Questa sera la Germania, la grande malata dell’Unione europea, intorpidita dall’instabilità politica, costretta alle elezioni anticipate, afflitta dalla frenata di un’economia un tempo fortissima e dalle paure legate all’immigrazione a causa di una serie di attacchi compiuti da richiedenti asilo, potrebbe trasformarsi nel Paese con un leader più stabile e forte. Sì, perché i sondaggi danno una vittoria scontata alla Cdu (Unione Cristiano-Democratica), partito di centrodestra, che può toccare o superare anche il 30 per cento dei consensi. Resta l’incognita della coalizione. Potrebbe bastare un solo alleato (Spd o, in alternativa, ma più improbabile, i Verdi) o sarà necessario un terzo (oltre all’Spd, i liberali dell’Fdp se riusciranno a superare lo sbarramento del 5%). Anche se l’attenzione si è concentrata su AfD, la forza di estrema destra guidata da Alice Weidel che ha ricevuto il sostegno esplicito e inusuale sia di Elon Musk sia del vicepresidente Usa JD Vance, le possibilità che diventi forza di governo sono vicine allo zero. Sta volando nei sondaggi, visto che oscilla tra il 19 e il 23 per cento, trascinata soprattutto dagli slogan sull’immigrazione e per il «rimpatrio» degli irregolari, ma sta reggendo quello che in Germania chiamano brandmauer (muro di protezione) e che Vance ha definito «un firewall che non ha più senso». Anche il leader della Cdu, destinato a diventare il nuovo cancelliere tedesco, Friedrich Merz, è stato fermo nel dire che non ci sarà una coalizione con AfD, e in un dibattito televisivo è stato molto efficace rivolgendosi ad Alice Weidel e indicando delle immagini sulla guerra: «Guardi questa foto, signora Weidel, e guardi la gente in Ucraina. No, non stiamo in disparte. Siamo dalla parte dell’Ucraina».
Elezioni in Germania, Merz punta sull’alleato Spd ma teme il boom dell’ultradestra
LA MOZIONE
La Cdu di Merz, che durante l’era Merkel era rimasto isolato nel partito per le sue posizioni più a destra rispetto alla leader, il 29 gennaio ha votato con AfD una mozione che chiedeva regole più restrittive sull’immigrazione. Questo ha causato manifestazioni contro l’estrema destra proseguite anche ieri. Ma il leader della Cdu è stato perentorio: non ci saranno accordi con l’AfD. E nel comizio di chiusura, ieri a Monaco, ha ribadito: «La sinistra è finita, non esiste una maggioranza di sinistra. Ma non avvieremo in nessun caso colloqui di coalizioni con l’AfD». Dunque, con chi governerà Merz? Molto probabilmente con l’Spd, il partito di centrosinistra del cancelliere uscente, Olaf Scholz, costretto a elezioni anticipate dopo il crollo della coalizione definita a semaforo con Verdi e Fpd (liberali), estremamente litigiosa e incapace di rispondere alla crisi economica accelerata anche dalla guerra in Ucraina, visto che la Germania riceveva gas a basso costo dalla Russia. Spd secondo i diversi sondaggi si attesterà al 15 per cento, con un’emorragia di oltre il 10% dei consensi rispetto alle ultime elezioni. Ma basterà una Grosse Koalition, vale a dire l’alleanza tra i due partiti principali? Per rispondere a questa domanda è necessario partire dai numeri. I seggi nel Bundestag dopo la riforma sono diminuiti, saranno 630 e per governare ne servono 316.
LE INCOGNITE
Molto dipenderà dal risultato dei partiti più piccoli, perché se non supereranno la soglia dello sbarramento del 5 per cento Cdu/Csu e Spd possono arrivare anche a un totale di 330 seggi (220 il partito di centrodestra, 110 per quello di centrosinistra), dunque un numero sufficiente per governare. I Verdi del vice cancelliere Robert Habeck, secondo l’ultimo sondaggio di Bild sono al 12,5, il partito di sinistra Linke al 7,5. Le possibilità di una Grosse Koalition dipendono dal risultato dei liberali di Fdp e dalla nuova formazione fondata da una fuoriuscita di Die Linke, Sahra Wagenknecht. Quest’ultimo partito ha caratteristiche molto peculiari: si chiama Bsw, è un partito populista di sinistra, anti Nato, filo Russia, a favore di regole severe contro l’immigrazione. I sondaggi non sono univoci: tanto Fdp quanto Bsw oscillano sopra o sotto il 5 per cento. Se entrambi resteranno sotto, i due partiti più importanti avranno un numero maggiore di seggi e dunque non servirà un terzo partner. Altrimenti, tutto sarà più complicato con buone possibilità per i liberali, visto che Merz non vuole sbilanciare troppo a sinistra la coalizione (e se si alleasse con Spd e Verdi questo sarebbe il risultato). Paradosso di queste elezioni, con una Germania spaccata in due perché a Est è molto forte l’estrema destra di AfD: salvo sorprese, tutti sanno quale sarà il primo partito (Cdu/Csu), chi sarà il cancelliere, Friedrich Merz. C’è, però, profonda incertezza sulla coalizione che governerà il Paese in una fase cruciale, con Trump che si avvicina alla Russia e si allontana dall’Unione Europea.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link