Giugliano, commissari in Comune per far luce sui rapporti tra Palazzo e camorra

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Inchieste giudiziarie, arresti, dimissioni e infine la commissione d’accesso. Dire che il Comune di Giugliano è al centro di un terremoto politico-giudiziario è dir poco. Dopo meno di 24 ore dalle dimissioni di 19 consiglieri comunali che hanno decretato la fine dell’amministrazione, ieri il prefetto Michele di Bari ha nominato una commissione d’accesso «per verificare la sussistenza di tentativi di infiltrazione e o di collegamenti della criminalità nel contesto dell’amministrazione».

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Il lavoro dei tre commissari andrà avanti per tre mesi, prorogabili per ulteriori tre. Una tegola dunque per Nicola Pirozzi che appena qualche ora prima aveva detto di essere “in campagna elettorale”. Venerdì 19 consiglieri hanno messo un punto all’esperienza amministrativa. Una strategia dalla doppia valenza: da un lato anticipare il voto a questa primavera facendo un repulisti generale, dall’altro tentare di evitare la commissione d’accesso e ulteriori indagini. Ma il provvedimento della Prefettura era nell’aria. E il segnale giunto dal palazzo di governo è piuttosto chiaro. Quattro inchieste che vedono indagati e arrestati esponenti politici, attuali e passati, non potevano non avere un risvolto.

In particolare l’ultima inchiesta ha svelato l’intreccio tra politica e camorra, evidenziando rapporti tra la precedente amministrazione e il clan Mallardo. Ancora una volta la cosca giuglianese avrebbe fatto affari sulla cosa pubblica grazie al supporto di esponenti dell’assise cittadina. Ma ora cosa accade? Al momento i tre commissari hanno tre mesi di tempo per esaminare gare, delibere, determine e capire se ci siano stati tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nella macchina amministrativa. I primi tre mesi scadranno a maggio, quando la città si appresterebbe a tornare al voto.

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La decisione della commissione, dunque, potrebbe o evitare le elezioni, in caso di scioglimento per infiltrazioni mafiose, o consentirne lo svolgimento. Se, invece, la commissione dovesse richiedere una proroga, si terrebbero normalmente le amministrative e l’esito dell’indagine sarebbe noto solo dopo la vittoria del nuovo sindaco. In ogni caso tutti i candidati nei prossimi mesi vivranno con una spada di Damocle che incombe sul loro futuro politico. Da domani il Comune sarà semi-deserto. Oltre a non esserci più un sindaco, nei prossimi giorni non ci sarà più neppure la segretaria comunale che andrà al Comune di Pozzuoli. E il prefetto in pensione Carmine Valente è il commissario prefettizio che si occuperà della gestione ordinaria dell’ente.

L’ormai ex sindaco aveva chiarito in conferenza stampa che l’addio non era per dribblare la commissione d’accesso «perché i problemi sono abituato ad affrontarli con coraggio» aveva detto. E nel mentre, prima che giungesse la notizia della commissione d’accesso, Pirozzi aveva incassato il sostegno del Partito democratico. Solo ieri mattina, dopo mesi di silenzio, i dem, in una nota, hanno rinnovato «la fiducia a Pirozzi e la volontà di costruire insieme a lui e alle forze della coalizione un progetto di governo per il futuro della città». Sono dunque tornati sui loro passi e hanno riaperto le porte all’ex fascia tricolore dopo la bufera giudiziaria che lo vide indagato nell’inchiesta sull’appalto rifiuti e per cui c’era una richiesta di arresti domiciliari, poi rigettata dal gip.

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Giugliano, città travolta dalle inchieste: si dimettono 19 consiglieri comunali

In quella occasione il pressing dei democratici per portare il primo cittadino alle dimissioni fu forte, tanto che Pirozzi si autosospese dal partito. Ora, alla luce della commissione d’indagine, ci sarà da capire se il Pd confermerà ancora questo sostegno o farà di nuovo un passo indietro.

Critiche ai dem arrivano dal consigliere regionale della Lega Severino Nappi: «Campioni di ipocrisia e di bluff, continuano a far finta di cambiare, unicamente perché nulla cambi, nello squallido tentativo di restare saldamente attaccati alla poltrona». Intanto ciò che sta accadendo oggi con Pirozzi ricorda quanto già accaduto con l’ex sindaco Pianese. Nel 2012 si dimise, dopo poco venne nominata una commissione d’accesso e mentre la città si preparava ad andare alle urne arrivò lo scioglimento per infiltrazioni mafiose.





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