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L’Angelo della Storia e il rischio di un mondo senza trascendenza
Nella nona tesi sulla filosofia della storia, Walter Benjamin interpreta l’Angelus Novus di Paul Klee come metafora della storia stessa: un angelo che fissa lo sguardo sulle rovine del passato mentre una tempesta irresistibile, che chiamiamo “progresso”, lo spinge inesorabilmente verso il futuro. Non può fermarsi a ricomporre le macerie, a risvegliare i morti – può solo contemplare l’accumularsi dei disastri mentre viene sospinto in avanti.
Per Benjamin, la storia non è una catena di conquiste ma una successione di catastrofi, e il progresso, lungi dall’essere una forza redentrice, è spesso un vento che cancella e dimentica, invece di salvare e ricordare.
Oggi, questa tensione si manifesta nel modo in cui la modernità affronta la questione del sacro. L’erosione delle grandi narrazioni religiose ha portato molti a una visione materialista della realtà, in cui il senso dell’esistenza è spesso ridotto a processi biologici, economici o tecnologici. Il rischio non è solo la perdita della dimensione trascendente, ma la creazione di nuovi miti che, paradossalmente, finiscono per svolgere la stessa funzione delle vecchie strutture religiose.
Feuerbach e la proiezione dell’umano nel sacro
Nel XIX secolo, Ludwig Feuerbach formulò una critica radicale alla religione: secondo lui, Dio non è altro che una proiezione dell’essere umano. Gli uomini trasferiscono in Dio le loro aspirazioni, creando un’entità perfetta e trascendente che, in realtà, riflette solo le loro paure e desideri, fu la cosiddetta ‘svolta antropologica’.
Questa interpretazione ha influenzato profondamente il pensiero moderno, ad un certo punto la religione fu vista come un’illusione da decostruire. Ma se la critica di Feuerbach è servita a smascherare il modo in cui il potere usa il sacro, oggi rischiamo di trovarci di fronte a un nuovo problema: la sostituzione del trascendente con nuove forme di idolatria materialista.
Concetti come il mercato, il progresso tecnologico o l’intelligenza artificiale hanno assunto un’aura quasi metafisica; sostenuti dalla scienza diventano dogmi ancora più potenti. Se un tempo la religione giustificava le gerarchie sociali e le strutture di potere, oggi il ruolo di legittimazione è passato a logiche economiche e tecnologiche. Il rischio è che, mentre critichiamo le antiche credenze, diveniamo indottrinati in nuove mitologie. Io stesso ho scritto molti articoli sotto la spinta della ipotesi materialista, al fine di indagare dove si può arrivare.
Benjamin e Adorno
Walter Benjamin e Theodor Adorno hanno utilizzato la decostruzione come strumento critico, non per distruggere il senso del sacro, ma per liberarlo dalle sovrastrutture ideologiche che lo soffocano. Benjamin, con il suo concetto di tempo messianico, suggerisce che la storia non è un progresso lineare, ma un insieme di possibilità che possono essere riscattate. La sua critica non è un rifiuto della dimensione spirituale, ma un tentativo di restituirle autenticità. Applica una decostruzione, ma non una riduzione.
Adorno, invece, mette in guardia contro il pericolo di una società che sostituisce la religione con la tecnica e il consumismo. Nella Dialettica dell’Illuminismo, mostra come il mito non scompaia, ma si trasformi in nuove forme di dominio: la ragione, nel tentativo di controllare il mondo, finisce per diventare un nuovo assoluto, cancellando ogni spazio per la libertà e la trascendenza.
La sfida della spiritualità nell’era digitale
Oggi ci troviamo di fronte a una nuova sfida: il digitale sta ridefinendo il nostro rapporto con la realtà e con il sacro. Gli algoritmi non si limitano a elaborare dati, ma modellano le nostre percezioni, influenzano le nostre emozioni e, in alcuni casi, cercano persino di replicare esperienze spirituali.
