La Cina punta tutto sul grano

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La produzione di grano in Cina ha superato quota 700 milioni di tonnellate – ANSA

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La Cina ha fame. E ne avrà sempre di più. Ma non solo: Han Wenxiu, un funzionario del Central Rural Work Leading Group, l’organo di coordinamento istituito sotto il Comitato centrale del Partito comunista allo scopo di gestire gli affari rurali, ha tagliato corto: “Più di 1,4 miliardi di cinesi vogliono mangiare e vogliamo mangiare sempre meglio”, aggiungendo che “ora le persone mangiano carne, uova e latte in quantità maggiori rispetto a prima”. Dunque qualità e non solo quantità. Un dossier sensibile per il gigante asiatico perché incrocia il tema della titanica lotta alla povertà – secondo i dati della Banca Mondiale da quando la Cina ha iniziato ad aprirsi e riformare la sua economia nel 1978 quasi 800 milioni di persone sono uscite dalla povertà – ma anche quello della custodia di un ambiente sempre più fragile e minacciato da uno sviluppo tumultuoso. Un compito non facile. La Cina deve nutrire quasi il 20 percento della popolazione mondiale, ma ospita meno del 10 percento della terra arabile e il 6 percento delle risorse idriche mondiali. Il Paese è il più grande produttore e importatore agricolo al mondo, con oltre 157 milioni di tonnellate di cereali e soia importati l’anno scorso.

Pechino ha messo a punto “un piano politico completo per lo sviluppo rurale”, tracciando, scrive l’agenzia Xinhua, una tabella di marcia dettagliata “per rafforzare la forza agricola del Paese e sottolineando la sicurezza dei cereali, l’innovazione agricola e le riforme approfondite”. Quali sono gli obbiettivi che Pechino intende perseguire attraverso il “documento centrale n. 1”? La parola d’ordine è la “rivitalizzazione rurale”. “Devono essere fatti sforzi continui per migliorare la capacità della Cina di garantire la fornitura di importanti prodotti agricoli come i cereali e per consolidare ed espandere i risultati del Paese nella riduzione della povertà”, ha spiegato Wang Jinchen, vicedirettore del Dipartimento di pianificazione dello sviluppo presso il ministero dell’Agricoltura e degli affari rurali.

La Cina è il più grande produttore e importatore agricolo al mondo

La Cina è il più grande produttore e importatore agricolo al mondo – REUTERS

Fondamentale per Pechino è mettere in cassaforte “la sicurezza dei cereali”, la vera principale preoccupazione del governo negli ultimi decenni. Non è un caso che la parola per “sicurezza alimentare” (粮食安全) si traduda letteralmente come “sicurezza dei cereali” in cinese. Secondo quanto riportato dalla Xinhua, e nonostante le sfide poste da gravi calamità naturali, “la Cina ha raggiunto un traguardo storico nella produzione di cereali nel 2024, con una produzione di cereali che ha superato per la prima volta i 700 milioni di tonnellate“. “Il nostro compito è tenere saldamente la ciotola del riso nelle nostre mani”, ha aggiunto Wang. Il ministero dell’agricoltura mira ad aumentare la produzione di cereali di 50 milioni di tonnellate entro il 2030.
Una strategia chiave per garantire la sicurezza alimentare è “l’espansione di terreni agricoli di alto livello, progettati per resistere sia alla siccità che alle inondazioni, garantendo rese stabili. L’innovazione nelle infrastrutture agricole costituisce la spina dorsale di questa strategia”. Alla fine del 2024, la Cina aveva allestito “circa 66,7 milioni di ettari di terreni agricoli di alto livello, con reti di irrigazione che si estendono per 10 milioni di chilometri, una distanza equivalente a 250 volte l’equatore terrestre. Questi campi possono aumentare la produzione di cereali del 10 percento rispetto ai terreni agricoli ordinari”.

Il presidente cinese Xi Jinping

Il presidente cinese Xi Jinping – REUTERS

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Che quello della “salvaguardia della sicurezza alimentare” sia un tema sensibile per il gigante asiatico lo conferma l’attenzione costante che il presidente Xi Jinping vi ha accordato. Indicando l’orizzonte entro il quale Pechino deve muoversi: “Il cibo del popolo cinese deve essere prodotto e rimanere nelle mani dei cinesi”, ha affermato Xi nel 2021. Già nel 2013, il presidente cinese aveva avvertito di “non dimenticare la sofferenza causata dalle carestie precedenti solo perché siamo riusciti a riprenderci. Piuttosto, dovremmo riconoscere che la questione della sicurezza alimentare è una linea rossa che innescherebbe terribili conseguenze se mai venisse compromessa”. E si capisce facilmente perché l’attenzione del Partito sul tema della sicurezza ambientale resti sempre alto. Come sottolinea il Center for Strategic and International Studies “storicamente, carestie e crisi alimentari in Cina hanno talvolta catalizzato sconvolgimenti politici e il crollo del regime, sottolineando per Pechino le ramificazioni della stabilità nazionale derivanti dalla garanzia di una fornitura costante di cibo. Lo stesso Consiglio di Stato cinese ha definito la sicurezza alimentare come una sfida essenziale per la sicurezza nazionale del Paese”.





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