Ravone richiuso dove era esploso, il Comitato: «Serve stessa velocità per una soluzione strutturale definitiva»

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di
Daniela Corneo

Terminati i lavori di copertura del torrente che, il 19 ottobre scorso, è letteralmente esploso sotto le abitazioni di via Andrea Costa

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Il primo step per la messa in sicurezza del torrente Ravone è stato completato. «In anticipo», sottolinea viale Aldo Moro. Dopo gli allarmi e le proteste dei residenti di via Andrea Costa, dove qualche settimana fa ha fatto un sopralluogo anche il presidente Michele de Pascale, sono terminati i lavori di copertura del torrente che, il 19 ottobre scorso, è letteralmente esploso sotto le abitazioni di via Andrea Costa e strade limitrofe. «Il cantiere — ha fatto sapere ieri, 22 febbraio, la Regione — portato avanti dai tecnici dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile insieme al Comune di Bologna, è stato chiuso con un mese di anticipo rispetto ai tempi previsti». Dopo il completamento, quindi, in via Andrea Costa 81, della costruzione del solaio sopra il tratto sfondato dalla piena del torrente, è stata terminata a che la realizzazione del muro laterale, anch’esso sfondato dall’acqua, in via Brizio. «Per entrambi gli interventi, preceduti da operazioni di sgombero dei detriti e di pulizia — continua viale Aldo Moro — il termine era previsto entro marzo, ipotesi che era stata anche comunicata, a gennaio, durante gli incontri con i cittadini al cinema Bellinzona».

«Agire il prima possibile»

«Come Regione, avevamo preso l’impegno, lavorando insieme al Comune e alla Città metropolitana, ad agire il prima possibile negli interventi di ripristino a Bologna — afferma Manuela Rontini, sottosegretaria alla Presidenza con delega alla Protezione civile —.Accelerare è importante, anche rassicurare chi abita e lavora in quella zona, il cui disagio è comprensibile. Si tratta solo di un primo passo, vogliamo continuare a intervenire velocemente, a partire dalle riparazioni delle rotture del Ravone, in attesa degli esiti dello studio idraulico sull’intera asta del torrente».
Sono poi attualmente in corso di progettazione, da parte di Hera per conto del Comune, altri due interventi di riparazione, rispettivamente in via Zoccoli e in via Montenero. questi due ultimi cantieri rientrano nella pima delle tre fasi di intervento previste dall’accordo siglato il 20 gennaio tra la Regione, il Comune e la Città metropolitana per la creazione di un’unica cabina di regia. «La prima fase — spiega viale Aldo Moro — è dedicata appunto agli interventi urgenti di breve termine e consiste nel ripristino delle funzionalità pre alluvionali delle opere gravemente danneggiate dall’acqua; a questo seguirà la fase di interventi puntuali di miglioramento della funzionalità idraulica e quella di interventi strutturali di completa messa in sicurezza del territorio».




















































Ed è su quest’ultima che va in pressing il comitato Ravone. «Va bene che siano conclusi i lavori che abbiamo sollecitato con forza negli ultimi mesi — dice Luca Vianelli del comitato e del condominio di via Saffi gravemente danneggiato nell’alluvione del maggio 2023 — ma chiediamo la stessa velocità nella messa a punto di una soluzione strutturale definitiva: è almeno 12 anni che si conoscono le gravi criticità del torrente Ravone e rimaniamo sconvolti dal fatto che ancora non ci sia un progetto per la messa in sicurezza definitiva». Sono i tempi previsti ed annunciati anche l’altra sera durante il consiglio di Quartiere che preoccupano residenti e commercianti: «Ci è stato detto apertamente che per arrivare a una soluzione strutturale — continua Vianelli — ci vorranno almeno dieci anni che diventeranno pochi di meno qualora finanziassero i Piani speciali. La nostra speranza è, a questo punto, che piova poco». Dal comitato Ravone partirà presto una lettera su questo punto per il sindaco Lepore, il presidente de Pascale e (per conoscenza) al commissario Fabrizio Curcio.

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23 febbraio 2025 ( modifica il 23 febbraio 2025 | 12:00)

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