L’intelligenza artificiale, ad esempio, è già in grado di generare testi pseudo-religiosi, sermoni e preghiere, creando un’illusione di trascendenza senza una reale esperienza interiore. Questo fenomeno riproduce il meccanismo descritto da Feuerbach: un sacro creato dall’uomo, ma questa volta attraverso la macchina.
La tendenza non è solo la perdita della fede tradizionale, ma la creazione di una religione automatizzata, con profondità e riflessione delegate al deep search di ChatGPT, Gemini o Perplexity. Se un tempo la religione poteva essere strumentalizzata dai poteri politici ed economici, oggi sono gli algoritmi a diventare i nuovi sacerdoti del senso, distribuendo verità preconfezionate in base a logiche di mercato (nulla di nuovo, direbbe un detrattore delle organizzazioni religiose). Provare per credere, i deep search sono presenti da febbraio del 2025, nei giorni in cui scrivo questo articolo, usandoli mi trovo ad avere un reale confronto intellettuale, e quindi anche spirituale.
Oltre il materialismo: verso un nuovo umanesimo spirituale
La soluzione non sta nel rifiutare il progresso tecnologico, ma nel recuperare uno spazio per la trascendenza. Come suggerisce Benjamin, il passato non è qualcosa da superare, ma una riserva di significati da riscattare.
Il futuro della spiritualità dipenderà dalla nostra capacità di evitare due estremi: da un lato, la riduzione della religione a una pura costruzione sociale; dall’altro, la sua trasformazione in un prodotto da consumare, governato da logiche algoritmiche.
Personalmente credo che tutte le tradizioni esoteriche, dalla spiritualità zen, a quella sufi, dallo gnosticismo a tutti messaggi religiosi non legati a strutture di potere, saranno recuperati per una esperienza spirituale autentica.
L’angelo della storia continua a guardare le macerie del passato. Ma forse, anche nel vento dell’avanzamento tecnologico, possiamo riscoprire il senso alla base della spiritualità.
Testi di riferimento
1. Walter Benjamin
• Angelus Novus (1940), in Tesi sulla filosofia della storia, trad. it. Einaudi, Torino, 1995.
• L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, trad. it. Einaudi, Torino, 2011.
2. Theodor W. Adorno & Max Horkheimer
• Dialettica dell’illuminismo (1947), trad. it. Einaudi, Torino, 1997.
3. Ludwig Feuerbach
• L’essenza del cristianesimo (1841), trad. it. Laterza, Roma-Bari, 2012.
4. Teoria critica e spiritualità
• Habermas, Jürgen, Il discorso filosofico della modernità, trad. it. Laterza, Roma-Bari, 1987.
• Löwy, Michael, Redenzione e utopia. Il misticismo libertario nell’Europa centrale, trad. it. Bollati Boringhieri, Torino, 1992.
• Agamben, Giorgio, Il tempo che resta. Un commento alla Lettera ai Romani, Bollati Boringhieri, Torino, 2000.
5. Tecnologia, religione e postumanesimo
• Benanti, Paolo, Homo Faber. La condizione tecnico-umana, EDB 2022.
• Han, Byung-Chul, Psicopolitica. Il neoliberalismo e le nuove tecniche di potere, Nottetempo, Roma, 2016.
• Ferrando, Francesca, Il postumanesimo filosofico e le sue metamorfosi, Edizioni ETS, Pisa, 2016.
6. Fonti online e studi recenti
• Facoltà Teologica del Triveneto, Umanesimo Digitale, 2023. Disponibile su: https://www.fttr.it/
• Graf, Stephanie, Teologia inversa e teoria critica, in Scielo México, 2024. Disponibile su: https://www.scielo.org.mx/
• Peyron, Giovanni, Cristianesimo e intelligenza artificiale: quale nesso tra fede e tecnologia?, in Agenda Digitale, 2023. Disponibile su: https://www.agendadigitale.eu/
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