovarci nella situazione di prima e questo dobbiamo far sì che non accada più”.

Alla ripartenza del campionato vi aspettano due trasferte molto complicate come Trapani e Tortona. Quale può essere la chiave per affrontarle al meglio?
“Sapevamo che sia prima che dopo la pausa avremmo avuto un calendario molto complicato. Abbiamo avuto del tempo per lavorare, dovremo approcciare al meglio queste due trasferte perché sono due squadre molto forti difficili da affrontare in casa loro. Cercheremo di portare questa aggressività che ci sta portando il coach, con un approccio difensivo molto più convinto e concreto, non lasciando spazio alla rassegnazione. Come ha detto lui, non è il tempo delle parole ma dei fatti perché siamo a febbraio e di tempo non se ne può più perdere”.

Alessandro Burin

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