Una friulana a Klagenfurt: Emmanuela Cossar crea la magia dei costumi nelle produzioni teatrali

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


Fresca di debutto allo Stadttheater di Klagenfurt dove i costumi di scena dello spettacolo Dance Episodes, portavano la sua firma. Emmanuela Cossar, classe 1978, friulana, la sua famiglia è di Gemona, da sette anni vive e lavora in Austria, dove non solo è costumista di fresca nomina del Teatro ma è anche direttrice del Fondo Costumi.

Dopo la “prima” sold out, sta raccogliendo meritati tributi per il suo lavoro, sintesi di tecnica, studio, creatività e innato buon gusto. Ci racconta come ha iniziato?

«Ho frequentato l’ Università degli Studi di Firenze dove mi sono laureata in costume teatrale. I miei primi passi li ho mossi a casa, in Regione, con la Società Filarmonia, la Civica Accademia d’Arte drammatica Nico Pepe di Udine, poi sono andata a Bologna dove ho lavorato per una ditta di ricami di alta moda. Ho fatto un po’ di tutto, ho anche insegnato storia del costume, bozzetto, tecnologia tessile. Ho lavorato per quasi tutti: le compagnie teatrali del Friuli e scuole di danza, anche in Veneto».

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

E come le è arrivata la proposta di trasferirsi in Austria?

«Subito dopo gli studi, ho cominciato a spedire curriculum in tutti i teatri d’Europa e poi su consiglio del tenore Bruno Sebastian, l’ho inviato a Klagenfurt. E’ un teatro che “lancia” tanti cantanti, costumisti, registi. Fanno molte produzioni, anche tredici, quattordici in un anno, lavorano molto. Mi sono detta “provo”. Mi hanno chiamata subito. Ho imparato il tedesco e ho cominciato come assistente, poi mi hanno dato la gestione del Fondo Costumi del teatro. Nel frattempo, continuo a lavorare per tutti, e da quando c’è stata la pandemia, faccio i costumi anche per una serie televisiva austriaca tipo “Chi l’ha visto?” dove ricostruiscono casi della polizia criminale realmente accaduti e irrisolti da molti anni. In questo caso, da vera friulana ( ride), prendo ferie per lavorare.

Come sono nate le creazioni per lo spettacolo Dance Episodes?

«In Austria è tutto più sperimentale, tanto bianco e nero. La proposta è arrivata del direttore artistico Aron Stiehl, a cui avevo fatto da assistente in passato. Lo spettacolo, un omaggio a Bernstein e Gershwin, con i danzatori dell’Accademia di Musical di Vienna, vede la presenza del coro e dell’orchestra dal teatro. Essendo dedicato a due compositori ebrei, ho cercato la cartella colori di un pittore ebreo: Marc Chagall ha ispirato il mio viaggio creativo».

Cosa porta nel lavoro della sua italianità?

«L’amore per ciò che faccio. Il cuore. Noi italiani abbiamo un approccio più caloroso e qui non sono abituati».

Ci ha detto che è responsabile del Fondo Costumi del Teatro di Klagenfurt. Quanti ne custodite?

«Il nostro Fondo Costumi occupa una superficie di cinque mila metri quadri. Ci sono centomila costumi, dodicimila paia di scarpe, migliaia di borse, cappelli, accessori, armature, spade. Tutto ciò che è passato sul palcoscenico del teatro. Con le mie college siamo riuscite a mettere l’archivio in digitale. Tutto è a disposizione delle compagnie teatrali e delle case cinematografiche. I costumisti che vengono nel nostro Fondo possono attingere a questo enorme patrimonio. Abbiamo anche originali del primo del Novecento, scarpe fine Ottocento, cappelli. Cose bellissime e preziose che dovrebbero stare in un museo».

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

«Vorrei continuare a lavorare in teatri grandi dove non si deve tenere sempre d’occhio il budget, per potermi sbizzarrire con le idee. Creare i costumi per Dance Episodes è stato un privilegio. Avevo tante persone che lavoravano per me. Mi piacerebbe creare i costumi per i cantanti, e non solo dell’Opera lirica. Il mio sogno è fare installazioni di abiti per i cantanti famosi. Ma mi piacerebbe anche fare i costumi per una serie per una piattaforma streaming con abiti del 1910, uno dei periodi più belli della storia del costume, per me».

In Italia abbiamo straordinari costumiste e costumiste che lavorano in tutto il mondo. A chi si ispira?

«Nel mio lavoro e nella ricerca tengo sempre a mente gli insegnamenti del mio professore dell’Università, Massimo Cantini Parrini, cinque David di Donatello e due candidature agli Oscar, per i costumi di “Pinocchio” di Garrone e per “Cyrano” di Wright. Massimo Cantini Parrini è stato assistente di Gabriella Pescucci e adesso è a Los Angeles. Nella sua semplicità, i grandi sono sempre semplici, mi ha sempre dato molto coraggio e insegnato che sono importanti la curiosità, la ricerca e studiare il passato per fare bagaglio visivo e creare il nuovo. Per me bisogna imparare da persone così». 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Microcredito

per le aziende