80 anni dopo | La Fionda

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


Qualcuno diceva, e a ragione, che la storia è un insegnante senza alunni. 

Oggi stiamo assistendo o vivendo, a seconda dei ruoli, ad una nuova grande lezione della storia e la speranza è che ci sia qualche alunno in ascolto. 

Ottanta anni dopo la fine della II guerra mondiale, le grandi potenze ritornano al tavolo delle trattative per ridisegnare gli equilibri internazionali. 

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Ottanta anni fa l’Europa usciva distrutta da una guerra fratricida che avrebbe consegnato al mondo il continente euro-asiatico diviso in due, di lì a poco senza più sogni imperialistici e pretese colonialistiche, ma con la speranza di una ripresa economica garantita dal New Deal e dalla clemenza conquistata dalla lotta di liberazione combattuta dalle forze della resistenza. 

Il risultato per noi italiani fu esiziale ma, grazie al lavoro di uomini politici di altissimo profilo come De Gasperi e Togliatti che – mettendo da parte le loro divisioni e realizzando il I compromesso storico – resero possibile un’azione politica diretta allo sviluppo, l’Italia divenne il Paese del miracolo economico e la principale potenza mediterranea almeno fino agli inizi degli anni ‘80. 

Insomma, come mirabilmente illustrato dal lavoro di ricercatori come Giovanni Fasanella, un vero giornalista investigativo della storia, pur nei limiti cui fu sottoposta dai trattati imposti dai vincitori, implicanti il vincolo di non avere una politica estera autonoma e dei servizi che dovevano rispondere a Washington e Londra, l’Italia riuscì a ribaltare la sua posizione, incontrando l’ostilità dei nostri “tutori” oltre-manica e di alcuni altri  “amici e alleati” che malvolentieri digerirono la nostra intraprendenza e il nostro successo; una ostilità che sarebbe costata la reputazione e in altri casi la vita agli autori del successo italiano nel primo trentennio della Repubblica. 

Ottanta anni dopo la partecipazione a una guerra fascista insostenibile, basata sulla previsione errata di una vittoria del III Reich che avrebbe portato a una spartizione del bottino, ci ritroviamo a dover fare i conti con una nuova sconfitta per l’ennesima partecipazione ad una guerra cui non avremmo dovuto prendere parte. Un governo stavolta repubblicano (anche se qualche legame col passato, quantomeno a livello di suggestione, ci potrebbe essere) ci ha trascinato in una nuova avventura bellica, sullo stesso assunto di vittoria e contro quello stesso Paese. 

Oggi quindi, ci troviamo a dover far i conti con le conseguenze di questa nuova sconfitta inflitta al nostro Paese da una classe politica incapace e collaborazionista. 

Questa volta però non siederemo al tavolo della pace, pur essendo sconfitti, come allora, ma subiremo le decisioni che le potenze straniere assumeranno nei riguardi dell’Italia, con la differenza che non potremo contare sulla benevolenza di nessuno. 

Non ci risparmieranno umiliazioni gli americani che, essendo veri sovranisti, pretenderanno risarcimenti per il sostegno, a loro dire, finora offertoci e non saranno clementi i russi che si sentono profondamente traditi dal nostro comportamento e dalla nostra immotivata ostilità nei loro confronti. 

Eppure non sarebbe stato difficile né oneroso assumere un profilo diverso, magari negando l’invio dei nostri sistemi d’arma agli ucraini. 

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Ma oggi non possiamo contare su figure altrettanto dedite all’interesse e alla crescita del prestigio italiano o al benessere dei cittadini, non abbiamo un De Gasperi o un Togliatti né, men che meno, un Mattei o un Moro disposti ad affrontare anche l’estremo sacrificio per il bene del nostro Paese. Quello che abbiamo è lo scarto della cosiddetta seconda Repubblica, nata sull’onda dell’operazione “Mani pulite” e costruita sulle ceneri delle stragi che seguirono. Una riedizione della strategia della tensione e del terrorismo che già avevamo conosciuto e che, senza una classe politica capace di resistergli e di opporvisi, ma sulle cui premesse ha invece costruito il suo potere, ha trasformato l’Italia in un Paese privo di sovranità, una sorta di governatorato sottoposto al controllo militare del Patto Atlantico e ai vincoli economici dettati dall’ UE a trazione franco-tedesca. 

Avremmo bisogno di costruttori politici e di costruttori di pace, mancando, per ora, sia gli uni che gli altri. Certamente non scaturiranno dalla cosiddetta area del dissenso che, agitata da persone ben capaci di elaborare analisi molto profonde e condivisibili, è tuttavia frenata da impulsi settari, quando non esplicitamente massimalisti o, ancor peggio, da presunte investiture avanguardistiche, che la condannano a un infantilismo politico che, come una spada di Damocle, la priva di ogni possibilità di riscuotere un largo consenso. Dispiace dirlo, ma i progetti politici finora sorti sembrano ripetizioni di scenari già visti e, pur non essendo frutto di operazioni calate dall’alto, vengono percepiti dai cittadini come soggetti estranei. Questo è un grave problema che non sarà risolto col ricorso ad alambicchi politici frutto di alleanze tra le star del dissenso. 

Il lavoro che si chiede e occorre fare è invece lungo, per lo più ingrato e faticoso, sarà un lavoro sottile che avrà bisogno di tutto il sostegno da parte di quegli uomini politici, intellettuali, storici, filosofi, economisti, artisti e poeti e liberi cittadini consapevoli che metteranno le proprie conoscenze e sensibilità al servizio di nuove generazioni di élite popolari. Questi semi già ci sono e sta a chi ha a cuore il futuro e la sorte dell’Italia prendersene cura, affinché crescano in un fertile terreno e possano crescere e maturare quei frutti che nuove generazioni potranno raccogliere. 

Nel frattempo si resista e si lavori in questa direzione. Questo è l’auspicio, nonché la speranza che mi sento di formulare e che ho fiducia possa sostenerci e orientarci, come una bussola, in questi mari in tempesta che noi tutti, e ognuno col suo contributo, saremo pronti a solcare. 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link